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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di tre imputati condannati per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. La Corte ha confermato la validità della sentenza d’appello, basata su una doppia conforme, ritenendo i motivi di ricorso generici e una mera riproposizione di censure già respinte, senza evidenziare vizi logici o giuridici nella valutazione delle prove.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Doppia conforme: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione penale, la n. 19423 del 2025, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per cassazione, specialmente in presenza di una doppia conforme. Quando i giudici di primo grado e d’appello concordano sulla colpevolezza di un imputato, le possibilità di ribaltare la decisione in sede di legittimità si riducono notevolmente. Il caso in esame riguarda condanne per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, e la Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, ribadendo che il suo ruolo non è quello di un ‘terzo giudice’ del fatto.

I Fatti di Causa

Tre individui sono stati condannati in primo grado e in appello per aver partecipato a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico. Le accuse variavano dalla partecipazione stabile al sodalizio (art. 74 d.P.R. 309/90), aggravata dal metodo mafioso, a episodi specifici di cessione di stupefacenti e tentato acquisto di ingenti quantitativi di cocaina. Le condanne si basavano su un vasto compendio probatorio, incluse intercettazioni telefoniche, ambientali e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, acquisite nell’ambito di un procedimento con rito abbreviato.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Le difese degli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente vizi di motivazione e violazione di legge. Sostenevano che:
1. La partecipazione di due degli imputati al sodalizio fosse stata meramente occasionale e non stabile, come richiesto per configurare il reato associativo.
2. Le prove, in particolare le intercettazioni, fossero state interpretate erroneamente dai giudici di merito.
3. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non fossero sufficientemente attendibili o riscontrate.
4. Per uno degli imputati, il tentativo di acquisto di droga non fosse mai entrato in una fase penalmente rilevante, rimanendo un mero proposito.

In sostanza, i ricorrenti chiedevano alla Corte di Cassazione una rivalutazione complessiva del materiale probatorio, proponendo una lettura alternativa dei fatti.

Il Principio della doppia conforme e il ruolo della Cassazione

La Corte ha respinto tutte le argomentazioni, dichiarando i ricorsi inammissibili. Il fulcro della decisione risiede nel principio della doppia conforme. Quando due sentenze di merito giungono alle medesime conclusioni, la motivazione della sentenza d’appello si salda con quella di primo grado, creando un unico corpo argomentativo. In questo scenario, il controllo della Cassazione è limitato alla verifica della coerenza logica e giuridica del ragionamento dei giudici di merito, senza poter entrare in una nuova analisi delle prove.

La Corte ha specificato che i ricorsi non evidenziavano una manifesta illogicità o un travisamento della prova (cioè l’utilizzo di una prova inesistente o palesemente fraintesa), ma si limitavano a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Questo approccio rende il ricorso generico e, quindi, inammissibile.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha confermato la solidità dell’impianto accusatorio e delle decisioni dei giudici di merito, procedendo all’analisi dei singoli punti sollevati dai ricorrenti.

Le Motivazioni

Per quanto riguarda la partecipazione al sodalizio, la Corte ha ribadito che anche un contributo temporalmente limitato può integrare il reato, purché vi sia un’adesione consapevole e stabile al progetto criminale. Le intercettazioni, in cui gli imputati venivano definiti ‘la mia squadra’ dal capo, e il loro ruolo nel custodire lo stupefacente e un appartamento per la latitanza, sono state ritenute prove sufficienti di un inserimento organico nel gruppo.

In merito al tentato acquisto di droga, la Corte ha ritenuto logica la conclusione dei giudici di merito. La trattativa, pur non andata a buon fine a causa di un sequestro subito dai fornitori, era stata considerata seria e concreta, come dimostrato dalla conoscenza di dettagli specifici (il sequestro di 55 kg di cocaina) noti solo a chi era inserito in certi circuiti criminali.

Infine, la richiesta di derubricare le cessioni di droga a fatto di lieve entità è stata respinta, poiché l’attività era sistematica, protratta nel tempo e inserita in un contesto organizzato, elementi che escludono la minima offensività della condotta.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. In presenza di una doppia conforme, l’onere della difesa è particolarmente gravoso. Non basta proporre una ricostruzione alternativa dei fatti; è necessario dimostrare che la valutazione dei giudici di merito è viziata da un’illogicità manifesta o da un errore di diritto. In assenza di tali vizi, un ricorso che si limita a criticare l’interpretazione delle prove è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna definitiva.

Cosa significa il principio della “doppia conforme” in un processo penale?
Significa che sia il tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello hanno emesso sentenze di condanna concordanti. Questa situazione rafforza la decisione e limita i motivi di ricorso in Cassazione alla sola verifica della logicità della motivazione e della corretta applicazione della legge, senza poter riesaminare i fatti.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, generico o si limita a riproporre le stesse censure già respinte in appello senza confrontarsi con le argomentazioni della sentenza impugnata. In sostanza, quando chiede alla Corte una nuova valutazione delle prove, compito che non le spetta.

Un contributo limitato nel tempo a un’associazione a delinquere esclude la responsabilità penale?
No. Secondo la Corte, per integrare il reato di partecipazione a un’associazione è sufficiente l’adesione e l’apporto di un contributo anche per una fase temporalmente limitata, purché vi sia la consapevolezza di far parte di un sistema criminale più ampio e di operare per i suoi scopi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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