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Doppia conforme: quando la motivazione è valida

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una condanna per danneggiamento aggravato, confermando la validità della motivazione basata sulla “doppia conforme”. La Corte ha ribadito che, quando la sentenza d’appello si salda con quella di primo grado utilizzando gli stessi criteri valutativi, le due decisioni formano un unico corpo motivazionale, respingendo così le censure del ricorrente su vizi procedurali e di merito.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Doppia Conforme: Quando la Motivazione per Relationem è Legittima?

Il sistema giudiziario prevede diversi gradi di giudizio per garantire una valutazione approfondita dei casi. Tuttavia, cosa accade quando la Corte d’Appello conferma in toto la decisione del Tribunale? In questi casi, si parla di doppia conforme, un principio fondamentale che la Corte di Cassazione ha recentemente ribadito, chiarendo i limiti e la validità della motivazione che si richiama alla sentenza precedente. Analizziamo una recente pronuncia che fa luce su questo e altri importanti aspetti procedurali.

I Fatti del Caso: Danneggiamento e Ricorso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di danneggiamento aggravato. L’imputato, giudicato colpevole sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per cassazione. La difesa lamentava diversi vizi, tra cui una presunta carenza di motivazione da parte della Corte territoriale, che si sarebbe limitata a richiamare le argomentazioni del primo giudice senza un’analisi autonoma.

I Motivi del Ricorso e la Questione della Doppia Conforme

L’imputato, tramite il suo difensore, articolava il ricorso su quattro punti principali:

1. Vizio di motivazione: Si sosteneva che la Corte d’Appello non avesse svolto una valutazione autonoma del materiale probatorio, violando il dovere di motivare la propria decisione.
2. Nullità procedurale: Si deduceva la nullità della sentenza d’appello per la mancata notifica al difensore del decreto di citazione a giudizio.
3. Errata valutazione delle prove: Si contestava l’analisi delle testimonianze, ritenute contraddittorie, e la conseguente affermazione della sussistenza di violenza e minaccia.
4. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava la carenza di motivazione sul diniego delle circostanze attenuanti generiche.

Il Principio della Doppia Conforme nella Motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il primo motivo inammissibile, cogliendo l’occasione per ribadire la portata del principio di doppia conforme. I giudici hanno chiarito che, quando la sentenza d’appello conferma quella di primo grado, non è sempre necessaria una motivazione completamente nuova e autonoma. Se il giudice d’appello adotta gli stessi criteri di valutazione delle prove e si allinea con la struttura argomentativa del primo giudice, le due sentenze si “saldano” tra loro, formando un unico corpo decisionale. Il richiamo alla motivazione precedente è quindi legittimo, purché il giudice d’appello dimostri di aver preso in considerazione le critiche mosse dall’appellante.

La Gestione dei Vizi Procedurali

Anche il secondo motivo, relativo alla presunta mancata notifica, è stato giudicato infondato. La Corte, avendo accesso agli atti, ha verificato che la notifica era stata regolarmente effettuata. Inoltre, ha sottolineato un principio procedurale cruciale: una nullità a regime intermedio, come quella derivante da un’omessa notifica, deve essere eccepita prima della deliberazione della sentenza nel grado di giudizio in cui si è verificata. Non è possibile farla valere per la prima volta con il ricorso per cassazione.

La Valutazione Logica delle Testimonianze

Sul terzo punto, la Corte ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello del tutto logica e priva di vizi. I giudici di merito avevano correttamente spiegato l’apparente discrepanza tra due testimoni: uno ricordava chiaramente le minacce, mentre l’altro, a causa dello spavento, aveva un ricordo più vago. Questa non è una contraddizione, ma una diversa percezione della realtà dovuta allo stato emotivo, e la Corte d’Appello ha logicamente dato maggior peso alla testimonianza più dettagliata per affermare la sussistenza del reato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni suo punto. Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la motivazione della Corte d’Appello è stata considerata adeguata, poiché il diniego era fondato sulla “pesantissima biografia penale” dell’imputato e sulla gravità della sua condotta, elementi che indicano un’indole violenta e giustificano una maggiore severità sanzionatoria. La decisione si fonda quindi su una solida applicazione dei principi procedurali e sulla coerenza logica delle valutazioni di merito compiute nei gradi precedenti, riaffermando la validità della motivazione in caso di doppia conforme e i limiti entro cui le censure possono essere sollevate in sede di legittimità.

Conclusioni

Questa sentenza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, consolida l’orientamento sulla motivazione per relationem nei casi di doppia conforme, chiarendo che non è sinonimo di assenza di motivazione. In secondo luogo, ricorda l’importanza della tempestività nel sollevare eccezioni procedurali, che non possono essere “conservate” per il giudizio di cassazione. Infine, ribadisce che la valutazione delle prove e la concessione delle attenuanti generiche sono attività rimesse al prudente apprezzamento del giudice di merito, sindacabili in Cassazione solo in caso di vizi logici manifesti, assenti nel caso di specie.

Quando un giudice d’appello può motivare la sua sentenza semplicemente richiamando quella di primo grado?
In caso di “doppia conforme”, cioè quando la sentenza d’appello conferma integralmente quella di primo grado, il giudice può fare riferimento alla motivazione precedente se adotta gli stessi criteri di valutazione delle prove e la sua argomentazione si salda con quella del primo giudice, formando un unico corpo decisionale.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione la mancata notifica di un atto del giudizio d’appello?
No. Secondo la sentenza, una nullità a regime intermedio, come quella derivante da un’omessa notifica al difensore, deve essere eccepita al più tardi prima della deliberazione della sentenza nel grado di giudizio in cui si è verificata (in questo caso, l’appello). Non può essere dedotta per la prima volta con il ricorso per cassazione.

Un pesante curriculum criminale può giustificare il rifiuto di concedere le attenuanti generiche?
Sì. La Corte ha ritenuto adeguatamente motivato il diniego delle circostanze attenuanti generiche basato sulla “pesantissima biografia penale” dell’imputato e sulla gravità della condotta, in quanto tali elementi sono indicativi di una particolare indole violenta e di una maggiore capacità a delinquere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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