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Divieto di bis in idem: la Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per ricettazione e truffa. La decisione si basa su due principi fondamentali: la remissione di querela, che ha estinto il reato di truffa, e la violazione del divieto di bis in idem, poiché l’imputato era già stato giudicato per lo stesso fatto di ricettazione in un altro procedimento con sentenza irrevocabile.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Divieto di bis in idem: la Cassazione Annulla una Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20747/2024) riafferma due principi cardine del nostro ordinamento giuridico: l’efficacia della remissione di querela e l’intangibilità del divieto di bis in idem. Il caso riguardava un imputato condannato in appello per truffa e ricettazione, ma la Suprema Corte ha ribaltato la decisione, annullando la condanna per entrambi i capi d’imputazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Processo

Un uomo veniva condannato dal Tribunale di Lucca e, successivamente, dalla Corte di Appello di Firenze per i reati di ricettazione (capo A) e truffa (capo B). Tramite il suo difensore, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su due motivi principali:

1. Per il reato di truffa (capo B), sosteneva l’estinzione del reato a seguito della remissione della querela da parte della persona offesa.
2. Per il reato di ricettazione (capo A), eccepiva la violazione del divieto di bis in idem, affermando di essere già stato giudicato e condannato per lo stesso identico fatto con una sentenza irrevocabile emessa dal Tribunale di Pisa.

A sostegno delle sue tesi, la difesa ha prodotto in udienza sia il verbale di remissione della querela sia la copia della sentenza del Tribunale di Pisa, divenuta definitiva.

Il Divieto di bis in idem e la Remissione di Querela nel Diritto Penale

La vicenda offre lo spunto per chiarire due istituti fondamentali. La remissione di querela è l’atto con cui la vittima rinuncia a perseguire penalmente l’autore del reato. Come sottolineato dalla Corte, per la sua efficacia non è necessaria un’accettazione formale da parte del querelato, ma è sufficiente che quest’ultimo non la rifiuti espressamente o tacitamente. Questo principio, sancito dall’art. 155 del codice penale, mira a favorire la composizione dei conflitti.

Il divieto di bis in idem, sancito dall’art. 649 del codice di procedura penale, è una garanzia fondamentale che impedisce allo Stato di processare una persona più di una volta per il medesimo fatto. La giurisprudenza, anche sulla scorta delle indicazioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha chiarito che l’identità del fatto va intesa in senso storico e naturalistico, analizzando la triade ‘condotta-nesso causale-evento’, a prescindere dalla qualificazione giuridica data al reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto integralmente il ricorso dell’imputato.

In primo luogo, riguardo alla truffa (capo B), i giudici hanno ritenuto perfezionata la fattispecie estintiva. La produzione della remissione di querela, in assenza di un rifiuto da parte dell’imputato, è stata considerata sufficiente per dichiarare estinto il reato. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza su questo punto.

In secondo luogo, e con ancora maggiore impatto, la Corte ha analizzato la violazione del divieto di bis in idem per il reato di ricettazione (capo A). Confrontando il capo d’imputazione del processo in esame con la sentenza definitiva del Tribunale di Pisa, è emersa ictu oculi (a colpo d’occhio) l’assoluta identità del fatto storico contestato: la ricezione dello stesso assegno circolare, per lo stesso importo, utilizzato nello stesso giorno e luogo. Essendo l’imputato già stato giudicato con sentenza irrevocabile per quel preciso fatto, il secondo processo risultava illegittimo. Anche per questo capo, la Corte ha quindi pronunciato l’annullamento senza rinvio della sentenza.

Conclusioni

La sentenza si conclude con una decisione netta: l’annullamento di entrambi i capi d’imputazione oggetto del ricorso. Tuttavia, poiché la condanna originale includeva un terzo reato (capo C) non impugnato e quindi passato in giudicato, la Cassazione ha disposto la trasmissione degli atti a un’altra sezione della Corte di Appello di Firenze. Quest’ultima avrà il solo compito di rideterminare la pena esclusivamente per il reato residuo. Questa pronuncia ribadisce con forza che il principio del ne bis in idem non è un mero formalismo procedurale, ma un pilastro dello stato di diritto a tutela della certezza giuridica e della libertà del cittadino, impedendo che una persona possa essere perseguitata all’infinito per la stessa condotta.

Quando si estingue un reato per remissione di querela?
Secondo la sentenza, il reato si estingue quando, a fronte della remissione della querela da parte della persona offesa, non vi sia un rifiuto espresso o tacito da parte del querelato. L’accettazione formale non è un elemento essenziale per il perfezionamento dell’estinzione del reato.

Cosa si intende per ‘medesimo fatto’ ai fini del divieto di bis in idem?
Per ‘medesimo fatto’ si intende un’identità storico-naturalistica della vicenda, che si valuta confrontando gli elementi costitutivi del reato: la condotta, l’evento e il nesso causale. Se questi elementi sono identici in due procedimenti diversi, una persona non può essere processata due volte.

Cosa accade se una sentenza di condanna viene annullata solo in parte?
Se la Cassazione annulla la condanna solo per alcuni reati, le parti della sentenza relative ai reati non oggetto di annullamento (perché non impugnati o perché il ricorso è stato respinto) diventano definitive. Il caso viene poi rinviato alla corte d’appello per la sola rideterminazione della pena complessiva, basata unicamente sui reati per cui la condanna è rimasta valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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