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Eccessività della pena: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto. Il motivo del ricorso, basato sull’eccessività della pena, è stato respinto in quanto la determinazione della sanzione rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che nel caso specifico aveva fornito una motivazione adeguata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Eccessività della Pena: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9092 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale penale: la valutazione sulla congruità della sanzione è di competenza esclusiva del giudice di merito. Un ricorso basato unicamente sull’eccessività della pena rischia di essere dichiarato inammissibile se non evidenzia vizi logici o giuridici nella motivazione del giudice. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un individuo, dopo essere stato condannato sia in primo grado che in appello per il reato di tentato furto, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza sollevato dalla difesa riguardava la presunta eccessività della pena inflitta. Secondo il ricorrente, la motivazione della Corte d’Appello di Genova a sostegno della quantificazione della pena era mancante, contraddittoria e manifestamente illogica.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Eccessività della Pena

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno sottolineato che un motivo di ricorso che si limiti a criticare l’entità della pena non è consentito in sede di Cassazione. La graduazione della pena, infatti, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, che lo esercita seguendo i criteri indicati dagli articoli 132 e 133 del codice penale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito che il ruolo del giudice di legittimità non è quello di effettuare una nuova valutazione nel merito della vicenda, ma di controllare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano adempiuto al loro onere argomentativo, fornendo un congruo riferimento agli elementi ritenuti decisivi per la commisurazione della pena, come indicato nelle pagine 2 e 3 della sentenza d’appello.

Secondo l’indirizzo consolidato della giurisprudenza, la doglianza sull’eccessività della pena può trovare accoglimento in Cassazione solo in casi eccezionali: quando la motivazione del giudice è totalmente assente, oppure è talmente contraddittoria o manifestamente illogica da risultare inesistente. In assenza di tali vizi, la decisione del giudice di merito è insindacabile.

La declaratoria di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Limiti al Sindacato di Legittimità sulla Pena

Questa ordinanza conferma che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado di giudizio” dove si possono ridiscutere le valutazioni di fatto, come la determinazione della pena. Il suo compito è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. Gli avvocati devono quindi prestare la massima attenzione nel formulare i motivi di ricorso, concentrandosi su vizi di legittimità reali e dimostrabili, piuttosto che su una generica contestazione della severità della sanzione. La discrezionalità del giudice di merito, se correttamente motivata, rappresenta un baluardo invalicabile in sede di legittimità.

È possibile contestare in Cassazione una pena ritenuta troppo alta?
No, non è possibile contestare l’entità della pena in sé, poiché la sua determinazione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Il ricorso è ammesso solo se si dimostra che la motivazione del giudice a sostegno di quella pena è completamente assente, manifestamente illogica o contraddittoria.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione lo respinge senza analizzarne il merito, perché i motivi presentati non sono tra quelli previsti dalla legge per un ricorso di legittimità. Nel caso specifico, la critica all’eccessività della pena non costituisce un valido motivo.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questa vicenda, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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