Errore di Fatto: Quando il Giudice Legge Male gli Atti
La corretta lettura e interpretazione degli atti processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 43627/2024) ha ribadito questo principio, annullando una decisione della Corte di Appello a causa di un palese errore di fatto. Il caso dimostra come una svista nella ricognizione del contenuto di un’istanza possa viziare irrimediabilmente un provvedimento e quali siano i rimedi previsti dall’ordinamento.
Il Caso: Una Domanda Interpretata Parzialmente
Un soggetto condannato con tre distinte sentenze definitive presentava un’istanza alla Corte di Appello di Napoli. La richiesta mirava a ottenere il riconoscimento della “continuazione”, un istituto che consente di unificare i reati commessi in esecuzione di un unico disegno criminoso in un’unica pena più mite rispetto alla somma aritmetica delle singole condanne.
Tuttavia, la Corte di Appello rigettava la domanda, sostenendo che essa fosse “limitata” a sole due delle tre sentenze di condanna. Secondo i giudici di merito, l’istanza non faceva alcuna menzione della terza sentenza, relativa a un grave delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Di conseguenza, la valutazione sul medesimo disegno criminoso veniva svolta in modo parziale e incompleto, portando al rigetto.
L’Errore di Fatto e il Ricorso in Cassazione
L’imputato, ritenendo la decisione ingiusta, proponeva ricorso per cassazione. La difesa denunciava un vizio specifico: il “travisamento” dei contenuti dell’istanza originaria. Si sosteneva, infatti, che contrariamente a quanto affermato dalla Corte di Appello, l’atto depositato menzionava esplicitamente anche la terza sentenza di condanna.
Il ricorso si basava quindi su un punto cruciale: non si chiedeva alla Cassazione di rivalutare i fatti del reato, ma di constatare un errore di fatto percettivo commesso dal giudice di merito. In pratica, la Corte di Appello aveva letto in modo errato o incompleto il documento su cui doveva decidere, fondando la propria decisione su un presupposto fattuale inesistente.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, definendo il profilo sollevato “preliminare ed assorbente”. Gli Ermellini, dopo aver esaminato gli atti, hanno confermato che l’istanza originaria, depositata l’11 aprile 2023, conteneva effettivamente il riferimento a tutte e tre le sentenze, inclusa quella che la Corte di Appello aveva omesso di considerare.
La decisione impugnata, pertanto, si basava su una “erronea ricognizione dei contenuti della domanda”. Questo tipo di errore non attiene a una valutazione di merito, ma a una svista materiale nella percezione di un dato processuale oggettivo. Quando un errore di fatto di questa natura è decisivo, ovvero influenza in modo determinante il contenuto della decisione, il provvedimento risulta viziato e deve essere annullato.
Le Conclusioni: Annullamento e Nuovo Giudizio
In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata. Tuttavia, non potendo decidere direttamente nel merito, ha disposto l’annullamento “con rinvio”. Ciò significa che il caso torna alla Corte di Appello di Napoli, che dovrà procedere a un nuovo giudizio sulla richiesta di continuazione. Per garantire l’imparzialità, il nuovo esame sarà affidato a una diversa sezione della stessa Corte. Questa pronuncia riafferma l’importanza del controllo di legittimità della Cassazione anche su vizi che, pur apparendo formali, incidono sulla sostanza stessa del diritto di difesa e sulla corretta amministrazione della giustizia.
Cosa si intende per ‘travisamento’ o ‘errore di fatto’ in un provvedimento giudiziario?
Si tratta di un errore commesso dal giudice che basa la propria decisione su una percezione errata del contenuto di un documento o di una prova presente nel fascicolo processuale. In questo caso, la Corte d’Appello ha erroneamente ritenuto che un’istanza non menzionasse una specifica sentenza, quando invece era presente.
Cosa accade quando la Corte di Cassazione rileva un errore di fatto decisivo?
Come stabilito in questa sentenza, la Corte di Cassazione annulla il provvedimento viziato. Se non può decidere direttamente nel merito della questione, dispone l’annullamento con rinvio, ordinando a un altro giudice di pari grado di riesaminare il caso tenendo conto della corretta rappresentazione dei fatti.
È possibile chiedere l’applicazione della continuazione tra reati giudicati con sentenze definitive diverse?
Sì, la legge consente di presentare un’istanza in fase esecutiva per ottenere il riconoscimento della continuazione tra reati oggetto di diverse sentenze irrevocabili, a condizione che si dimostri che i reati sono stati commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 43627 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 1 Num. 43627 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 11/09/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 15/02/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME; lette/septite le conclusioni del PG GLYPH xz p io oct( GLYPH ‘ ( utut (A-5″ 12
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IN FATTO E IN DIRITTO
Con ordinanza resa in data 15 febbraio 2024 la Corte di Appello di Napoli ha respinto la domanda introdotta da COGNOME NOME, tesa ad ottenere il riconoscimento della continuazione tra i fatti oggetto di distinte decisi irrevocabili.
1.1 Giova precisare, trattandosi del punto decisivo per la trattazione del rico che la Corte di Appello ritiene la domanda «limitata» al nesso di continuazione esistente tra i fatti giudicati con sentenza GIP Tribunale Napoli del 28.11.2016 sentenza GIP Tribunale Napoli del 30.6.2016 . Non vi sarebbe menzione, nella originaria domanda, dei fatti oggetto di giudizio con sentenza emessa dalla Corte di Appello di Napoli in data 9 aprile 2021 (condanna per il delitto di associazion finalizzata alla cessione di sostanze stupefacenti).
Avverso detta ordinanza ha proposto ricorso per cassazione – nelle forme di legge – COGNOME NOME.
2.1 Nell’atto di ricorso si deduce – tra l’altro – un vizio di ‘travisamen contenuti della originaria domanda (dep. in data 11 aprile 2023) posto che nella stessa si fa menzione anche della terza sentenza, quella emessa dalla Corte d Appello di Napoli in data 9 aprile 2021 (irrevocabile in data 14 febbraio 2023).
Sotto tale profilo, preliminare ed assorbente, il ricorso è fondato.
Nella originaria istanza si compie riferimento anche ai fatti giudicati con la te sentenza, sicchè la decisione emessa dalla Corte di Appello di Napoli si basa su una erronea ricognizione dei contenuti della domanda e va, pertanto, annullata con rinvio, come da dispositivo.
P.Q.M.
Annulla l’ordinanza impugnata con rinvio per nuovo giudizio alla Corte di Appell GLYPH a> o · ti3 di Napoli, in diversa composizione.
Così deciso in data 11 settembre 2024
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