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Errore di fatto: i limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13407/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto. Il caso riguardava il presunto errato calcolo della prescrizione di un reato tributario. La Corte ha stabilito che l’interpretazione dei periodi di sospensione del processo non costituisce un errore di fatto percettivo (una svista), ma un errore di valutazione giuridica, non sindacabile con tale rimedio eccezionale. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto in Cassazione: Non Confondere la Svista con la Valutazione Giuridica

Il ricorso straordinario per errore di fatto rappresenta uno strumento eccezionale nel nostro ordinamento processuale penale, ma i suoi confini sono rigorosamente definiti. Con la recente sentenza n. 13407 del 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: questo rimedio non può essere utilizzato per contestare una valutazione giuridica del giudice, ma solo per correggere una svista puramente percettiva. Analizziamo insieme la vicenda per comprendere meglio questa distinzione cruciale.

I fatti del caso: la prescrizione e i giorni di sospensione

Due imputati, già condannati per reati tributari, presentavano un ricorso straordinario contro una precedente decisione della stessa Corte di Cassazione. Il cuore della loro doglianza era un presunto errore di fatto nel calcolo del termine di prescrizione per uno dei reati contestati. Secondo la difesa, la Corte aveva erroneamente aggiunto 42 giorni di sospensione del processo, legati a rinvii d’udienza per l’astensione dei difensori. Senza quei 42 giorni, il reato si sarebbe estinto per prescrizione, con ovvie conseguenze sulla pena e sulla confisca.

La distinzione tra errore percettivo ed errore di valutazione

La difesa sosteneva che la Corte avesse commesso una svista, un errore materiale nel computo dei termini. Tuttavia, la Quarta Sezione Penale ha inquadrato la questione in modo differente, chiarendo la differenza sostanziale tra due tipi di errore:

* Errore di fatto percettivo: Si verifica quando il giudice, per una svista o un equivoco, legge male un atto processuale, percependo un’informazione (come una data, un nome o un fatto) in modo difforme dalla realtà documentale. Questo è l’unico tipo di errore che può essere corretto tramite il ricorso ex art. 625-bis c.p.p.
* Errore di valutazione o di giudizio: Avviene quando il giudice interpreta correttamente gli atti, ma ne trae conclusioni giuridiche che la parte ritiene errate. Riguarda l’attività interpretativa e valutativa, che è l’essenza della funzione giurisdizionale.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha spiegato che nel caso di specie non vi era stato alcun errore di fatto percettivo. La precedente sezione della Corte non aveva letto male le date dei rinvii o ignorato dei verbali. Al contrario, aveva esaminato gli atti, constatato che i rinvii erano stati disposti a seguito della preannunciata astensione dei difensori e aveva valutato giuridicamente che tali periodi dovessero essere considerati come sospensione del termine di prescrizione.

Questa operazione non è una svista, ma un’attività di interpretazione e di giudizio. I ricorrenti, in sostanza, non contestavano una errata percezione del fatto (il rinvio), ma la correttezza del criterio giuridico utilizzato per qualificare quel fatto come causa di sospensione. Un simile dissenso attiene al merito della valutazione giuridica, che non può essere messo in discussione attraverso lo strumento del ricorso straordinario.

Le conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso straordinario per errore di fatto non è un terzo grado di giudizio mascherato. È un rimedio eccezionale e con un ambito di applicazione molto ristretto, disegnato per emendare “abbagli” o sviste materiali che hanno viziato la formazione della volontà del giudice. Non può, invece, essere utilizzato per rimettere in discussione l’interpretazione delle norme o la valutazione giuridica degli atti processuali, attività che costituiscono il nucleo della decisione giudiziaria e che si cristallizzano con la pronuncia della Cassazione. La decisione sottolinea l’importanza di distinguere nettamente tra il percepire un fatto e il valutarne le conseguenze giuridiche.

Cos’è un errore di fatto che permette un ricorso straordinario in Cassazione?
Secondo la sentenza, è esclusivamente un errore percettivo, ovvero una svista o un equivoco in cui incorre la Corte nella lettura degli atti interni al giudizio, percependo un contenuto difforme da quello effettivo. Non rientrano in questa categoria gli errori di valutazione o di giudizio.

Il calcolo errato dei periodi di sospensione della prescrizione è un errore di fatto?
No, se tale calcolo deriva da una valutazione giuridica sui criteri da adottare. La sentenza chiarisce che la decisione di considerare un rinvio per sciopero degli avvocati come causa di sospensione è un’attività di interpretazione e giudizio, non una svista percettiva sugli atti, e quindi non è un errore di fatto emendabile con il ricorso straordinario.

Qual è stata la decisione finale della Corte in questo caso?
La Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Ha stabilito che il motivo del ricorso non riguardava un errore di fatto, bensì un errore di valutazione giuridica, e ha quindi condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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