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Effetto devolutivo appello PM: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato, condannato in appello dopo un’assoluzione in primo grado. Viene ribadito il principio del pieno effetto devolutivo appello del Pubblico Ministero, che consente al giudice di secondo grado di riesaminare l’intera causa, anche oltre i motivi specifici dell’impugnazione, ripristinando una cognizione completa dei fatti.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Effetto Devolutivo Appello del PM: La Cassazione Conferma i Pieni Poteri del Giudice di Secondo Grado

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su un principio cardine del processo penale: l’effetto devolutivo appello promosso dal Pubblico Ministero (PM) contro una sentenza di assoluzione. La Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso di un imputato, ha ribadito con forza che l’impugnazione del PM conferisce al giudice di secondo grado poteri di riesame ampi e completi, non limitati ai singoli punti contestati. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per comprendere le dinamiche del processo d’appello.

Il Contesto del Caso: Dall’Assoluzione alla Condanna

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di primo grado del Tribunale di Palermo, che aveva assolto un imputato dall’accusa di cessione di sostanze stupefacenti in concorso. Il Pubblico Ministero, non condividendo la decisione, proponeva appello. La Corte d’Appello di Palermo, accogliendo l’impugnazione, riformava parzialmente la sentenza: riqualificava il reato e, ritenuta la recidiva, condannava l’imputato a una pena di due anni e tre mesi di reclusione, oltre a una multa di 3.500 euro.

Il Motivo del Ricorso: Una Presunta Violazione dell’Effetto Devolutivo Appello

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso per cassazione, sollevando un unico motivo: la violazione dell’articolo 597 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe ecceduto i limiti della sua cognizione, andando oltre i punti specifici della decisione di primo grado che erano stati oggetto dei motivi d’appello del PM. In sostanza, si contestava che il giudice di secondo grado avesse riesaminato la causa in modo più ampio di quanto richiesto dalla pubblica accusa, determinando così la nullità della sentenza di condanna.

Le Motivazioni della Cassazione sul Pieno Effetto Devolutivo Appello

La Suprema Corte ha respinto categoricamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso manifestamente inammissibile. I giudici hanno richiamato il principio, consolidato e autorevolmente espresso anche dalle Sezioni Unite, secondo cui l’appello del PM contro una sentenza di assoluzione ha un effetto pienamente devolutivo.

Questo significa che, salva la necessità di rimanere entro i confini dell’originaria contestazione, il giudice d’appello (ad quem) acquisisce poteri decisori ampi e completi. Il processo, di fatto, torna a una fase in cui l’intera materia del contendere viene riesaminata. Di conseguenza:

1. L’imputato è rimesso nella fase iniziale del giudizio: può riproporre tutte le istanze e le difese, anche quelle già respinte in primo grado, riguardanti sia la ricostruzione dei fatti sia la loro qualificazione giuridica.
2. Il giudice d’appello non è vincolato ai motivi del PM: è legittimato a verificare tutte le risultanze processuali e a riconsiderare anche punti della sentenza di primo grado che non sono stati oggetto di specifica critica da parte del PM. Non è tenuto a scegliere tra le alternative decisorie prospettate nell’atto di appello, ma deve esprimere una propria autonoma valutazione sull’intera vicenda.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione conferma che l’appello del Pubblico Ministero contro un’assoluzione non è una semplice richiesta di correzione di specifici errori, ma apre la strada a un nuovo e completo giudizio di merito. Per l’imputato, ciò comporta la necessità di preparare una difesa a 360 gradi, consapevole che ogni aspetto della sua posizione potrà essere nuovamente vagliato. Per il sistema giudiziario, questa interpretazione garantisce che il giudice d’appello abbia tutti gli strumenti per giungere a una decisione giusta, basata su un esame completo e non frammentario delle prove e del diritto.

Che cosa significa ‘effetto devolutivo’ dell’appello del Pubblico Ministero contro una sentenza di assoluzione?
Significa che l’intero processo viene trasferito al giudice d’appello, il quale ha il potere di riesaminare tutti gli aspetti del caso, sia di fatto che di diritto, senza essere limitato ai soli punti specifici sollevati dal PM nel suo atto di appello.

Il giudice d’appello può riconsiderare punti della sentenza di primo grado non criticati dal Pubblico Ministero?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di appello del PM contro un’assoluzione, il giudice d’appello è legittimato a verificare tutte le risultanze processuali e a riconsiderare anche i punti non oggetto di specifica critica, non essendo vincolato alle alternative decisorie prospettate nei motivi di appello.

Quali diritti ha l’imputato quando il PM appella la sua assoluzione?
L’imputato viene rimesso nella fase iniziale del giudizio e può riproporre tutte le istanze relative alla ricostruzione dei fatti e alla loro qualificazione giuridica, anche se fossero state respinte in primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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