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Domicilio eletto: notifica valida al difensore

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo per un fabbricato abusivo. La sentenza stabilisce che, in caso di infruttuosi tentativi di notifica presso un domicilio eletto volutamente scelto in un luogo di difficile reperibilità (come una casa vacanze fuori stagione), la notifica effettuata al difensore di fiducia è pienamente valida e non lede il diritto di difesa.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica al Domicilio Eletto: Quando è Valida al Difensore?

La scelta del domicilio eletto è un atto cruciale in qualsiasi procedimento legale, poiché determina il luogo in cui verranno ricevute tutte le comunicazioni ufficiali. Ma cosa succede se questo domicilio viene scelto in un luogo di difficile reperibilità, magari con l’intento di ostacolare le notifiche? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8356 del 2024, chiarisce che tale strategia non paga, confermando la piena validità della notifica effettuata presso il difensore di fiducia quando l’indagato si rende di fatto irreperibile.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda una persona indagata per la realizzazione di un fabbricato abusivo in una zona soggetta a vincolo paesaggistico. L’autorità giudiziaria aveva disposto il sequestro preventivo dell’immobile, un provvedimento contro cui la parte interessata aveva proposto richiesta di riesame. Il Tribunale del riesame di Foggia rigettava la richiesta, confermando il sequestro. L’indagata decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sollevando tre principali censure: due di natura procedurale, relative alla presunta nullità della notifica dell’avviso di udienza, e una di merito, sull’assenza dei presupposti per il sequestro.

Le Eccezioni sulla Notifica al Domicilio Eletto

Il cuore delle doglianze procedurali risiedeva nella scelta del domicilio eletto. La ricorrente aveva infatti eletto domicilio presso una casa di vacanze situata in una zona turistica completamente disabitata nel periodo in cui la notifica doveva essere eseguita. Dopo tre accessi infruttuosi e altre ricerche con esito negativo, l’ufficiale giudiziario aveva proceduto, come previsto dalla legge, alla notifica dell’atto presso il difensore di fiducia.
La difesa sosteneva che questa procedura fosse nulla, contestando la validità del verbale di vane ricerche e, di conseguenza, la legittimità della notifica al legale. Secondo la ricorrente, ciò avrebbe leso il suo diritto di difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto categoricamente le eccezioni, definendo il ricorso ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno chiarito che la procedura seguita era pienamente conforme all’articolo 161, comma 4, del codice di procedura penale.
Citando un’importante sentenza delle Sezioni Unite (la n. 58120/2017, nota come sentenza Tuppi), la Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’impossibilità di notificare al domicilio eletto non richiede una prova di ‘irreperibilità’ assoluta dell’imputato. È sufficiente la temporanea assenza al momento degli accessi o anche una ‘non agevole individuazione dello specifico luogo’ per legittimare la notifica presso il difensore.
La Corte ha inoltre sottolineato il comportamento ‘scarsamente collaborativo’ della ricorrente, la quale aveva deliberatamente scelto un domicilio in un luogo e in un periodo in cui la sua reperibilità era evidentemente difficoltosa. Nonostante ciò, avendo conferito procura speciale al suo avvocato per il riesame, era certamente a conoscenza dello svolgimento del procedimento. Pertanto, nessun diritto di difesa è stato violato.
Sul merito, la Cassazione ha ritenuto inconsistente anche la censura relativa alla mancanza del fumus boni iuris e del periculum in mora. Il manufatto era stato realizzato senza titolo in zona protetta e i lavori erano ancora in corso. Il sequestro preventivo era dunque necessario per impedire che il reato venisse portato a ulteriori conseguenze.

Conclusioni

La sentenza offre un importante monito: utilizzare la scelta del domicilio eletto come uno strumento per eludere le notifiche è una strategia destinata a fallire. La legge prevede meccanismi efficaci per superare l’irreperibilità, anche solo temporanea, dell’indagato, garantendo al contempo la prosecuzione del procedimento. La notifica al difensore di fiducia, in queste circostanze, è una soluzione pienamente legittima che tutela l’efficienza della giustizia senza compromettere il diritto di difesa, specialmente quando l’indagato è in contatto con il proprio legale.

È valida la notifica all’avvocato se non si viene trovati presso il domicilio eletto?
Sì. La sentenza chiarisce che se i tentativi di notifica presso il domicilio eletto risultano infruttuosi a causa della temporanea assenza della persona o della difficoltà di individuare il luogo, la notifica viene legittimamente eseguita presso il difensore di fiducia, come previsto dall’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale.

Scegliere come domicilio una casa vacanze fuori stagione può invalidare la notifica?
No, anzi. La Corte ha qualificato tale comportamento come ‘scarsamente collaborativo’, ritenendo che proprio questa scelta rendesse più difficile il reperimento e giustificasse quindi il ricorso alla procedura di notifica presso il difensore. Non invalida l’atto, ma ne rafforza la legittimità.

Perché il sequestro del fabbricato abusivo è stato confermato?
Il sequestro è stato confermato perché sussistevano entrambi i presupposti richiesti dalla legge: il ‘fumus boni iuris’, ovvero la prova evidente del reato (costruzione senza permesso in area vincolata), e il ‘periculum in mora’, cioè il pericolo che la libera disponibilità del bene potesse aggravare le conseguenze del reato, dato che i lavori di costruzione erano ancora in corso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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