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Distacco Transnazionale: quando è reato penale

La Corte di Cassazione conferma la condanna per il reato di impiego di lavoratori extracomunitari, mascherato da un fittizio distacco transnazionale. La sentenza chiarisce che se la società estera distaccante è una mera “scatola vuota” priva di reale operatività nel suo Paese, non si tratta di un illecito amministrativo ma di un reato penale, poiché l’operazione mira a eludere le norme sull’immigrazione. La Corte ha ritenuto irrilevante la documentazione difensiva (contratti, fatture) a fronte di prove che dimostravano la totale assenza di attività della società estera nel proprio stato di stabilimento, confermando che il distacco non era autentico.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Distacco Transnazionale Fittizio: la Cassazione traccia il confine con il reato

Il distacco transnazionale di lavoratori è uno strumento fondamentale per la libera circolazione dei servizi nell’Unione Europea, ma può essere utilizzato in modo fraudolento per aggirare le normative sull’immigrazione e sul lavoro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale ha ribadito con forza quando questa pratica cessa di essere un illecito amministrativo per diventare un vero e proprio reato.

Il caso analizzato riguarda un imprenditore condannato per aver impiegato lavoratori extracomunitari attraverso una società croata, apparentemente legata alla sua azienda italiana, sostenendo si trattasse di un legittimo distacco. La Suprema Corte ha però confermato la condanna, stabilendo che il distacco era fittizio e l’operazione era finalizzata unicamente a somministrare manodopera eludendo la legge.

I Fatti del Processo

L’imputato, legale rappresentante di una società italiana, aveva sottoscritto un contratto di appalto con una società croata, rappresentata da suo figlio. In virtù di questo accordo, tre lavoratori bosniaci, formalmente dipendenti dell’azienda croata, erano stati impiegati in Italia senza che fosse stata effettuata la comunicazione obbligatoria di distacco all’Ispettorato del Lavoro.

La difesa sosteneva che si trattasse di un’ipotesi di distacco transnazionale all’interno di un gruppo di imprese, la cui omessa comunicazione configurerebbe solo un illecito amministrativo, secondo il D.Lgs. n. 136 del 2016. A supporto di tale tesi, erano stati prodotti contratti e fatture che avrebbero dovuto dimostrare l’effettiva operatività della società croata nel suo paese d’origine.

La Decisione sul Distacco Transnazionale Fittizio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse logica, coerente e priva di vizi. Il punto centrale della decisione è la distinzione tra un distacco genuino e uno fittizio.

Secondo la Corte, non è sufficiente produrre documenti formali come contratti o fatture per provare l’autenticità di un distacco. È necessario dimostrare che l’impresa distaccante svolge un’attività economica sostanziale nel proprio Stato membro. Nel caso di specie, le indagini avevano rivelato che la società croata, sebbene avesse numerosi dipendenti, non aveva contratti attivi in Croazia né un reddito fatturato significativo in quello Stato. In pratica, operava unicamente come fornitore di manodopera per aziende italiane.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha avallato il ragionamento dei giudici di merito, i quali hanno concluso che il distacco transnazionale non era autentico. Gli elementi chiave che hanno portato a questa conclusione sono stati:

1. Mancanza di Attività Reale: Le informazioni acquisite tramite il servizio di cooperazione comunitaria (IMI) hanno dimostrato che la società croata non svolgeva prestazioni lavorative significative in Croazia. La sua funzione era meramente quella di assumere formalmente lavoratori per poi inviarli in Italia.
2. Promiscuità tra le Società: È emersa una chiara commistione tra la società italiana (gestita dal padre) e quella croata (gestita dal figlio), indicando un’unica regia finalizzata a eludere le normative italiane.
3. Irrilevanza della Documentazione Difensiva: I contratti e le fatture prodotti dalla difesa sono stati ritenuti inattendibili. Non specificavano elementi essenziali come il luogo di esecuzione o il prezzo, e non vi era prova del relativo pagamento. Pertanto, non erano idonei a dimostrare una reale e autonoma attività imprenditoriale in Croazia.

La Corte ha specificato che l’illecito amministrativo si configura solo in caso di distacco autentico, in cui vengano omesse le comunicazioni obbligatorie. Quando, invece, l’intera operazione è una finzione creata per impiegare lavoratori extracomunitari senza permesso di soggiorno, si integra il reato previsto dalla legge sull’immigrazione (art. 22, comma 12, D.Lgs. 286/1998).

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un principio fondamentale: la valutazione sull’autenticità di un distacco transnazionale deve basarsi su un esame sostanziale e non meramente formale. I giudici devono valutare tutti gli indizi in modo unitario per accertare, “oltre ogni ragionevole dubbio”, se la società estera sia un’entità economica genuina o una semplice “scatola vuota” utilizzata per scopi fraudolenti. Per le imprese che operano a livello internazionale, ciò significa che la corretta gestione dei distacchi richiede non solo il rispetto degli adempimenti burocratici, ma anche la prova tangibile e verificabile dell’effettiva operatività dell’azienda distaccante nel suo Paese di origine.

Qual è la differenza tra un distacco transnazionale autentico e uno fittizio?
Un distacco è autentico quando un’impresa, che svolge una normale e sostanziale attività economica nel proprio Stato membro, invia temporaneamente un suo dipendente a lavorare in un altro Stato. È fittizio quando l’impresa estera è una mera “scatola vuota” creata al solo scopo di fornire manodopera, eludendo le norme sull’immigrazione e sul lavoro del Paese ospitante.

Quando l’omessa comunicazione di distacco diventa un reato penale?
L’omessa comunicazione è un illecito amministrativo se il distacco è genuino. Diventa un reato penale, previsto dalla legge sull’immigrazione, quando l’operazione di distacco è una finzione volta a mascherare l’impiego di lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno.

Che tipo di prove sono necessarie per dimostrare l’autenticità di un distacco transnazionale?
Non basta presentare contratti e fatture. Secondo la sentenza, è necessario dimostrare l’effettiva operatività della società distaccante nel suo Stato di stabilimento. Ciò include avere contratti in essere, un reddito fatturato e un’attività economica reale e verificabile in quel Paese, al di là della mera gestione amministrativa dei dipendenti da inviare all’estero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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