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Doppia conformità: no sanatoria per abusi edilizi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due proprietari contro un ordine di demolizione per un grave abuso edilizio. La Corte ha ribadito la necessità del requisito della doppia conformità, ovvero la conformità dell’opera alle norme urbanistiche sia al momento della sua realizzazione che al momento della richiesta di sanatoria. È stata inoltre esclusa l’applicazione retroattiva del cosiddetto “decreto salva-casa”, poiché la nuova normativa non può sanare abusi realizzati in totale assenza di titolo autorizzativo.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Doppia Conformità: la Cassazione Nega la Sanatoria per Abuso Edilizio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di abusi edilizi: la necessità della doppia conformità per poter accedere alla sanatoria. Il caso analizzato chiarisce come l’assenza di conformità urbanistica al momento della realizzazione dell’opera impedisca la regolarizzazione, anche alla luce delle nuove normative come il cosiddetto “decreto salva-casa”.

Il Caso: Dall’Abuso Edilizio al Ricorso in Cassazione

La vicenda riguarda due proprietari immobiliari condannati per aver realizzato un significativo ampliamento abusivo della loro abitazione, consistente in un aumento di superficie, pilastri in cemento armato, una rampa e un torrino scala, il tutto in totale assenza di permesso di costruire. A seguito della condanna, era stato emesso un ordine di demolizione.

I proprietari si sono opposti all’ordine, chiedendone la revoca o la sospensione, ma il Tribunale, in qualità di giudice dell’esecuzione, ha respinto la loro istanza. Contro questa decisione, hanno proposto ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali: la presunta violazione delle norme sulla sanatoria edilizia e la violazione del principio di proporzionalità e del diritto all’abitazione.

La Questione della Doppia Conformità e del “Decreto Salva-Casa”

Il primo motivo di ricorso si fondava sull’errata valutazione, a dire dei ricorrenti, del requisito della doppia conformità. Essi sostenevano di averlo rispettato e invocavano l’applicazione del nuovo art. 36-bis del d.P.R. 380/2001, introdotto dal “decreto salva-casa”.

La Corte ha respinto fermamente questa argomentazione. Il giudice dell’esecuzione aveva correttamente evidenziato che i ricorrenti avevano asseverato la conformità dell’opera solo al momento della presentazione della domanda, e non al momento della commissione dell’abuso. Questa carenza era stata confermata da due note ufficiali del Comune, rendendo impossibile il rilascio del titolo in sanatoria.

Il Principio di Proporzionalità e il Diritto all’Abitazione

Con il secondo motivo, i ricorrenti lamentavano la violazione del principio di proporzionalità sancito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), sostenendo che l’immobile da demolire fosse la loro unica abitazione. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile.

Le Motivazioni della Corte: Inammissibilità su Tutta la Linea

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascun punto.

La Mancanza della Doppia Conformità

La sentenza riafferma con forza il consolidato orientamento giurisprudenziale: la sanatoria degli abusi edilizi richiede che l’intervento sia conforme alla disciplina urbanistica vigente in due momenti distinti: quello della realizzazione del manufatto e quello della presentazione della domanda. L’assenza di una di queste due condizioni, come nel caso di specie, preclude inesorabilmente la possibilità di sanare l’abuso. La Corte ha sottolineato che la valutazione del giudice di merito su questo punto si basa su dati oggettivi (le note del Comune) e non è rivalutabile in sede di legittimità.

L’Inapplicabilità del Nuovo “Decreto Salva-Casa”

La Corte ha escluso l’applicabilità del cosiddetto “decreto salva-casa” (d.l. n. 69/2024) per due ragioni fondamentali. In primo luogo, la legge non contiene disposizioni transitorie che ne permettano l’applicazione retroattiva a istanze presentate prima della sua entrata in vigore. In assenza di una previsione espressa, vale il principio generale di irretroattività della legge (art. 11 disp. prel. c.c.).

In secondo luogo, e in modo ancora più dirimente, il nuovo istituto si applica a casi di parziale difformità o variazioni essenziali, ma non può sanare interventi realizzati in “totale assenza” di titolo autorizzativo, come quello oggetto del giudizio. La doppia conformità rimane una norma fondamentale di riforma economico-sociale, la cui deroga è assolutamente eccezionale.

Motivi Nuovi non Ammessi in Cassazione

Infine, la Corte ha dichiarato inammissibile il motivo relativo alla proporzionalità, in quanto non era stato sollevato nell’istanza originaria presentata al giudice dell’esecuzione. Il ricorso per cassazione non può introdurre questioni nuove. Inoltre, i giudici hanno osservato che l’affermazione di possedere solo quell’immobile era generica e non supportata da alcuna prova sulle condizioni patrimoniali, economiche o di salute dei ricorrenti, i quali avevano avuto oltre venticinque anni per trovare una soluzione abitativa alternativa.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida principi cardine in materia edilizia. In primo luogo, conferma che la sanatoria è un’eccezione che richiede il rigoroso rispetto del requisito della doppia conformità. In secondo luogo, chiarisce che le nuove normative, come il “decreto salva-casa”, non rappresentano un condono generalizzato e non hanno efficacia retroattiva per sanare gli abusi più gravi commessi in passato. Infine, ricorda l’importanza di articolare compiutamente tutte le proprie difese fin dal primo grado del procedimento di esecuzione, poiché non è possibile introdurre nuove argomentazioni, soprattutto se basate su valutazioni di fatto, per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione.

È possibile ottenere una sanatoria per un abuso edilizio se l’opera era conforme solo al momento della domanda ma non quando è stata costruita?
No, la sentenza conferma che per la sanatoria è indispensabile il requisito della “doppia conformità”: l’opera deve rispettare le normative urbanistiche sia al momento della sua realizzazione sia al momento della presentazione della domanda.

Il nuovo “decreto salva-casa” si applica retroattivamente alle domande di sanatoria presentate prima della sua entrata in vigore?
No, la Corte ha stabilito che, in assenza di una specifica norma transitoria, il “decreto salva-casa” non ha effetto retroattivo e non può essere applicato a istanze presentate prima della sua entrata in vigore (30 maggio 2024). Inoltre, non si applica agli abusi realizzati in totale assenza di titolo edilizio.

Si può sollevare per la prima volta in Cassazione la violazione del principio di proporzionalità per un ordine di demolizione?
No, il ricorso in Cassazione non può devolvere questioni diverse da quelle proposte al giudice di merito. La Corte ha dichiarato inammissibile tale motivo perché non era stato dedotto nell’istanza originaria presentata al giudice dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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