LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Doppia conforme: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per truffa e calunnia. La decisione si fonda sul principio della “doppia conforme”, poiché le sentenze di primo e secondo grado erano concordanti, e i motivi del ricorso erano una mera riproposizione di argomentazioni già respinte, senza una critica specifica alla sentenza d’appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Doppia Conforme: la Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità del Ricorso Ripetitivo

Quando una condanna viene confermata in appello, quali sono i limiti per un ulteriore ricorso in Cassazione? Il principio della doppia conforme gioca un ruolo cruciale, come chiarito da una recente ordinanza della Suprema Corte. In questo articolo, analizzeremo una decisione che dichiara inammissibile un ricorso basato su motivi generici e già esaminati, offrendo spunti fondamentali sulla strategia processuale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per i reati di truffa e calunnia. La sentenza di primo grado veniva integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Milano. Nonostante le due decisioni concordanti, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso e la Doppia Conforme

Il ricorrente basava la sua impugnazione su due punti specifici:

1. Vizio di motivazione: Si contestava la sussistenza stessa dei reati, sostenendo che la motivazione della sentenza d’appello fosse carente e illogica.
2. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava un vizio di motivazione riguardo al diniego delle circostanze attenuanti previste dall’art. 62 bis del codice penale.

La Corte di Cassazione ha ritenuto entrambi i motivi inammissibili, fornendo chiarimenti essenziali sul ruolo del giudizio di legittimità e sull’applicazione del principio di doppia conforme.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si articola sull’analisi distinta dei due motivi proposti, entrambi giudicati non idonei a superare il vaglio di legittimità.

Le Motivazioni

Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno stabilito che le censure sollevate non erano altro che una riproposizione di argomenti già ampiamente valutati e disattesi sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello. Il ricorso mancava di una critica specifica e puntuale alle argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a ripresentare le stesse difese. In questo contesto, la Corte ha richiamato il consolidato principio della “doppia conforme”. Quando le due sentenze di merito sono concordanti e si basano sui medesimi criteri di valutazione probatoria, esse formano un unico corpo decisionale. Di conseguenza, per superare questo vaglio, il ricorso in Cassazione deve individuare vizi logici o giuridici specifici che non sono stati sanati dalla seconda sentenza, e non può limitarsi a una generica contestazione dei fatti.

Relativamente al secondo motivo, concernente le attenuanti generiche, la Corte ha ribadito che la valutazione sul trattamento sanzionatorio è una prerogativa dei giudici di merito. In sede di legittimità, non è possibile contestare tale valutazione se la motivazione fornita è sufficiente e non manifestamente illogica. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente giustificato la sua decisione di non concedere le attenuanti, rendendo il motivo di ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Non può essere utilizzato per tentare di ottenere una nuova valutazione delle prove. In presenza di una “doppia conforme”, l’onere per il ricorrente di dimostrare un vizio di legittimità si fa ancora più stringente. È necessario articolare censure specifiche, precise e pertinenti al diritto, evitando la mera riproposizione di argomenti fattuali già respinti. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione rischia di essere dichiarato inammissibile per genericità?
Quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza muovere una critica specifica e puntuale al ragionamento logico-giuridico della sentenza impugnata.

Cosa significa il principio della “doppia conforme” nel processo penale?
Significa che quando la sentenza di primo grado e quella d’appello arrivano alla stessa conclusione sulla colpevolezza basandosi su criteri di valutazione delle prove identici, le due decisioni si integrano a vicenda, formando un unico e più solido corpo motivazionale.

È possibile contestare in Cassazione la decisione sulle attenuanti generiche?
No, non è possibile se il giudice di merito ha fornito una motivazione sufficiente e non illogica per la sua decisione. La concessione o meno delle attenuanti è una valutazione di merito, non una questione di legittimità, e quindi non è sindacabile dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati