Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 699 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 699 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a SAN GIOVANNI VALDARNO il 03/06/1950
avverso la sentenza del 03/04/2024 della CORTE APPELLO di BRESCIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO
che con l’impugnata sentenza la Corte di appello di Brescia ha confermato la condanna inflitta a COGNOME NOME per il delitto di cui all’art. 497-bis, comma 1, cod. pen. (fatto commess in Orlo al Serio il 18 novembre 2023);
che il ricorso per cassazione nell’interesse dell’imputato consta di cinque motivi;
CONSIDERATO IN DIRITTO
– che il primo motivo, con il quale si denuncia la violazione degli artt. 497-bis e 49 cod. pen. e il vizio di motivazione in punto di configurabilità del reato contestato, è affidato a dogl generiche, poiché meramente riproduttive di censure già adeguatamente vagliate e correttamente disattese dai giudici di merito (Sez. 2, n. 42046 del 17/07/2019, Rv. 277710; Sez. 5, n. 11933 del 27/01/2005, Rv. 231708) (cfr. pag. 5 della sentenza impugnata e pag. 2 della sentenza di primo grado, in cui il Giudice ha ritenuto la falsità del documento non grossolan in quanto colta solo dagli occhi esperti degli addetti all’imbarco dello scalo aereo e degli opera di Polizia Giudiziaria con il suffragio dell’analisi tecnica), e non consentite nel giud legittimità, in quanto unicamente dirette a sollecitare una preclusa rivalutazione e/o alterna lettura delle fonti probatorie, al di fuori dell’allegazione di loro specifici, decisivi ed i travisamenti (Sez. U, n. 12 del 31/05/2000, Rv. 216260 e n. 6402 del 30/04/1997, Rv. 207944), come pure sarebbe stato necessario in presenza di un apparato giustificativo della decisione, desunto dalle conformi sentenze di merito nel loro reciproco integrarsi (Sez. 3, n. 44418 de 16/07/2013, Rv. 257595), che non si espone a rilievi di illogicità di macroscopica evidenza (Sez. U, n. 24 del 24/11/1999, Rv. 214794);
che il secondo motivo, proteso a censurare il diniego della causa di non punibilità ex art. 131-bis cod. pen., è manifestamente infondato oltre che generico, posto che, per il diri vivente, ai fini della configurabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare del fatto, il giudizio sulla tenuità richiede una valutazione complessa e congiunta di tutt peculiarità della fattispecie concreta, che tenga conto, ai sensi dell’art. 133, comma 1, cod. pe delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza da esse desumibile e dell’entità del danno o del pericolo (Sez. U, n. 13681 del 25/02/2016, Rv. 266590), anche se non è necessaria la disamina di tutti gli elementi di valutazione previsti, essendo sufficiente l’indicazione ch quelli ritenuti rilevanti (Sez. 7, n. 10481 del 19/01/2022, Rv. 283044), come accaduto nel c:aso d specie (vedasi pag. 5 della sentenza impugnata, in cui la Corte territoriale ha stimato inesiste i presupposti per l’applicazione dell’istituto invocato avuto riguardo alle modalità della cond ed al contesto complessivo di sua realizzazione, insistendo, peraltro, sull’imputato il diviet espatrio);
– che il terzo ed il quarto motivo, protesi a censurare l’operata graduazione della pena, nonché il diniego delle circostanze attenuanti generiche, oltre che replicare senza alcun elemento di effettiva novità i rilievi articolati con i motivi di gravame, pur correttamente e congruam disattesi dal giudice di appello, prospettano questioni non consentite nel giudizio di legittimi comunque, manifestamente infondate, posto che la graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che la esercita in aderenza ai principi enunciati negli 132 e 133 cod. pen., con la conseguenza che è inammissibile la doglianza che in Cassazione miri ad una nuova valutazione della sua congruità ove la relativa determinazione non sia frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico e sia sorretta da sufficiente motivazione (Sez. 5, n. 55 del 30/09/2013 – dep. 04/02/2014, Rv. 259142; Sez. 3, n. 1182 del 17/10/2007 – dep. 11/01/2008, Rv. 238851), come nel caso di specie (vedasi pag. 5 della sentenza impugnata, in cui la Corte territoriale ha stimato il trattamento sanzionatorio irrogato all’imputato adeg alla gravità della sua condotta e al suo profilo soggettivo, discostandosi, peraltro, di poco pena inflitta, dal minimo edittale della fattispecie contestata), e tenuto conto della consoli giurisprudenza di legittimità, secondo cui, nel motivare il diniego delle attenuanti generiche
sufficiente un congruo riferimento, da parte del giudice di merito, agli elementi ritenuti dec o rilevanti, come parimenti avvenuto nel caso che occupa (vedasi pag. 5 della sentenza impugnata, in cui la Corte territoriale ha valorizzato l’assenza di elementi positivamen valutabili in presenza, invece, di precedenti penali in capo all’imputato);
che il quinto motivo, che lamenta il rigetto della richiesta di sostituzione della detentiva con le pene sostitutive, è manifestamente infondato, essendosi la Corte territoriale con la motivazione rassegnata alla pagina 5 della sentenza impugnata – fedelmente attenuta al principio di diritto secondo cui, in tema di sostituzione di pene detentive brevi, ai fini prognosi negativa di cui all’art. 58, legge 24 novembre 1981, n. 689, è necessario che il giudic di merito non si limiti ad indicare il fattore cui abbia attribuito valenza ostativa alla sosti ma correli tale elemento al contenuto della specifica sanzione sostitutiva invocata o, comunque, presa in considerazione in sentenza, fornendo adeguata motivazione in ordine alla sua negativa incidenza sull’adempimento delle prescrizioni che ad essa ineriscono (Sez. 6, n. 40433 del 19/09/2023, Rv. 285295); ·
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 4 dicembre 2024
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Il Consigliere estensore
Il Presidente