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Domanda di condono: chi è legittimato a presentarla?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un ordine di demolizione di un immobile abusivo. La sentenza chiarisce che una domanda di condono presentata da un soggetto non legittimato, come un promissario acquirente, è giuridicamente inefficace e non può sospendere l’esecuzione. Inoltre, viene affermata la carenza di interesse a ricorrere una volta che la demolizione è già stata eseguita, rendendo il procedimento esecutivo concluso.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Domanda di Condono: La Cassazione Chiarisce Chi Può Presentarla

Una recente sentenza della Corte di Cassazione penale ha affrontato un caso complesso relativo a un ordine di demolizione di un immobile abusivo, mettendo in luce principi fondamentali sulla domanda di condono. La decisione sottolinea chi siano i soggetti legittimati a presentarla e quali siano le conseguenze di un’istanza proveniente da una parte non qualificata, come un semplice promissario acquirente. Questo caso offre spunti cruciali sull’inefficacia di determinate azioni difensive e sulla perdita di interesse a ricorrere quando l’obiettivo dell’esecuzione è già stato raggiunto.

I Fatti del Caso: Un Ordine di Demolizione e un Ricorso Tardivo

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna per abusi edilizi emessa nel 1986 e divenuta irrevocabile nel 1991, che prevedeva la demolizione delle opere abusive. Anni dopo, l’erede del condannato, qualificandosi come terzo interessato, ha avviato un incidente di esecuzione per far dichiarare la nullità o l’inefficacia dell’ordine di demolizione. In subordine, chiedeva la revoca o la sospensione dello stesso. Durante il procedimento, però, l’immobile in questione veniva effettivamente demolito. Ciononostante, la ricorrente ha proseguito la sua azione legale fino alla Corte di Cassazione.

La Domanda di Condono e i Motivi del Ricorso

Il ricorso si basava su tre motivi principali, due dei quali strettamente legati a una presunta domanda di condono pendente.

L’Interesse ad Agire Nonostante la Demolizione

La ricorrente sosteneva di avere ancora interesse a ottenere una pronuncia sulla nullità dell’ordine di demolizione, anche dopo l’avvenuta distruzione dell’immobile.

La Rilevanza della Domanda di Condono

Si contestava alla corte di merito di aver ritenuto irrilevante la pendenza di una domanda di condono, che, a dire della ricorrente, avrebbe potuto giustificare la revoca o la sospensione della demolizione. Secondo la difesa, il giudice non aveva adeguatamente verificato lo stato della pratica di sanatoria.

L’Omesso Esame di Nuove Prove

Infine, si lamentava l’omesso esame di una perizia tecnica di parte che evidenziava l’esistenza dell’istanza di condono, presentata da un promissario acquirente dell’immobile, e di una successiva istanza di nulla osta paesaggistico, oltre a questioni relative al rischio idrogeologico dell’area.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando punto per punto le argomentazioni della difesa con motivazioni chiare e rigorose.

Carenza di Interesse ad Agire

In primo luogo, i giudici hanno confermato che, con l’avvenuta demolizione dell’opera abusiva, ogni questione relativa all’esecuzione dell’ordine è cessata. Il procedimento esecutivo si è esaurito, e con esso è venuto meno qualsiasi interesse giuridicamente rilevante della ricorrente a contestare un ordine che ha già prodotto tutti i suoi effetti. Proseguire il giudizio sarebbe stato, pertanto, inutile.

L’Inefficacia della Domanda di Condono dal Soggetto non Legittimato

Il punto centrale della sentenza riguarda la domanda di condono. La Corte ha stabilito che l’istanza presentata dal promissario acquirente era del tutto improduttiva di effetti. La legge, infatti, elenca tassativamente i soggetti legittimati a richiedere il condono edilizio: il proprietario dell’immobile, il titolare della concessione edilizia, il committente delle opere, il costruttore o il direttore dei lavori. Un semplice promissario acquirente, non essendo ancora proprietario, non rientra in questo elenco. Di conseguenza, la sua istanza è da considerarsi giuridicamente inesistente e non può in alcun modo incidere sull’ordine di demolizione. Il giudice, pertanto, non aveva alcun obbligo di verificarne lo stato.

L’Onere di Allegazione

La Corte ha inoltre ribadito un importante principio processuale: l’onere di allegazione. Non è sufficiente che la parte si limiti a menzionare genericamente l’esistenza di una pratica di condono. È necessario che fornisca al giudice elementi concreti e specifici per dimostrare perché quella pratica, nel suo stato attuale, potrebbe seriamente incidere sull’eseguibilità della demolizione. Nel caso di specie, la difesa non ha fornito alcuna prova di sviluppi positivi o della legittimità della procedura, rendendo la sua argomentazione debole e infondata.

Le Conclusioni: Principi di Diritto e Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida alcuni principi fondamentali in materia di abusi edilizi ed esecuzione penale. In primo luogo, una domanda di condono può essere validamente presentata solo dai soggetti espressamente indicati dalla legge; istanze provenienti da soggetti non legittimati sono prive di qualsiasi effetto giuridico. In secondo luogo, non si può contestare un ordine di demolizione dopo che questo è stato eseguito, poiché viene meno l’interesse stesso a ricorrere. Infine, chi intende avvalersi di una procedura di sanatoria per fermare una demolizione ha l’onere di allegare fatti precisi e circostanziati che ne dimostrino la potenziale efficacia. Questa decisione rappresenta un monito contro i ricorsi pretestuosi e conferma il rigore della giurisprudenza nel contrasto all’abusivismo edilizio.

Chi può presentare una domanda di condono edilizio?
Secondo la legge (richiamata dalla sentenza), i soggetti legittimati sono il proprietario della costruzione abusiva, il titolare della concessione edilizia, il committente delle opere, il costruttore e il direttore dei lavori. Un promissario acquirente non rientra tra queste figure.

Una domanda di condono presentata da un promissario acquirente può bloccare un ordine di demolizione?
No. La sentenza chiarisce che una domanda di condono proveniente da un soggetto non legittimato, come un promissario acquirente, è completamente improduttiva di effetti e, pertanto, non può essere utilizzata per ottenere la revoca o la sospensione di un ordine di demolizione.

È possibile contestare un ordine di demolizione dopo che l’immobile è già stato demolito?
No. La Corte ha stabilito che, una volta eseguita la demolizione, il procedimento esecutivo si è concluso. Di conseguenza, viene a mancare l’interesse ad agire, ovvero la ragione giuridica per proseguire un’azione legale contro un ordine che ha già esaurito i suoi effetti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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