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Disturbo quiete pubblica: annullata condanna per querela

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per il reato di disturbo quiete pubblica a carico del gestore di un bar. La decisione si fonda sulla modifica normativa introdotta dal D.Lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia), che ha reso il reato procedibile a querela di parte. Poiché la legge più favorevole si applica retroattivamente e nel caso di specie mancava la querela, la Corte ha dichiarato l’improcedibilità dell’azione penale.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disturbo Quiete Pubblica: Condanna Annullata per Mancanza di Querela

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di disturbo quiete pubblica, annullando una condanna a causa delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022). Questa decisione sottolinea l’importanza della nuova condizione di procedibilità a querela per il reato previsto dall’art. 659 del Codice Penale, con importanti implicazioni pratiche sia per i cittadini che per i gestori di attività commerciali.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna inflitta dal Tribunale a un gestore di un bar, ritenuto responsabile del reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone. La condanna era basata su segnalazioni di rumori molesti provenienti dall’esercizio commerciale. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando tre motivi di doglianza. Il motivo principale, e decisivo, riguardava la procedibilità dell’azione penale. La difesa sosteneva che, a seguito della Riforma Cartabia, il reato fosse diventato procedibile solo a querela di parte, condizione che nel caso specifico non era stata soddisfatta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna senza rinvio. La ragione di tale decisione è la “mancanza della condizione di procedibilità”. I giudici hanno stabilito che, nonostante il reato fosse stato commesso quando la procedibilità era ancora d’ufficio, il processo si è celebrato dopo l’entrata in vigore della nuova legge, che ha reso necessaria la querela. L’assenza di tale atto ha quindi reso l’azione penale improcedibile.

Le Motivazioni: L’impatto della Riforma sul Disturbo Quiete Pubblica

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta analisi della successione delle leggi penali nel tempo, applicando il principio del favor rei.

La Sopravvenuta Procedibilità a Querela

Il punto centrale delle motivazioni è l’effetto del D.Lgs. 150/2022 sull’articolo 659 del Codice Penale. La Riforma ha trasformato il reato di disturbo quiete pubblica (nella sua ipotesi base) da reato procedibile d’ufficio a reato procedibile a querela. Questo significa che, per la maggior parte dei casi, l’autorità giudiziaria non può più agire autonomamente, ma deve attendere l’impulso della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è rimasta solo per alcune eccezioni, come i fatti commessi durante spettacoli o trattenimenti pubblici, che non ricorrevano nel caso esaminato.

L’Applicazione del Principio del “Favor Rei”

La Corte ha ribadito che la modifica del regime di procedibilità ha natura mista, sia sostanziale che processuale. Di conseguenza, in base all’art. 2 del Codice Penale, deve essere applicata la legge successiva se più favorevole all’imputato. Poiché la procedibilità a querela è una condizione più favorevole, essa si applica retroattivamente anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore. Dato che non era stata presentata una querela nei termini di legge, né vi era una costituzione di parte civile che potesse valere come tale, la condizione di procedibilità era assente, imponendo l’annullamento della condanna.

Le Conclusioni

Questa sentenza chiarisce in modo definitivo che, per i casi di disturbo quiete pubblica non legati a eventi pubblici, la querela è ora un requisito imprescindibile. I cittadini che si ritengono danneggiati da rumori molesti devono attivarsi presentando una formale querela entro i termini previsti dalla legge. In assenza di questo atto, non sarà possibile avviare un procedimento penale. La decisione rappresenta una svolta significativa nella gestione di queste contravvenzioni, spostando l’onere dell’iniziativa dalla Procura al singolo cittadino offeso.

Per il reato di disturbo della quiete pubblica è sempre necessaria una querela?
Sì, a seguito della riforma introdotta dal D.Lgs. 150/2022, per il reato previsto dal primo comma dell’art. 659 c.p., è diventata necessaria la querela della persona offesa. La procedibilità d’ufficio è rimasta solo per eccezioni specifiche, come fatti legati a spettacoli o trattenimenti pubblici.

Cosa succede se un reato, prima procedibile d’ufficio, diventa procedibile a querela dopo che è stato commesso?
Si applica la legge successiva più favorevole all’imputato (principio del “favor rei”). Pertanto, la nuova condizione della querela si applica anche ai fatti commessi in precedenza. Se la querela non viene presentata nei termini di legge, l’azione penale non può proseguire e un’eventuale condanna deve essere annullata.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna in questo caso specifico?
La Corte ha annullato la condanna perché il reato di disturbo della quiete pubblica, pur commesso prima della riforma, è stato giudicato dopo la sua entrata in vigore. La nuova legge ha reso il reato procedibile a querela e, poiché nel caso di specie non era stata presentata alcuna querela, mancava una condizione essenziale per poter procedere penalmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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