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Documenti di identificazione falsi: la Cassazione

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di un imputato condannato per possesso di documenti di identificazione falsi e tentata truffa. La Corte ribadisce che il possesso di una carta d’identità con foto altrui costituisce reato ai sensi dell’art. 497-bis c.p., essendo un documento valido per l’espatrio. Inoltre, stabilisce che la truffa ai danni del servizio postale nazionale è procedibile d’ufficio, poiché quest’ultimo è considerato un ente pubblico ai fini della legge penale, rendendo superflua la querela.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Documenti di Identificazione Falsi e Truffa: La Cassazione Chiarisce

Il possesso di documenti di identificazione falsi costituisce un reato grave, anche qualora il documento non venga concretamente utilizzato per viaggiare all’estero. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato questo principio, fornendo al contempo chiarimenti cruciali sulla procedibilità del reato di truffa perpetrato ai danni di entità che, pur avendo una forma giuridica privata, svolgono un servizio di pubblico interesse, come il servizio postale nazionale.

Il Caso: Dal Possesso di Documenti Falsi alla Tentata Truffa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato nei gradi di merito per due distinti reati, uniti dal vincolo della continuazione: il possesso e la fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497-bis c.p.) e la tentata truffa aggravata (art. 640 c.p.). L’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali: la non validità del documento per l’espatrio e la mancanza della querela da parte della persona offesa per il reato di truffa.

Reato e Documenti di Identificazione Falsi: La Decisione della Corte

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla presunta inidoneità del documento falso a essere considerato valido per l’espatrio. L’imputato sosteneva che, non essendo tale, non potesse integrare il reato contestato. La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa argomentazione. I giudici hanno chiarito che il delitto di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi si configura con il semplice possesso di una carta d’identità su cui sia stata apposta la fotografia di una persona diversa dall’intestatario. La carta d’identità è, per sua natura, un titolo valido per l’espatrio negli Stati membri dell’Unione Europea e in altri Paesi con cui vigono specifici accordi. Pertanto, la sua falsificazione è penalmente rilevante a prescindere dall’uso concreto che se ne intende fare.

La Procedibilità d’Ufficio per Truffa a un Ente Pubblico

Il secondo motivo di ricorso verteva sulla mancanza della condizione di procedibilità per il reato di tentata truffa, ovvero la querela da parte della persona offesa. L’imputato lamentava che, in assenza di querela, l’azione penale non avrebbe dovuto essere iniziata. Anche questa doglianza è stata giudicata manifestamente infondata. La vittima della tentata truffa era il servizio postale nazionale.

Perché il Servizio Postale è Considerato un Ente Pubblico?

La Corte ha spiegato che la truffa in questione rientra tra i casi di procedibilità d’ufficio. La giurisprudenza consolidata, infatti, qualifica come ‘enti pubblici’ non solo gli organi dello Stato, ma anche tutti quegli enti che, pur avendo una struttura formale privatistica (come una S.p.A.), svolgono funzioni strumentali al perseguimento di bisogni di interesse generale. Il servizio postale nazionale, con le sue attività che vanno dalla gestione del risparmio ai servizi finanziari, persegue una finalità pubblica. Di conseguenza, la truffa ai suoi danni è aggravata e procedibile d’ufficio, anche a seguito delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su principi giuridici ben consolidati. Per quanto riguarda i documenti di identificazione falsi, ha richiamato la giurisprudenza secondo cui la rilevanza penale del fatto deriva dalla natura stessa del documento (valido per l’espatrio) e non dal suo effettivo utilizzo. Per il reato di truffa, ha ribadito la nozione funzionale di ‘ente pubblico’, che estende la tutela penale rafforzata a soggetti privati che svolgono servizi essenziali per la collettività, rendendo così superflua la querela per procedere penalmente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza della Corte di Cassazione offre due importanti insegnamenti pratici. In primo luogo, sottolinea la gravità del reato di possesso di documenti falsi, indipendentemente dalle intenzioni dell’agente. In secondo luogo, chiarisce che commettere reati come la truffa contro società che erogano servizi pubblici essenziali comporta il rischio di un’azione penale avviata d’ufficio, senza che sia necessaria una formale richiesta da parte della società danneggiata. Questa interpretazione garantisce una tutela più forte per i servizi di interesse collettivo.

È reato possedere una carta d’identità con una fotografia falsa anche se non la si usa per andare all’estero?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che il possesso di una carta d’identità con una fotografia di una persona diversa dall’intestatario integra il reato di cui all’art. 497-bis c.p., poiché la carta d’identità è un titolo valido per l’espatrio in molti Paesi, rendendo irrilevante l’uso effettivo per viaggiare.

Una truffa ai danni del servizio postale nazionale richiede sempre la querela della società per essere perseguita?
No. Secondo la Corte, il servizio postale nazionale, pur avendo una struttura societaria privata, svolge funzioni di interesse pubblico. Pertanto, la truffa commessa ai suoi danni rientra nei casi di procedibilità d’ufficio previsti dall’art. 640 del codice penale, e non è necessaria la querela per avviare il procedimento penale.

La recente riforma della giustizia ha cambiato la necessità della querela per la truffa ai danni di un ente pubblico come il servizio postale?
No. L’ordinanza chiarisce che, anche dopo l’entrata in vigore del D.L.vo n. 150/2022, l’ipotesi di truffa contestata ai danni di un ente come il servizio postale nazionale rimane procedibile d’ufficio, in quanto rientra nelle eccezioni previste dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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