Errore di Fatto sulla Data del Reato: la Cassazione Annulla e Rinvia
Nel processo penale, l’accuratezza dei dati è un pilastro fondamentale per garantire una giustizia equa. Un singolo dato errato può alterare il corso di un procedimento, specialmente quando si tratta di calcolare i termini di prescrizione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, annullando una decisione a causa di un palese errore di fatto commesso dal giudice dell’esecuzione. Questo caso dimostra come la vigilanza difensiva e il controllo di legittimità siano essenziali per correggere sviste che possono avere conseguenze significative per l’imputato.
Il Caso: Prescrizione e un Errore sulla Data
La vicenda ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Brescia, in qualità di giudice dell’esecuzione. Il Tribunale aveva dichiarato estinta per prescrizione una pena inflitta al ricorrente con una sentenza del 2009. Tuttavia, aveva respinto la richiesta di estinzione per un’altra pena, inflitta con una precedente sentenza del 2008.
La ragione del rigetto si basava sulla convinzione del giudice che la prescrizione della pena del 2008 fosse stata interrotta dalla commissione di un nuovo reato, giudicato con la sentenza del 2009. Secondo il Tribunale, questo nuovo reato sarebbe stato commesso il 10 marzo 2009, una data successiva alla sentenza del 2008.
L’Errore di Fatto Rilevato dalla Difesa
Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il giudice dell’esecuzione avesse commesso un grave errore di fatto. La difesa ha evidenziato che la data di commissione del reato, come risultava chiaramente dal certificato penale, non era il 10 marzo 2009, bensì il 24 settembre 2007.
L’incongruenza logica della decisione
L’errore non era solo una questione di date, ma rappresentava un’incongruenza logica palese. L’ordinanza impugnata indicava che il reato (commesso nel 2009) era avvenuto dopo la sentenza che lo aveva giudicato (emessa a gennaio 2009), una circostanza temporalmente impossibile. Questo tipo di errore, definito in latino “ictu oculi” (evidente a colpo d’occhio), ha costituito il fulcro del ricorso.
La Decisione della Cassazione: L’Annullamento per un evidente errore di fatto
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso pienamente fondato. Analizzando gli atti, i giudici supremi hanno confermato la tesi difensiva, riscontrando l’evidente errore nel provvedimento del Tribunale di Brescia.
le motivazioni
La motivazione della Corte è stata netta e concisa. Il rilievo difensivo trovava piena conferma nella consultazione degli atti processuali. L’errore del giudice dell’esecuzione era talmente palese da essere visibile “ictu oculi”. La Suprema Corte ha sottolineato l’assurdità logica di indicare un fatto di reato come avvenuto in una data posteriore alla decisione che lo ha giudicato. Un errore così manifesto non poteva che portare all’annullamento della decisione impugnata.
le conclusioni
Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Brescia, disponendo il rinvio degli atti allo stesso tribunale per un nuovo giudizio. Questa decisione riafferma un principio cruciale: la correttezza dei dati fattuali è imprescindibile per l’applicazione della legge. Il nuovo giudice dovrà riconsiderare l’istanza di prescrizione basandosi sulla data corretta del reato (24 settembre 2007), con un esito che sarà presumibilmente diverso. Il caso serve da monito sull’importanza della precisione e del controllo scrupoloso degli atti in ogni fase del procedimento penale, specialmente in quella esecutiva, dove si decide della libertà personale.
Cosa succede se un giudice commette un errore di fatto evidente in un’ordinanza?
Se un giudice commette un errore di fatto evidente (“ictu oculi”), come in questo caso riguardo alla data di un reato, la sua decisione può essere impugnata. La Corte di Cassazione, se riconosce l’errore, può annullare il provvedimento e rinviare il caso a un altro giudice per una nuova e corretta valutazione.
In che modo la data di commissione di un reato influisce sulla prescrizione di una pena precedente?
La commissione di un nuovo reato entro determinati termini può impedire il decorso della prescrizione per una pena inflitta con una sentenza precedente. Per questo motivo, stabilire con esattezza la data del nuovo reato è fondamentale per calcolare correttamente se una pena sia estinta o meno.
Qual è stato l’esito finale del ricorso in Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza del Tribunale di Brescia. Ha disposto il rinvio degli atti allo stesso Tribunale, il quale dovrà procedere a un nuovo giudizio tenendo conto della data corretta del reato in questione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 36893 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 1 Num. 36893 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 13/06/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a CRAIOVA( ROMANIA) il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 06/03/2024 del TRIBUNALE di BRESCIA
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
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IN FATTO E IN DIRITTO
Con ordinanza emessa in data 6 marzo 2024 il Tribunale di Brescia – quale giudice della esecuzione – ha dichiarato estinta per prescrizione la pena infli NOME con sentenza del 22 gennaio 2009 ed ha respinto, nel resto, reclamo dell’interessato.
1.1 Si ritiene, quanto alla parte reiettiva, che la prescrizione della pena infli sentenza del 5 maggio 2008 (irr. il 19 giugno 2008) sia impedita dalla avvenuta commissione (in data 10 marzo 2009) del fatto di reato giudicato con la sentenza del 22 gennaio 2009.
Avverso detta ordinanza ha proposto ricorso per cassazione – nelle forme di legge – NOME COGNOME, deducendo vizio di motivazione.
2.1 II ricorrente, in sintesi, evidenzia che il giudice della esecuzione ha mal re la data di commissione del reato giudicato con la sentenza del 22 gennaio 2009 Ciò perché la data del fatto, come risulta dal certificato penale, è quella d settembre 2007.
Il ricorso è fondato, per le ragioni che seguono.
3.1 II rilievo difensivo trova conferma nella consultazione degli atti (del appare ictu ocuti errato il contenuto della decisione ove si indica una fatto di rea avvenuto dopo la decisione che lo ha giudicato) e ciò conduce all’annullamento con rinvio della decisione impugnata.
Va pertanto disposto l’annullamento della decisione impugnata, con rinvio per nuovo giudizio.
P.Q.M.
Annulla la ordinanza impugnata con rinvio per nuovo giudizio al Tribunale di Brescia.
osì deciso il 13 giugno 2024