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Disponibilità del bene e confisca: Cassazione fissa i limiti

La Corte di Cassazione ha annullato la confisca di un immobile intestato a una donna per un reato fiscale commesso dall’ex marito. La Corte ha chiarito che la sola circostanza che l’ex coniuge vivesse nell’appartamento pagandone le spese, in virtù di un accordo di separazione, non è sufficiente a integrare la nozione di ‘disponibilità del bene’. Tale concetto, necessario per la confisca per equivalente, richiede un potere di fatto libero e pieno sull’immobile, non un semplice godimento a titolo oneroso.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disponibilità del bene e confisca: quando l’intestatario è davvero un terzo estraneo?

La recente sentenza della Corte di Cassazione Penale ha tracciato una linea netta sulla nozione di disponibilità del bene ai fini della confisca per equivalente, specialmente nei complessi scenari familiari seguiti a una separazione. Il caso riguardava un immobile intestato all’ex moglie ma confiscato per un reato tributario dell’ex marito. La Suprema Corte ha annullato il provvedimento, stabilendo che il semplice utilizzo dell’immobile da parte del reo, se basato su un accordo oneroso, non ne dimostra la reale disponibilità.

I Fatti di Causa: La Confisca dell’Immobile dell’Ex Coniuge

Il Tribunale di Milano, in fase di esecuzione penale, aveva disposto la confisca di un appartamento di proprietà di una donna. La misura era stata applicata per un valore equivalente al profitto di un reato tributario per cui era stato condannato il suo ex coniuge. L’immobile, sebbene formalmente intestato alla donna in seguito ad accordi di separazione, era stato assegnato all’ex marito come abitazione, con l’impegno di quest’ultimo a sostenere tutti i costi di gestione.

La Decisione del Tribunale e il Concetto Ristretto di Disponibilità del bene

Il Tribunale aveva respinto l’opposizione della proprietaria, ritenendo l’intestazione fittizia. Secondo i giudici di merito, l’ex marito esercitava una vera e propria signoria di fatto sull’immobile, che rientrava quindi nella sua “sfera di interessi economici”. Questa situazione, a loro avviso, integrava il presupposto della disponibilità del bene, legittimandone la confisca nonostante l’intestazione a un soggetto terzo ed estraneo al reato.

Il Ricorso in Cassazione: I Limiti della Disponibilità del bene

La proprietaria ha impugnato l’ordinanza in Cassazione, sostenendo di essere una terza estranea al reato e titolare di un diritto di proprietà autonomo, non aggredibile da una misura sanzionatoria destinata al solo reo. Il fulcro del ricorso verteva sulla corretta interpretazione del concetto di “disponibilità” previsto dall’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo la motivazione del Tribunale viziata e basata su elementi equivoci. I giudici hanno chiarito che il concetto di disponibilità del bene non coincide con la proprietà civilistica, ma si avvicina a quello di possesso, inteso come potere di fatto sulla cosa, libero da vincoli significativi.

Nel caso specifico, la circostanza che l’ex marito abitasse nell’immobile e ne pagasse le spese non era affatto sintomo di una sua signoria di fatto. Al contrario, tale onerosità del godimento era in palese contrasto con l’idea di una disponibilità piena e libera. Un godimento che ha un costo economico, stabilito in sede di accordi di separazione, non può essere equiparato a un potere di fatto assimilabile alla proprietà.

Inoltre, il Tribunale aveva completamente omesso di valutare un elemento cruciale: l’assegnazione dell’immobile alla donna era avvenuta a fronte della sua rinuncia ad altri beni coniugali. Questo conferiva all’accordo un carattere oneroso e rendeva l’attribuzione patrimoniale effettiva e non simulata. Ritenere fittizia tale intestazione avrebbe richiesto una motivazione ben più approfondita, che nel provvedimento impugnato era del tutto assente.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: per poter confiscare un bene intestato a un terzo, non è sufficiente dimostrare un qualsiasi legame tra il bene e il reo, ma è necessario provare che quest’ultimo ne abbia un controllo effettivo, totale e non condizionato. Gli accordi patrimoniali stipulati in sede di separazione, se genuini e onerosi, costituiscono un forte scudo contro la presunzione di fittizietà dell’intestazione. La decisione della Cassazione, annullando con rinvio, impone al giudice di merito una valutazione più rigorosa e attenta, che non si fermi a indizi superficiali ma analizzi la reale sostanza dei rapporti giuridici ed economici tra le parti.

Quando un bene intestato a un terzo può essere confiscato per un reato altrui?
Un bene intestato a un terzo può essere confiscato se si dimostra che il condannato per il reato ne ha la ‘disponibilità’ effettiva, ovvero esercita un potere di fatto sul bene assimilabile al possesso, a prescindere dall’intestazione formale.

Abitare in un immobile e pagarne le spese è sufficiente per dimostrare la ‘disponibilità del bene’ ai fini della confisca?
No. Secondo questa sentenza, se l’utilizzo dell’immobile e il pagamento delle relative spese derivano da un accordo oneroso (come quelli di una separazione coniugale), ciò non integra il requisito della ‘disponibilità’, che presuppone un godimento libero e pieno, senza vincoli economici significativi.

Quale valore hanno gli accordi di separazione per escludere che l’intestazione di un bene sia fittizia?
Gli accordi di separazione hanno un valore rilevante. Se l’assegnazione di un immobile a un coniuge avviene in cambio della rinuncia ad altri beni comuni, questo dimostra la natura onerosa e non simulata del trasferimento, rendendo molto più difficile per l’accusa sostenere che si tratti di un’intestazione fittizia finalizzata a sottrarre il bene alla giustizia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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