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Disegno criminoso unico: quando non si applica

Un imprenditore, condannato per due distinti reati di bancarotta fraudolenta (uno per distrazione e uno documentale) relativi a due società da lui gestite, ha richiesto il riconoscimento del disegno criminoso unico per ottenere un trattamento sanzionatorio più favorevole. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. Secondo la Corte, la totale diversità delle condotte, i distinti archi temporali in cui sono state commesse e l’assenza di un collegamento finalistico tra i reati impediscono di configurare un’unica programmazione criminosa, nonostante le società fossero gestite dalla stessa persona.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso Unico: La Cassazione Nega la Continuazione tra Bancarotte Diverse

Il concetto di disegno criminoso unico, o ‘continuazione’, è un istituto fondamentale del nostro diritto penale che permette di considerare più reati come parte di un unico programma, con conseguenze significative sulla pena. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 8092/2024) chiarisce i rigidi paletti per il suo riconoscimento, specialmente in materia di reati fallimentari commessi dallo stesso soggetto ma in contesti aziendali diversi.

I Fatti del Caso: Due Società, Due Fallimenti

Il caso riguarda un imprenditore condannato per bancarotta fraudolenta in relazione a due distinte società da lui amministrate, entrambe operanti nel settore dei trasporti. Le condanne erano separate:

1. Società Alfa: una condanna per bancarotta per distrazione di beni e denaro, commessa negli anni 2009 e 2010.
2. Società Beta: una condanna per bancarotta documentale, per aver tenuto le scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio, con condotte poste in essere tra il 2005 e il 2009.

L’imprenditore, tramite il suo legale, ha chiesto al giudice dell’esecuzione di riconoscere il vincolo della continuazione tra i due reati. A sostegno della sua tesi, ha evidenziato diversi elementi: l’omogeneità dei reati (entrambi fallimentari), la gestione delle due società da parte sua, la vicinanza temporale delle dichiarazioni di fallimento e l’esistenza di rapporti commerciali tra le due aziende.

La Decisione della Corte: Nessun Disegno Criminoso Unico

Sia la Corte d’Appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, sia successivamente la Corte di Cassazione hanno respinto la richiesta. I giudici hanno concluso che gli elementi presentati non erano sufficienti a dimostrare l’esistenza di un disegno criminoso unico, ovvero di un’unica programmazione iniziale che comprendesse entrambe le condotte illecite.

Le Motivazioni: Perché non sussiste un Disegno Criminoso Unico

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su un’analisi approfondita che va oltre le somiglianze superficiali del caso. Le ragioni del rigetto sono principalmente tre.

Diversità del Modus Operandi

I giudici hanno sottolineato la profonda differenza tra le due condotte. La bancarotta per distrazione relativa alla Società Alfa consisteva nell’appropriarsi materialmente di beni e denaro della società. La bancarotta documentale della Società Beta, invece, era un reato di natura puramente contabile, finalizzato a nascondere la reale situazione patrimoniale. Questa totale diversità nelle modalità operative è stata considerata un primo, forte indizio dell’assenza di un piano unitario.

Mancanza di Contiguità Temporale delle Condotte

L’imprenditore aveva fatto leva sulla vicinanza delle date di fallimento (fine 2010 e metà 2011). La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: ai fini della continuazione, ciò che conta non è la data di consumazione del reato (che per la bancarotta coincide con la sentenza di fallimento), ma il momento in cui le condotte illecite sono state effettivamente poste in essere. In questo caso, i fatti di bancarotta documentale erano iniziati già nel 2005, mentre quelli di distrazione solo nel 2009. Questa distanza temporale ha reso improbabile che la seconda condotta fosse stata programmata sin dall’inizio.

Assenza di un Collegamento Finalistico

Dall’analisi delle sentenze di condanna non è emerso alcun ‘intreccio patologico’ tra le due società. In altre parole, non è stato provato che i reati commessi nella gestione di una società fossero finalizzati a favorire l’altra, o viceversa. I beni distratti dalla Società Alfa non sono andati a beneficio della Società Beta. Le falsità contabili della Società Beta non erano strumentali alla distrazione perpetrata nell’altra azienda. Ciascuna condotta sembrava piuttosto un tentativo isolato e distinto di far fronte, illecitamente, alla crisi della singola società, danneggiando i rispettivi e diversi creditori.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza l’idea che per ottenere il riconoscimento del disegno criminoso unico non bastano elementi generici come la stessa tipologia di reato o lo stesso autore. È necessaria una prova rigorosa che dimostri come i vari episodi criminosi siano stati concepiti e pianificati come parte di un’unica strategia fin dall’inizio. La Corte richiede un’analisi concreta del modus operandi, della sequenza temporale delle azioni e, soprattutto, dello scopo finale delle condotte. La semplice ‘occasione’ di delinquere, colta in momenti e contesti diversi, non costituisce un programma unitario e non può beneficiare del più mite trattamento sanzionatorio previsto per la continuazione.

Cosa serve per dimostrare un ‘disegno criminoso unico’ tra più reati?
Non basta che i reati siano simili o commessi dalla stessa persona. È necessario provare che, al momento di commettere il primo reato, quelli successivi fossero già stati programmati, almeno nelle loro linee essenziali, come parte di un’unica strategia complessiva.

Nei reati di bancarotta, la vicinanza delle date di fallimento è sufficiente a provare la continuazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il dato rilevante per valutare l’unicità del disegno criminoso è la data in cui sono state commesse le condotte illecite, non la data, spesso successiva, della dichiarazione ufficiale di fallimento.

Due tipi diversi di bancarotta fraudolenta possono rientrare nello stesso disegno criminoso?
In teoria sì, ma è più difficile da dimostrare. In questo caso, la Corte ha ritenuto che la totale diversità del modus operandi (distrazione di beni da un lato, falsificazione di documenti dall’altro), unita a tempistiche diverse e all’assenza di un fine comune, fossero elementi decisivi per escludere un piano unitario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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