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Divieto di dimora: misura efficace contro l’abuso edilizio

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un divieto di dimora applicato a una persona accusata di abuso edilizio e ripetuta violazione dei sigilli. Nonostante la ricorrente sostenesse l’inefficacia della misura, poiché avrebbe potuto incaricare terzi per proseguire i lavori, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. È stato stabilito che il divieto di dimora è uno strumento idoneo a prevenire la reiterazione del reato, allontanando l’indagato dal luogo dell’illecito e ostacolando così la continuazione dell’attività criminosa.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Divieto di Dimora: Quando è una Misura Efficace contro i Reati Edilizi?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24059/2024, è tornata a pronunciarsi sulla validità e adeguatezza delle misure cautelari in materia di reati edilizi. In particolare, ha esaminato un caso in cui era stato applicato il divieto di dimora a una persona indagata per abuso edilizio e, soprattutto, per la reiterata violazione dei sigilli apposti sull’immobile. Questa decisione offre spunti importanti sull’efficacia di tale misura nel prevenire la continuazione di attività illecite.

I Fatti del Caso: Dall’Abuso Edilizio al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un’ordinanza del tribunale del riesame di Napoli che, in accoglimento dell’appello del Pubblico Ministero, applicava la misura cautelare del divieto di dimora in un specifico comune nei confronti di una donna. Inizialmente, il Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) aveva rigettato la richiesta.

L’indagata era accusata di aver realizzato un manufatto abusivo e, soprattutto, di aver violato più volte i sigilli apposti dall’autorità giudiziaria sull’immobile sequestrato, di cui era stata nominata custode. Contro l’ordinanza del riesame, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la legittimità e l’utilità della misura applicata.

Le Ragioni del Ricorso: Perché il Divieto di Dimora Sarebbe Inutile?

La difesa ha basato il ricorso su due motivi principali:
1. Violazione di legge: Secondo la ricorrente, il manufatto era quasi ultimato e le poche violazioni dei sigilli non giustificavano una misura così afflittiva. Inoltre, si sosteneva che il divieto di dimora fosse inefficace, poiché non le avrebbe impedito di incaricare terze persone per completare i lavori abusivi, perdendo così ogni capacità deterrente.
2. Illogicità della motivazione: La misura è stata ritenuta inadeguata e non necessaria a fini preventivi, anche perché l’indagata non avrebbe commesso altri reati in un lasso di tempo significativo prima della decisione.

La Decisione della Cassazione e il Ruolo del Divieto di Dimora

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in pieno la decisione del tribunale del riesame. I giudici hanno sottolineato che la misura cautelare era stata applicata non per la contravvenzione edilizia in sé (che non ammette misure personali), ma per il delitto di violazione dei sigilli, un reato che dimostra un palese disprezzo per le regole.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto la motivazione del tribunale del riesame logica e coerente. La scelta del divieto di dimora si fondava su elementi concreti: l’opera abusiva non era ancora ultimata, era sottoposta a sequestro e l’indagata, in qualità di custode, aveva dimostrato una chiara noncuranza degli ordini dell’autorità proseguendo i lavori.

Gli argomenti della difesa sono stati respinti punto per punto. La tesi secondo cui la misura sarebbe inutile perché si potrebbero incaricare terzi è stata definita ‘originale’, in quanto trascura istituti giuridici fondamentali come il concorso, anche morale, nel reato. L’allontanamento fisico dell’indagata dal luogo del reato ha, secondo la Corte, la capacità concreta di ostacolare la reiterazione del crimine, rendendo più difficile la gestione e la perpetrazione di ulteriori illeciti, anche per interposta persona.

Inoltre, l’affermazione sulla presunta genericità della motivazione è stata considerata infondata, poiché la difesa non aveva indicato alcuna misura alternativa più mite ma ugualmente idonea a soddisfare le esigenze cautelari.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il divieto di dimora rappresenta uno strumento cautelare adeguato e proporzionato per fronteggiare il pericolo di reiterazione del reato di violazione di sigilli. Allontanare l’indagato dal luogo in cui l’illecito viene commesso non è un gesto simbolico, ma un’azione concreta che impedisce la prosecuzione dell’attività criminosa. La decisione sottolinea come la perseveranza nel violare le disposizioni dell’autorità giudiziaria giustifichi pienamente l’applicazione di misure che limitano la libertà personale per tutelare l’ordine pubblico e il rispetto della legge.

Può essere applicato il divieto di dimora per il reato di violazione di sigilli legato a un abuso edilizio?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il divieto di dimora è una misura cautelare applicabile per il delitto di violazione di sigilli (art. 349 cod. pen.), in quanto quest’ultimo, a differenza della contravvenzione edilizia, legittima l’adozione di misure cautelari personali.

Il divieto di dimora è considerato una misura efficace se l’indagato può assumere terze persone per continuare il reato?
Sì. Secondo la Corte, l’argomento è infondato perché la misura è efficace in quanto, allontanando l’indagato dal luogo del reato, ne ostacola la capacità di organizzare e dirigere la continuazione dell’illecito. Inoltre, ciò non esclude la responsabilità per concorso nel reato di eventuali terzi coinvolti.

La Corte di Cassazione può riesaminare il numero di violazioni di sigilli per decidere sull’adeguatezza della misura?
No, la Corte ha chiarito che la valutazione di elementi di fatto, come il numero esatto di violazioni, costituisce un giudizio di merito, di competenza dei tribunali di grado inferiore (come il tribunale del riesame), e non può essere oggetto di riesame in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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