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Errore di fatto: quando è inammissibile il ricorso?

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto. I ricorrenti, condannati per ricettazione, contestavano un presunto errore nel calcolo della prescrizione. La Corte ha stabilito che non si trattava di un errore percettivo, ma di un’errata valutazione giuridica, non ammissibile con questo strumento processuale.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto: Quando il Ricorso Straordinario è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3661 del 2024, torna a definire i confini di uno strumento processuale tanto specifico quanto delicato: il ricorso straordinario per errore di fatto. Questa pronuncia offre un chiarimento cruciale sulla differenza tra un errore puramente percettivo, emendabile con tale rimedio, e un errore di valutazione giuridica, che invece non può essere messo in discussione attraverso questa via. Il caso analizzato riguarda una condanna per ricettazione e un presunto errore nel calcolo dei termini di prescrizione, ma il principio espresso ha una portata ben più ampia.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di due soggetti per una serie di episodi di ricettazione. Dopo la conferma della condanna in Corte d’Appello, i due imputati proponevano un primo ricorso per cassazione, che veniva però dichiarato inammissibile. Contro questa decisione di inammissibilità, gli stessi proponevano un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625 bis del codice di procedura penale, lamentando un decisivo errore di fatto in cui sarebbe incorsa la Suprema Corte.

I Motivi del Ricorso Straordinario basato sull’Errore di Fatto

I ricorrenti articolavano le loro doglianze su due punti principali:
1. Errore sul calcolo della prescrizione: Sostenevano che la Corte avesse commesso un errore materiale nel calcolare la sospensione dei termini di prescrizione. A loro avviso, il reato si sarebbe estinto prima della pronuncia della Corte d’Appello, e la Cassazione non se ne sarebbe avveduta per una svista nel conteggio dei giorni di sospensione.
2. Errore sulla valutazione dei motivi di ricorso: Lamentavano un errore percettivo nel giudizio di inammissibilità del loro precedente ricorso. Secondo la loro tesi, la Corte non avrebbe compreso che i motivi sollevati non erano mere censure di fatto, bensì denunciavano una vera e propria ‘assenza’ di motivazione da parte della Corte territoriale.

L’Analisi della Corte sul Concetto di Errore di Fatto

La Suprema Corte, prima di esaminare i motivi, ribadisce la consolidata giurisprudenza sul concetto di errore di fatto rilevante ai fini del ricorso straordinario. Si tratta di un vizio molto specifico che consiste in ‘un errore percettivo causato da una svista o da un equivoco in cui la Corte di cassazione sia incorsa nella lettura degli atti interni al giudizio’.

La Corte chiarisce che tale errore deve:
– Essere un errore di percezione (es. leggere una data per un’altra) e non di valutazione o di giudizio.
– Essere decisivo, ovvero tale che, senza di esso, la decisione sarebbe stata diversa.
– Derivare direttamente dagli atti del processo.
Sono quindi esclusi da questo rimedio gli errori di interpretazione di norme giuridiche, sostanziali o processuali, e le critiche alla valutazione compiuta dal giudice.

Le Motivazioni della Decisione

Applicando questi principi al caso di specie, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso straordinario. In primo luogo, ha stabilito che la contestazione relativa al calcolo della prescrizione non configurava un errore percettivo. I ricorrenti, infatti, non denunciavano una svista materiale nella lettura degli atti, ma contestavano l’interpretazione giuridica e l’applicazione delle norme sulla sospensione del termine di prescrizione. Si trattava, quindi, di un presunto errore di valutazione giuridica, non di un errore di fatto.

Analogamente, anche il secondo motivo è stato ritenuto inammissibile. Contestare il giudizio di inammissibilità del precedente ricorso, sostenendo che la Corte abbia frainteso la natura dei motivi, equivale a criticare la valutazione giuridica operata dalla stessa Corte. Non si tratta di una svista nella lettura dell’atto di ricorso, ma di un dissenso rispetto alla qualificazione giuridica data ai motivi di impugnazione. Anche in questo caso, si verte in un’area di valutazione, estranea all’ambito dell’errore percettivo.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce con forza che il ricorso straordinario per errore di fatto non è una terza istanza di giudizio né uno strumento per rimettere in discussione le valutazioni giuridiche della Corte di Cassazione. Il suo campo di applicazione è rigorosamente limitato alle sviste materiali, agli equivoci percettivi che hanno viziato il processo formativo della volontà del giudice. Qualsiasi critica che attenga all’interpretazione delle norme o alla valutazione della fondatezza dei motivi di ricorso esula da questo rimedio eccezionale e, come nel caso di specie, conduce a una declaratoria di inammissibilità.

Che cos’è un ‘errore di fatto’ secondo la Cassazione?
È un errore puramente percettivo, come una svista o un equivoco nella lettura degli atti processuali, che abbia influenzato la decisione. Non include errori di valutazione, di giudizio o di interpretazione delle norme giuridiche.

Un errore nel calcolo della prescrizione può essere considerato un errore di fatto?
Secondo questa sentenza, no. La contestazione sull’esatta portata di una causa di sospensione della prescrizione e sulla sua applicazione è considerata un errore di valutazione giuridica, non un errore percettivo, e quindi non può essere fatta valere con il ricorso straordinario.

È possibile usare il ricorso straordinario per contestare una precedente dichiarazione di inammissibilità?
No, se la contestazione riguarda il merito della valutazione fatta dalla Corte. Criticare il giudizio della Cassazione sulla natura (di fatto o di diritto) dei motivi di un precedente ricorso è un tentativo di rimettere in discussione una valutazione giuridica, non la denuncia di un errore percettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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