Dubbio Ragionevole: Versione Alternativa Illogica Non Scagiona l’Imputato
Il principio del dubbio ragionevole rappresenta un pilastro del nostro sistema processuale penale, stabilendo che una condanna può essere emessa solo quando la colpevolezza dell’imputato è provata al di là di ogni incertezza logica. Ma cosa accade quando la difesa propone una ricostruzione alternativa dei fatti? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce che non basta qualsiasi ipotesi per far sorgere un dubbio legittimo: la versione alternativa deve avere una sua logica e non essere puramente congetturale.
I Fatti del Processo: Un’Offesa in Carcere
Il caso ha origine all’interno di un istituto penitenziario. Un detenuto è stato accusato e condannato in primo e secondo grado per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341-bis c.p.). L’accusa si basava su un’espressione offensiva proferita dal detenuto e ritenuta indirizzata a un agente della Polizia Penitenziaria che gli aveva chiesto di consegnare delle lenzuola.
La Difesa dell’Imputato e la Versione Alternativa
L’imputato ha sempre contestato questa ricostruzione. Durante il processo, ha sostenuto che la frase oltraggiosa non fosse diretta all’agente, ma al proprio compagno di cella. Questa versione è stata confermata in aula dallo stesso compagno di detenzione. La difesa ha quindi basato il suo ricorso per Cassazione sulla presunta erronea valutazione di questa prova, sostenendo che avrebbe dovuto generare un dubbio ragionevole sulla colpevolezza dell’imputato.
La Decisione della Cassazione: il concetto di dubbio ragionevole
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna. I giudici hanno stabilito che i motivi del ricorso erano generici e riproponevano censure già correttamente valutate e respinte nei precedenti gradi di giudizio.
Le motivazioni
Il cuore della decisione risiede nella valutazione della plausibilità della versione alternativa. La Corte ha sottolineato come i giudici di merito avessero già ritenuto “inverosimile” la tesi difensiva con una motivazione logica e coerente. In particolare, il Tribunale aveva evidenziato che la richiesta di consegnare le lenzuola proveniva dagli agenti, non dal compagno di cella. Risultava quindi illogico che la reazione offensiva dell’imputato, legata proprio a quella richiesta, fosse indirizzata al compagno di detenzione. L’inverosimiglianza era tale che i giudici di primo grado avevano disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare l’ipotesi di falsa testimonianza a carico del compagno di cella, ai sensi dell’art. 207 c.p.p.
La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in tema di prova: il dubbio idoneo a scagionare un imputato deve essere “ragionevole”, ovvero deve trovare conforto nella logica e negli elementi processuali. Non può fondarsi su un’ipotesi del tutto congetturale, sebbene astrattamente plausibile. In presenza di ricostruzioni alternative, il giudice deve individuare gli elementi di conferma per la tesi accolta, e in questo caso la tesi accusatoria era supportata dalla logica della sequenza degli eventi e dalle testimonianze degli agenti.
Le conclusioni
Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: presentare una versione alternativa dei fatti non è di per sé sufficiente per ottenere un’assoluzione. Tale versione deve essere credibile, logica e supportata, anche indirettamente, da elementi concreti che possano minare seriamente la ricostruzione accusatoria. Quando l’ipotesi difensiva appare palesemente illogica e contraddetta dal contesto, come nel caso di specie, non è in grado di generare quel dubbio ragionevole che la legge richiede per escludere la colpevolezza. La declaratoria di inammissibilità ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Quando una versione alternativa dei fatti è sufficiente a creare un dubbio ragionevole?
Secondo la Corte, una versione alternativa dei fatti può creare un dubbio ragionevole solo quando è ‘ragionevole’, cioè trova conforto nella logica e non si basa su un’ipotesi del tutto congetturale, seppur plausibile.
Perché la testimonianza del compagno di cella non è stata ritenuta credibile?
La testimonianza è stata giudicata inverosimile perché la frase offensiva era stata pronunciata in reazione a una richiesta degli agenti di polizia penitenziaria. I giudici hanno ritenuto illogico che tale frase fosse indirizzata al compagno di cella e non agli agenti stessi. La sua testimonianza è stata ritenuta talmente inattendibile da disporre la trasmissione degli atti alla Procura per accertare un’eventuale falsa testimonianza.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende. La sentenza di condanna impugnata diventa definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23337 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23337 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 31/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROTONDELLA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/04/2022 della CORTE APPELLO di POTENZA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; dato avviso alle parti; esaminati i motivi del ricorso di COGNOME NOME;
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che i motivi dedotti avverso la sentenza di condanna per il reato cui all’art. 341-bis non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, generici e riproduttivi di censure adeguatamente vagliate e disattese con cor argomenti giuridici nella sentenza impugnata che ha, con motivazione non illogic disatteso la censura dell’imputato secondo il quale l’espressione offensiva no rivolta all’operatore della Polizia penitenziaria ma ad un compagno di cella (c da quest’ultimo dichiarato). Al riguardo, la Corte territoriale ha rilevato ricostruzione alternativa dei fatti “è già stata ritenuta inverosimile alla lu parziale ammissione del COGNOME richiamata in sentenza”; il Tribunale (pag. 3 della sentenza di primo grado) ha evidenziato che la sussistenza del rea dimostrata – oltre che dalle dichiarazioni rese da un teste, assistente della penitenziaria che ha assistito all’episodio – dalla inverosimiglianza del alternativa secondo la quale l’espressione oltraggiosa, che l’imputato non neg avere profferito, sarebbe stata indirizzata al compagno di cella, rilevando, in certamente non illogico, che la richiesta di consegnare le lenzuola proveniva pubblici ufficiali e che non si vede perché NOME avrebbe dovuto rivolgere la f oltraggiosa – che si riferisce proprio a detta consegna – al compagno di detenz (per le cui dichiarazioni rese nel giudizio di primo grado è stata dispo trasmissione degli atti alla Procura ai sensi dell’art. 207 cod. proc. pen.). di merito hanno dunque fatto buon governo del principio in base al quale in t di prova, il dubbio idoneo ad introdurre una ipotesi alternativa di ricostruzio fatti è soltanto quello «ragionevole», ovvero quello che trova conforto nella lo sicché, in caso di prospettazioni alternative, occorre comunque individuare elementi di conferma dell’ipotesi ricostruttiva accolta, non potendo il d fondarsi su un’ipotesi del tutto congetturale, seppure plausibile (Sez. 3, n del 21/01/2021, P., Rv. 281647 – 04). Corte di Cassazione – copia non ufficiale
Considerato che all’inammissibilità dell’impugnazione segue la condanna delle ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore de cassa delle ammende, che si ritiene conforme a giustizia liquidare come dispositivo.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 31 maggio 2024
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Il onsigliere relatore
Il Presidente