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Documento falso per espatrio: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per il reato di possesso di documento falso per espatrio nei confronti di un individuo che aveva formato una carta d’identità rumena contraffatta. La Corte ha stabilito che le carte d’identità dei paesi membri dell’UE sono a tutti gli effetti documenti validi per l’espatrio all’interno dell’Unione, rendendo applicabile l’art. 497-bis del codice penale. Inoltre, ha ribadito l’impossibilità di concedere la sospensione condizionale della pena per la terza volta.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Documento falso per espatrio: la Cassazione e le carte d’identità UE

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato un caso significativo relativo al possesso di un documento falso per espatrio, chiarendo importanti principi sulla validità delle carte d’identità emesse da altri Stati membri dell’Unione Europea e sui limiti della sospensione condizionale della pena. La decisione conferma che la libera circolazione europea non attenua la gravità dei reati legati alla falsificazione di documenti necessari per esercitare tale diritto.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna, confermata in appello, di un cittadino moldavo per il delitto previsto dall’art. 497-bis del codice penale. L’imputato, in concorso con persone non identificate, aveva formato una carta d’identità rumena contraffatta. Il documento, sebbene riportasse la sua fotografia, conteneva le generalità di un’altra persona. Questo tipo di documento è riconosciuto come valido per viaggiare liberamente all’interno degli Stati membri dell’Unione Europea. Ritenendo ingiusta la condanna, l’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso e il documento falso per espatrio

Il ricorso si basava su tre argomentazioni principali:

1. Mancanza di prova: La difesa sosteneva che non vi fosse prova certa che la carta d’identità sequestrata contenesse la clausola specifica di “validità per l’espatrio”.
2. Errata applicazione della legge: Si contestava che il reato di possesso di documento falso per espatrio potesse applicarsi alla falsificazione di documenti che consentono la circolazione solo all’interno del territorio europeo, invocando il principio di libera circolazione.
3. Diniego della sospensione condizionale: L’imputato lamentava la mancata concessione della sospensione condizionale della pena, sostenendo che, nonostante ne avesse già beneficiato in passato, i limiti di legge non fossero stati superati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo tutti i motivi infondati e offrendo chiarimenti cruciali su ogni punto sollevato.

La Validità per l’Espatrio delle Carte d’Identità UE

Sul primo e secondo motivo, la Corte ha stabilito che, in base al diritto rumeno e alla normativa europea (in particolare la Direttiva 2004/38/CE), la carta d’identità rumena è intrinsecamente un documento valido per l’espatrio negli Stati membri dell’UE. Il principio di libera circolazione non elimina la necessità di possedere un documento di identità valido, ma anzi ne presuppone l’esistenza. Di conseguenza, la falsificazione di tale documento integra pienamente il reato di possesso di documento falso per espatrio. La Corte ha inoltre ritenuto non necessario un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea, applicando la dottrina dell'”acte clair”, poiché la normativa in materia è chiara e non lascia adito a dubbi interpretativi.

I Limiti alla Sospensione Condizionale della Pena

Anche il terzo motivo è stato dichiarato manifestamente infondato. La Cassazione ha richiamato l’articolo 164, quarto comma, del codice penale, il quale stabilisce un divieto assoluto di concedere una terza sospensione condizionale. La norma, di natura eccezionale, non consente un’ulteriore pronuncia di favore dopo che il beneficio è già stato concesso per due volte, indipendentemente dall’entità della pena cumulata.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su una solida interpretazione della normativa nazionale ed europea. La Suprema Corte ha voluto sottolineare che il diritto alla libera circolazione all’interno dell’UE è un pilastro fondamentale, ma il suo esercizio è subordinato al possesso di un documento d’identità autentico e valido. La falsificazione di tale documento non è una violazione minore, ma un atto che mina la fiducia pubblica e la sicurezza degli Stati membri. Per questo motivo, il reato di possesso di documento falso per espatrio si applica pienamente anche ai documenti validi per la sola area UE. La decisione di non interpellare la Corte di Giustizia Europea è motivata dalla chiarezza del quadro normativo, che rende l’interpretazione autoevidente. Per quanto riguarda la sospensione della pena, la motivazione risiede in una lettura rigorosa e letterale della legge, che pone un limite invalicabile alla concessione del beneficio per evitare abusi e garantire la certezza del diritto penale.

Le Conclusioni

La sentenza in esame consolida un orientamento giuridico di grande rilevanza pratica. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:

1. Gravità della Falsificazione: Falsificare una carta d’identità di un paese UE è un reato grave, equiparato a quello di falsificare un passaporto per viaggi internazionali, poiché anche tale documento è titolo valido per l’espatrio.
2. Responsabilità Individuale: Il diritto alla libera circolazione comporta la responsabilità di utilizzare documenti autentici. L’ordinamento giuridico tutela questo principio con sanzioni penali severe.
3. Limiti alla Leniency: La decisione ribadisce la rigidità del sistema penale riguardo la concessione di benefici come la sospensione condizionale, specialmente nei confronti di chi ha già dimostrato in passato di non meritarne la fiducia.

Falsificare una carta d’identità di un paese UE è reato di possesso di documento falso per espatrio?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, poiché la carta d’identità di uno Stato membro dell’UE è un documento valido per viaggiare all’interno dell’Unione, la sua contraffazione integra pienamente il delitto di possesso e fabbricazione di documento falso per espatrio previsto dall’art. 497-bis del codice penale.

Il principio di libera circolazione nell’Unione Europea elimina la necessità di avere un documento valido per viaggiare?
No, la sentenza chiarisce che il principio di libera circolazione non elimina la necessità di possedere un documento per esercitare tale diritto. Al contrario, presuppone che il cittadino sia in possesso di una carta d’identità o di un passaporto validi, secondo la legislazione del suo Stato membro.

È possibile ottenere la sospensione condizionale della pena per più di due volte?
No, sulla base dell’art. 164, comma 4, del codice penale, la sentenza ha ribadito che non è consentita un’ulteriore pronuncia di favore dopo che il beneficio della sospensione condizionale è già stato concesso due volte in passato. Questo limite è assoluto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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