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Dolo eventuale frode fiscale: la Cassazione decide

La Cassazione ha esaminato il caso di una amministratrice condannata per frode fiscale tramite fatture false. La Corte ha confermato la compatibilità tra il dolo eventuale frode fiscale e il dolo specifico richiesto dalla norma. Tuttavia, il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione. Di conseguenza, la condanna è stata annullata, ma la Corte ha confermato la confisca diretta del profitto del reato, revocando quella per equivalente.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Dolo Eventuale Frode Fiscale: La Cassazione Chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5653 del 2024, è intervenuta su un’importante questione in materia di reati tributari, chiarendo la compatibilità tra il dolo eventuale e la frode fiscale e le sorti della confisca in caso di prescrizione del reato. La pronuncia offre spunti fondamentali per amministratori e professionisti che operano in contesti societari complessi, dove il rischio di essere coinvolti in schemi illeciti è concreto. La decisione analizza il caso di un’amministratrice di una società condannata per aver utilizzato fatture relative a operazioni soggettivamente inesistenti.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda l’amministratrice di una società operante nel settore del materiale elettronico, accusata di aver violato l’art. 2 del D.Lgs. 74/2000. Nello specifico, la società aveva inserito nelle proprie dichiarazioni fiscali dei costi basati su fatture emesse da cosiddette “società cartiere”.

Il meccanismo fraudolento consisteva nell’interposizione fittizia di queste società-filtro tra il fornitore reale della merce e la società dell’imputata. Le cartiere, prive di una reale struttura imprenditoriale, emettevano fatture e incassavano l’IVA senza poi versarla all’Erario, consentendo così un illecito guadagno a tutti i partecipanti della filiera. L’amministratrice era stata condannata nei primi due gradi di giudizio alla pena di un anno di reclusione e alla confisca del profitto del reato, quantificato in oltre 240.000 euro.

Il Dibattito sul Dolo Eventuale nella Frode Fiscale

Il punto centrale del ricorso in Cassazione era la contestazione dell’elemento soggettivo. La difesa sosteneva che all’amministratrice fosse stato erroneamente attribuito un dolo eventuale. Si argomentava che l’imputata, pur avendo firmato le dichiarazioni fiscali, non avesse la piena e diretta volontà di evadere le imposte, ma al massimo avesse agito con leggerezza o avesse accettato il rischio che un’irregolarità potesse verificarsi. Secondo la tesi difensiva, questa forma di dolo sarebbe incompatibile con il dolo specifico di evasione richiesto dalla norma, che presuppone un fine preciso e deliberato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, confermando il proprio orientamento consolidato. I giudici hanno stabilito che il dolo specifico richiesto per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti è pienamente compatibile con il dolo eventuale frode fiscale. In altre parole, per essere ritenuti responsabili, non è necessario che il soggetto agisca con la certezza e la volontà primaria di evadere il fisco. È sufficiente che si rappresenti la concreta probabilità che la propria condotta (ad esempio, l’utilizzo di fatture provenienti da una filiera sospetta) possa portare all’evasione fiscale e, ciononostante, decida di agire, accettandone il rischio.

Nonostante ciò, la Corte ha rilevato d’ufficio un aspetto decisivo: la prescrizione del reato. Calcolando i termini a partire dalla data di commissione (26 settembre 2012), il reato si era estinto il 5 novembre 2022, ben prima della data dell’udienza in Cassazione. Questo ha portato all’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna.

Tuttavia, la vicenda non si è conclusa qui. La Corte ha dovuto pronunciarsi sulla confisca, applicando l’art. 578-bis c.p.p. Tale norma prevede che, anche in caso di prescrizione, il giudice debba decidere sulla confisca se la responsabilità penale dell’imputato emerge chiaramente dagli atti. I giudici hanno ritenuto provata la responsabilità e hanno operato una distinzione fondamentale:
1. Confisca Diretta: È stata confermata. Essendo una misura di sicurezza patrimoniale, può essere applicata anche in caso di estinzione del reato per prescrizione.
2. Confisca per Equivalente: È stata revocata. Questa forma di confisca ha natura sanzionatoria e, secondo un recente intervento delle Sezioni Unite, non può essere applicata retroattivamente a fatti commessi prima dell’entrata in vigore della legge che la prevede per un dato reato.

Le Conclusioni

La sentenza offre tre importanti principi di diritto:
1. Responsabilità dell’amministratore: Un amministratore non può difendersi sostenendo di non aver voluto direttamente l’evasione. Se accetta consapevolmente il rischio che le operazioni gestite siano parte di una frode, può essere ritenuto responsabile a titolo di dolo eventuale.
2. Effetti della prescrizione: La prescrizione può estinguere il reato e annullare la condanna penale anche dopo due sentenze conformi di merito.
3. Sopravvivenza della confisca: L’estinzione del reato per prescrizione non salva automaticamente il patrimonio. Se la responsabilità è accertata, la confisca diretta del profitto del reato rimane valida, a differenza di quella per equivalente, che segue regole più stringenti.

È possibile essere condannati per frode fiscale con dolo eventuale?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il dolo specifico di evasione, richiesto per il reato di dichiarazione fraudolenta, è compatibile con il dolo eventuale. È sufficiente che il soggetto accetti il rischio che la propria condotta porti a un’evasione fiscale.

Cosa succede se il reato si prescrive dopo la condanna in appello?
Se il reato si estingue per prescrizione prima della sentenza definitiva della Cassazione, la Corte annulla la sentenza di condanna senza rinvio, anche se i motivi del ricorso vengono giudicati infondati.

La confisca può essere mantenuta anche se il reato è prescritto?
Sì, ma con una distinzione. La confisca diretta del profitto del reato può essere confermata se la responsabilità dell’imputato è evidente. La confisca per equivalente, avendo natura sanzionatoria, viene invece revocata se disposta in base a una norma non in vigore all’epoca del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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