Droga di Scarsa Qualità: È Sempre Reato? La Cassazione sull’Efficacia Drogante
La commercializzazione di sostanze stupefacenti è un reato grave, ma cosa succede se la droga in questione è di pessima qualità? Può la sua scarsa efficacia drogante escludere la punibilità? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione su questo tema, delineando i confini tra una sostanza di bassa qualità e una sostanza penalmente irrilevante.
I Fatti del Caso
Tre individui venivano condannati per il reato previsto dall’art. 73, comma 4, del d.P.R. 309/1990 (Testo Unico Stupefacenti). Avverso la sentenza di condanna della Corte d’Appello, proponevano ricorso per Cassazione, basandolo su un unico motivo comune: la violazione dell’art. 49 del codice penale, che disciplina il cosiddetto “reato impossibile”.
Secondo la difesa, la sostanza stupefacente (marijuana) oggetto del procedimento era talmente priva di efficacia drogante e di scarsa qualità da essere stata persino contestata dagli acquirenti. Per questo motivo, la condotta non avrebbe potuto ledere il bene giuridico tutelato dalla norma (la salute pubblica) e, di conseguenza, avrebbe dovuto essere considerata non punibile.
La Tesi Difensiva: Reato Impossibile per Inidoneità della Sostanza
L’argomentazione centrale dei ricorrenti si fondava sul concetto di reato impossibile per inidoneità dell’azione. Sostenevano che vendere una sostanza incapace di produrre effetti psicotropi non potesse integrare il reato di spaccio, poiché l’oggetto materiale del reato (la droga “efficace”) era, di fatto, inesistente.
La Decisione della Corte e le Motivazioni
La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, rigettando completamente la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno innanzitutto chiarito che le doglianze formulate dai ricorrenti esulavano dai limiti del giudizio di legittimità, in quanto miravano a una nuova valutazione del merito dei fatti, attività riservata esclusivamente ai giudici dei primi due gradi di giudizio.
Entrando nel vivo della questione giuridica, la Corte ha sottolineato un dato decisivo emerso nel corso del processo: le analisi chimiche effettuate sulla sostanza avevano rilevato la presenza di un principio attivo pari al 5%. Questo valore, sebbene non elevato, non è pari a zero.
L’Importanza del Principio Attivo per l’Efficacia Drogante
Il fulcro della motivazione risiede proprio qui. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: si può parlare di reato impossibile solo nel caso in cui il principio attivo presente nella sostanza sia talmente irrilevante da non poter produrre alcun effetto drogante. In altre parole, la sostanza non deve essere semplicemente di “scarsa qualità”, ma oggettivamente inidonea a produrre l’effetto stupefacente.
Una percentuale del 5%, sebbene possa indicare una qualità scadente, non equivale a un’assenza totale di principio attivo. Di conseguenza, la sostanza mantiene la sua natura di “stupefacente” ai sensi di legge e la sua cessione integra pienamente il reato contestato. La qualità, più o meno scadente, diventa irrilevante ai fini della configurabilità del reato, che sussiste fintanto che la sostanza è in grado di produrre un effetto, per quanto blando.
Conclusioni
L’ordinanza in esame consolida un importante principio in materia di reati di droga. Per escludere la punibilità invocando il reato impossibile, non è sufficiente dimostrare che la sostanza sia di bassa qualità o che abbia deluso le “aspettative” degli acquirenti. È necessario provare, tramite analisi tecniche, che il principio attivo sia presente in una misura talmente infinitesimale da rendere la sostanza del tutto inidonea a produrre qualsiasi effetto psicotropo. In assenza di tale prova, la presenza, anche minima, di principio attivo è sufficiente a rendere la condotta penalmente rilevante.
Quando una sostanza stupefacente può essere considerata priva di efficacia drogante al punto da escludere il reato?
Secondo la Corte, ciò avviene solo quando il principio attivo è presente in una misura talmente irrilevante da non poter produrre alcun effetto drogante. Una semplice scarsa qualità non è sufficiente.
La scarsa qualità di una sostanza stupefacente è un motivo valido per annullare una condanna per spaccio?
No. La Corte ha stabilito che la qualità più o meno scadente della sostanza è irrilevante ai fini della configurazione del reato, a condizione che sia presente un principio attivo in grado di produrre un effetto, anche se minimo.
Cosa significa ‘reato impossibile’ in materia di stupefacenti?
Significa che la condotta non è punibile perché la sostanza è totalmente inidonea a produrre l’effetto stupefacente. Ciò si verifica quando l’analisi chimica dimostra un’assenza quasi totale di principio attivo, tale da rendere impossibile qualsiasi alterazione psicofisica.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4368 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 4368 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 22/11/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME nato a ANOIA il 07/06/1967 COGNOME NOME nato a POLISTENA il 09/10/1993 COGNOME NOME nato a POLISTENA il 17/12/1988
avverso la sentenza del 29/02/2024 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
COGNOME NOME, COGNOME e COGNOME NOME ricorrono avverso sentenza di condanna per il reato di cui all’art. 73, comma 4, d.P.R.309/1990, deducendo, con unico motivo di ricors comune a tutti i ricorrenti, violazione dell’art. 49 cod. pen., essendo lo stupefacente de marijuana del tutto privo di efficacia drogante e di scarsa qualità, tanto da essere ogget contestazione da parte degli acquirenti.
La doglianza formulata esula dal novero delle censure deducibili in sede di legittimi collocandosi sul piano del merito, investendo profili di valutazione della prova e di ricostruz del fatto riservati alla cognizione del giudice di merito, le cui determinazioni, al riguardo insindacabili in cassazione ove siano sorrette da motivazione congrua, esauriente ed idonea dar conto dell’iter logico-giuridico seguito dal giudicante e delle ragioni del decisum. Nel cas specie, il giudice a quo, alla pagina 31 della sentenza gravata, ha richiamato i risultati analisi chimiche effettuAte sulla sostanza in oggetto, da cui risulta un principio attivo pari a e non pari a zero, come iIm il. ricorrent4, e ha affermato che non assume rilevanza la qualità, più o meno scadente, della sostanza, ai fini della configurazione del reato.
Al riguardo, si precisa che solo nel caso in cui il principio attivo effettivamente presente sostanza sia di misura talmente irrilevante da non poter produrre alcun effetto drogante, sostanza stupefacente non può considerarsi “stupefacente”, ricorrendo l’ipotesi del re impossibile per inidoneità del mezzo ex art. 49 cod. pen. (Sez. n. 12444 de/ 15/05/1990 Ud. (dep. 17/09/1990) Rv. 185343).
Rilevato che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con condanna dei ricorrenti pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa dell ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila a favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 22/11/2024
Il Consigliere estensore
Il Presidente