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Eccessività della pena: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la presunta eccessività della pena. La Corte ha ribadito che la determinazione della sanzione rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale aveva adeguatamente motivato la sua decisione basandosi sulla condotta e la personalità dell’imputato.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Eccessività della Pena: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza n. 26045/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per l’eccessività della pena. Con questa decisione, la Suprema Corte ribadisce un principio consolidato: la valutazione sulla misura della sanzione penale è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere oggetto di una nuova valutazione in sede di legittimità, se non in casi eccezionali di manifesta illogicità della motivazione.

Il Fatto

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente riguardava la presunta eccessività della pena inflitta nei gradi di merito. L’imputato riteneva la sanzione non congrua, chiedendone una riduzione alla Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno sottolineato che un motivo di ricorso che si limita a contestare l’eccessività della sanzione non è consentito dalla legge in sede di legittimità. Tale valutazione, infatti, attiene al merito della vicenda e non a una violazione di legge, unico ambito di competenza della Cassazione.

Le Motivazioni: la Discrezionalità del Giudice e i Limiti del Sindacato di Legittimità

La Corte ha basato la sua decisione su principi giurisprudenziali consolidati. In primo luogo, ha riaffermato che la graduazione della pena, inclusi gli aumenti per le aggravanti e le diminuzioni per le attenuanti, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Questo potere non è arbitrario, ma deve essere esercitato nel rispetto dei criteri guida indicati dagli articoli 132 e 133 del codice penale.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno riscontrato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata e congrua. La sentenza impugnata aveva fatto specifico riferimento a elementi decisivi per giustificare la misura della pena, quali:

* Le particolari modalità della condotta.
* Il contegno tenuto dall’imputato nei confronti del personale penitenziario.
* La personalità complessiva dell’imputato.

Secondo la Cassazione, la Corte di merito ha correttamente adempiuto al suo onere argomentativo, rendendo la sua decisione incensurabile in sede di legittimità. Il ricorso, pertanto, è stato giudicato manifestamente infondato, in quanto mirava a ottenere una nuova e non consentita valutazione dei fatti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma che la strategia difensiva di contestare genericamente l’eccessività della pena in Cassazione è destinata all’insuccesso. Per poter sperare in un accoglimento, il ricorso non deve limitarsi a lamentare una pena ritenuta troppo severa, ma deve individuare vizi specifici nella motivazione del giudice di merito, come una manifesta illogicità o una violazione di legge nell’applicazione dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p.

La decisione comporta, per il ricorrente, non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, a testimonianza della serietà con cui l’ordinamento sanziona i ricorsi palesemente infondati.

È possibile contestare l’eccessività della pena davanti alla Corte di Cassazione?
No, secondo l’ordinanza, il motivo di ricorso che contesta l’eccessività della pena non è consentito in sede di legittimità (davanti alla Corte di Cassazione), poiché la valutazione sulla misura della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito.

Quali criteri utilizza il giudice per decidere l’entità di una pena?
Il giudice esercita la sua discrezionalità basandosi sui principi degli articoli 132 e 133 del codice penale, considerando elementi come le modalità della condotta, il comportamento tenuto dall’imputato (in questo caso, verso il personale penitenziario) e la sua personalità.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nell’ordinanza (in questo caso, 3.000 euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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