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Effetto estensivo impugnazione e sequestro preventivo

La Corte di Cassazione chiarisce l’applicazione del principio dell’effetto estensivo dell’impugnazione in materia di misure cautelari reali. Una dichiarazione di incompetenza territoriale, ottenuta da alcuni coindagati, ha determinato l’inefficacia del sequestro preventivo anche nei confronti di un’altra indagata che non aveva proposto ricorso, poiché il giudice competente non ha rinnovato la misura entro i termini di legge. La sentenza annulla quindi l’ordinanza che aveva respinto la richiesta di revoca del sequestro.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Effetto estensivo dell’impugnazione: la Cassazione e il sequestro

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30666 del 2024, ha offerto un importante chiarimento sul principio dell’effetto estensivo dell’impugnazione in materia di misure cautelari reali. La decisione stabilisce che la declaratoria di incompetenza territoriale ottenuta da alcuni coindagati si estende anche a chi non ha proposto ricorso, rendendo inefficace il sequestro preventivo se non rinnovato tempestivamente dal giudice competente. Questo principio garantisce uniformità di trattamento in situazioni processuali comuni a più indagati.

I Fatti del Caso

Una imprenditrice si vedeva sottoporre a sequestro preventivo le quote di una società di cui era socia accomandataria, su ordine del G.i.p. del Tribunale di Venezia. Il provvedimento rientrava in un’ampia indagine per reati fiscali che coinvolgeva diciotto persone, accusate di un’evasione complessiva superiore a 21 milioni di euro.

Due coindagati, tuttavia, impugnavano con successo il provvedimento di sequestro dinanzi al Tribunale del riesame di Venezia, ottenendo una declaratoria di incompetenza territoriale a favore del Tribunale di Padova. Di conseguenza, gli atti venivano trasmessi alla Procura di Padova. Il G.i.p. padovano, però, rinnovava il sequestro solo nei confronti dei due coindagati che avevano presentato ricorso, ritenendo che il decreto originario del G.i.p. di Venezia rimanesse valido ed efficace per tutti gli altri, inclusa l’imprenditrice.

L’interessata presentava quindi un’istanza di revoca del sequestro al Tribunale di Padova, sostenendo che l’inefficacia dovesse estendersi anche a lei. L’istanza veniva respinta, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Applicazione dell’Effetto Estensivo dell’Impugnazione

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 587 del codice di procedura penale, che disciplina l’effetto estensivo dell’impugnazione. Questo principio stabilisce che, se un imputato ottiene un esito favorevole in appello per motivi che non sono esclusivamente personali, gli effetti di tale decisione si estendono anche agli altri coimputati nello stesso procedimento che non hanno impugnato.

La difesa della ricorrente ha sostenuto che la declaratoria di incompetenza territoriale non è un motivo personale, ma una questione procedurale oggettiva, comune a tutti gli indagati per i medesimi reati. Pertanto, la decisione del Tribunale di Venezia avrebbe dovuto produrre effetti anche nei suoi confronti, facendo venir meno l’efficacia del sequestro originario.

Altri Aspetti dell’Effetto Estensivo dell’Impugnazione

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire che l’istituto dell’effetto estensivo dell’impugnazione è pienamente applicabile anche nel campo delle misure cautelari reali. La giurisprudenza, comprese le Sezioni Unite, ha progressivamente ampliato l’operatività di questo principio, superando un orientamento iniziale più restrittivo.

Un vizio del provvedimento cautelare, quando è così radicale da essere comune a tutti i coindagati, non può che portare a un’estensione degli effetti favorevoli della decisione. Questo vale a maggior ragione per le questioni di competenza, che per loro natura riguardano l’intero impianto accusatorio e non le singole posizioni personali.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e dichiarando l’inefficacia sopravvenuta del decreto di sequestro.

Il ragionamento della Corte si fonda su diversi punti cardine:
1. Applicabilità dell’art. 587 c.p.p.: I giudici hanno confermato che il principio dell’effetto estensivo si applica pienamente ai procedimenti relativi a misure cautelari reali.
2. Natura non personale del motivo: La questione della competenza territoriale è un motivo oggettivo e non esclusivamente personale. Riguarda la corretta individuazione del giudice naturale del procedimento e, come tale, è comune a tutti i coindagati per lo stesso reato.
3. Conseguenze della declaratoria di incompetenza: Una volta dichiarata l’incompetenza del giudice che ha emesso la misura, questa perde efficacia se il giudice competente, ricevuti gli atti, non provvede a emetterne una nuova entro il termine perentorio di venti giorni, come previsto dall’art. 27 c.p.p. Nel caso di specie, il G.i.p. di Padova non ha emesso un nuovo decreto di sequestro nei confronti della ricorrente entro tale termine.
4. Competenza a decidere: La Corte ha inoltre precisato che la richiesta di revoca era stata correttamente presentata al G.i.p. di Padova, in quanto giudice presso cui si trovava il Pubblico Ministero con la disponibilità materiale degli atti del procedimento.

Avendo accertato la cessazione dell’efficacia del sequestro per queste ragioni procedurali, la Corte ha ritenuto assorbite le altre censure relative alla sussistenza del fumus commissi delicti e del periculum in mora.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante affermazione del principio di legalità e di parità di trattamento nel processo penale. Stabilisce in modo inequivocabile che i benefici derivanti da una decisione favorevole su questioni procedurali oggettive, come la competenza, devono estendersi a tutti i coindagati, anche a coloro che non hanno attivato i mezzi di impugnazione. Questa decisione rafforza le garanzie difensive, impedendo che un provvedimento cautelare, emesso da un giudice riconosciuto come incompetente, possa continuare a produrre effetti in modo ingiustificato nei confronti di alcuni indagati e non di altri. Di conseguenza, è stata ordinata l’immediata restituzione dei beni sequestrati all’imprenditrice.

L’effetto estensivo dell’impugnazione si applica anche in caso di incompetenza del giudice che ha emesso un sequestro?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’effetto estensivo dell’impugnazione si applica pienamente. La dichiarazione di incompetenza del giudice è un motivo non esclusivamente personale e, pertanto, la decisione favorevole ottenuta da un coindagato si estende anche a chi non ha impugnato.

Se un sequestro viene annullato per incompetenza grazie al ricorso di un coindagato, cosa succede agli altri indagati che non hanno fatto ricorso?
Anche per gli indagati che non hanno fatto ricorso, il decreto di sequestro originario perde efficacia. Il giudice dichiarato competente ha 20 giorni dalla trasmissione degli atti per emettere un nuovo provvedimento. Se non lo fa, la misura cessa definitivamente di avere effetto, come accaduto nel caso di specie.

A quale giudice bisogna chiedere la revoca di un sequestro dopo che gli atti sono stati trasmessi a una nuova Procura per incompetenza?
La richiesta di revoca deve essere presentata al giudice per le indagini preliminari del tribunale presso il quale si trova il Pubblico Ministero che ha la disponibilità materiale degli atti del procedimento. Non è necessario rivolgersi al giudice che ha emesso originariamente la misura, ormai dichiarato incompetente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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