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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un macellaio condannato per l’uso di solfiti nella carne. La decisione si fonda sul principio della “doppia conforme”, ovvero la presenza di due sentenze di merito concordanti, e sulla genericità dei motivi di ricorso, che non contestavano efficacemente le motivazioni delle corti inferiori.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Doppia Conforme: La Cassazione e i Limiti del Ricorso

Quando due sentenze di merito giungono alla stessa conclusione, la possibilità di ribaltare il verdetto in Cassazione si restringe notevolmente. È quanto emerge da una recente ordinanza che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati alimentari, proprio in virtù della cosiddetta doppia conforme. Questo principio processuale rafforza la decisione dei giudici di merito e impone all’appellante un onere di contestazione molto più specifico e rigoroso.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda il titolare di una macelleria, condannato in primo grado e in appello alla pena di otto mesi di reclusione per aver adulterato prodotti alimentari. Nello specifico, l’imputato aveva aggiunto solfiti, una sostanza non consentita, a degli hamburger destinati alla vendita. La presenza di questi additivi, di origine non naturale, è stata considerata prova di un’aggiunta volontaria e deliberata, integrando così i reati previsti dagli articoli 440 e 516 del codice penale.

L’imputato ha presentato ricorso per Cassazione lamentando due aspetti principali:
1. Una motivazione eccessivamente sintetica sulla sua responsabilità.
2. Il rigetto della richiesta di concessione delle attenuanti generiche, basato su una motivazione ritenuta solo apparente.

L’inammissibilità del ricorso in caso di doppia conforme

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per genericità. I giudici hanno sottolineato che, in presenza di una doppia conforme, la motivazione della sentenza d’appello si salda con quella di primo grado, creando un corpo argomentativo unitario e solido. Il ricorrente, per avere successo, non può limitarsi a una critica generica, ma deve individuare specifiche contraddizioni o vizi logici nel ragionamento complessivo dei giudici di merito.

Nel caso di specie, il ricorrente non si è confrontato adeguatamente con le motivazioni dei giudici, i quali avevano chiaramente stabilito la sua responsabilità sulla base di elementi concreti: la rilevante presenza di solfiti, la loro provenienza non naturale e la presunzione che fosse stato proprio l’imputato, nel preparare la carne, ad aggiungere la sostanza vietata con dolo generico.

La Negazione delle Attenuanti Generiche

Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato come i giudici di merito avessero negato il beneficio non con una motivazione apparente, ma sulla base di una valutazione precisa della condotta dell’imputato. Era stata evidenziata “la spregiudicatezza della loro condotta e la insensibilità dimostrata per i concreti rischi che ne potevano derivare ai consumatori”. La Corte d’Appello aveva ulteriormente rafforzato questa valutazione, sottolineando l'”elevata lesività” del comportamento, a differenza di quanto avvenuto per un coimputato a cui le attenuanti erano state concesse.

le motivazioni

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale del suo ruolo: il giudice di legittimità non può procedere a una nuova e diversa valutazione dei fatti. Il suo compito non è sostituire la propria opinione a quella dei giudici di merito, ma verificare la correttezza logico-giuridica del provvedimento impugnato. Poiché nel caso in esame la decisione era priva di vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile. L’imputato, di fatto, chiedeva una rivalutazione delle prove, attività preclusa in sede di legittimità.

le conclusioni

La decisione conferma che l’istituto della doppia conforme rappresenta un solido baluardo contro ricorsi generici e dilatori. Per impugnare efficacemente due sentenze concordanti, è necessario formulare critiche puntuali, specifiche e capaci di minare la coerenza logica del ragionamento dei giudici. In assenza di tali elementi, il ricorso si risolve in una mera richiesta di riesame del merito, destinata a essere dichiarata inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi erano generici e non si confrontavano specificamente con la motivazione delle sentenze di primo e secondo grado, le quali costituivano una “doppia conforme”.

Cosa significa “doppia conforme” in questo contesto?
Significa che sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno emesso sentenze con lo stesso esito, basate su un’analisi concorde dei fatti. Questo crea un quadro accusatorio molto solido che può essere contestato in Cassazione solo per vizi di legittimità (errori di diritto o illogicità manifesta) e non per una diversa interpretazione dei fatti.

Per quale motivo non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche sono state negate a causa della gravità della condotta dell’imputato, caratterizzata da “spregiudicatezza” e “insensibilità” verso i rischi per la salute dei consumatori, elementi che indicavano un’elevata lesività del suo comportamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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