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Errore calcolo prescrizione: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione annulla una sentenza della Corte d’Appello a causa di un grave errore calcolo prescrizione. Il giudice di secondo grado aveva dichiarato un reato estinto, omettendo di applicare le corrette proroghe del termine previste dalla legge. La Suprema Corte ha corretto il calcolo, stabilendo che il reato si prescriverà solo nel 2028 e ha rinviato il caso per un nuovo processo d’appello.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore nel Calcolo della Prescrizione: la Cassazione Annulla e Rinvia

Un recente intervento della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18990/2025, ha riacceso i riflettori su un tema tecnico ma cruciale del diritto penale: il calcolo dei termini di prescrizione. Un errore calcolo prescrizione da parte di una Corte d’Appello ha portato all’annullamento di una sentenza che aveva dichiarato estinto un reato, dimostrando come la corretta applicazione delle norme, incluse le proroghe e le sospensioni, sia fondamentale per l’esito di un processo. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere la complessità della materia e le conseguenze di una sua errata interpretazione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Trieste, che aveva giudicato un imputato per un reato previsto dagli articoli 110 e 642, secondo comma, del codice penale. Successivamente, la Corte d’Appello di Trieste, in parziale riforma della decisione di primo grado, aveva dichiarato il reato estinto per intervenuta prescrizione. Contro questa decisione ha proposto ricorso il Procuratore Generale presso la stessa Corte d’Appello, sostenendo che il calcolo effettuato dai giudici di secondo grado fosse sbagliato.

La Decisione della Corte d’Appello e l’Errore sul Calcolo della Prescrizione

La Corte d’Appello aveva ritenuto che il tempo necessario a prescrivere il reato, commesso il 10 settembre 2019, fosse già trascorso al momento della sua pronuncia, l’11 settembre 2024. Questa valutazione, tuttavia, non teneva conto di tutte le disposizioni normative applicabili che estendono il termine di prescrizione. L’errore è consistito nel non applicare correttamente le proroghe derivanti sia dagli eventi interruttivi del processo, sia da una specifica legge che incideva sui reati commessi in un determinato arco temporale.

L’Intervento del Procuratore Generale

Il Procuratore Generale ha impugnato la sentenza, evidenziando come la Corte territoriale avesse trascurato elementi normativi fondamentali. Secondo il ricorso, il termine di prescrizione base di sei anni doveva essere prolungato a causa di specifici eventi interruttivi e di una normativa speciale, la legge n. 103 del 2017. Questo avrebbe spostato la data di estinzione del reato molto più in là nel tempo, rendendo illegittima la declaratoria di prescrizione.

Le Motivazioni della Cassazione sull’Errato Calcolo della Prescrizione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore Generale. I giudici supremi hanno ricostruito minuziosamente il calcolo del termine di prescrizione. Partendo dal termine base di sei anni per il reato contestato, hanno aggiunto una prima proroga di un anno e sei mesi per gli eventi interruttivi verificatisi. Successivamente, hanno applicato un’ulteriore proroga di un anno e sei mesi, come previsto dall’articolo 159, comma 2, n. 1 del codice penale, nel testo introdotto dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma è applicabile ai reati, come quello in esame, commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, come chiarito anche da una recente pronuncia delle Sezioni Unite. Di conseguenza, il termine finale di prescrizione non era affatto maturato, ma andava a scadere solo il 10 settembre 2028. La decisione della Corte d’Appello era, pertanto, viziata da un palese errore calcolo prescrizione e doveva essere annullata.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata, disponendo un rinvio per un nuovo giudizio ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Trieste. Quest’ultima dovrà ora riesaminare il caso nel merito, partendo dal presupposto corretto che il reato non è prescritto. La pronuncia evidenzia l’importanza di una rigorosa e attenta applicazione delle complesse norme sulla prescrizione, la cui interpretazione errata può compromettere l’intero percorso processuale. Per gli operatori del diritto, questa sentenza rappresenta un monito a considerare tutte le variabili normative, incluse le disposizioni transitorie e speciali, che possono incidere in modo determinante sulla vita di un processo penale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello?
La Cassazione ha annullato la sentenza perché la Corte d’Appello ha commesso un errore calcolo prescrizione, dichiarando erroneamente estinto il reato. Il giudice di secondo grado non ha considerato correttamente le proroghe del termine previste sia per gli eventi interruttivi sia per una specifica normativa applicabile (L. 103/2017).

Qual era il termine di prescrizione corretto per il reato in questione?
Secondo la Cassazione, il termine di prescrizione corretto non era ancora scaduto. Partendo dal termine base di sei anni, e aggiungendo le proroghe per un totale di tre anni, la data di estinzione del reato è stata fissata al 10 settembre 2028.

Cosa succede ora nel procedimento?
La sentenza è stata annullata con rinvio. Questo significa che il processo tornerà ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Trieste, che dovrà celebrare un nuovo giudizio nel merito, tenendo conto del principio stabilito dalla Cassazione secondo cui il reato non è prescritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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