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Disegno criminoso unico: la Cassazione nega la continuità

Un soggetto ha richiesto l’unificazione delle pene per estorsione e gestione di scommesse illegali, sostenendo l’esistenza di un unico disegno criminoso. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione del tribunale. Secondo la Corte, l’estorsione era un atto occasionale e non parte di un piano originario che includeva i reati successivi. La mancanza di una programmazione iniziale unitaria ha impedito il riconoscimento della continuazione tra i reati.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso Unico: Quando l’Occasionalità Spezza la Continuità

La recente sentenza n. 8085/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui criteri per riconoscere un disegno criminoso unico tra più reati, un concetto fondamentale per l’applicazione dell’istituto della continuazione. Il caso analizzato riguarda la richiesta di unificare le pene per reati di estorsione aggravata e associazione per delinquere finalizzata alle scommesse clandestine, entrambi legati al finanziamento di un clan mafioso. La Corte, tuttavia, ha negato tale unificazione, sottolineando come l’occasionalità di uno dei reati interrompa la necessaria programmazione unitaria.

I Fatti del Caso

Un individuo, già condannato con due sentenze distinte, ha presentato istanza al giudice dell’esecuzione per ottenere il riconoscimento del vincolo della continuazione. I reati in questione erano:
1. Un’estorsione continuata con metodo mafioso, commessa nel settembre 2011.
2. La partecipazione a un’associazione per delinquere, aggravata dalla finalità mafiosa, finalizzata all’esercizio abusivo di scommesse, commessa tra aprile e settembre 2012.

Il ricorrente sosteneva che i reati fossero legati da un unico disegno criminoso, evidenziando la vicinanza temporale, l’analogia delle modalità operative e, soprattutto, la comune finalità di finanziare il clan camorristico dei casalesi.

La Richiesta in Sede di Esecuzione e la Decisione della Cassazione

Il Tribunale dell’esecuzione aveva già respinto l’istanza, ritenendo assente la prova di un’unica programmazione criminale. La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso, ha confermato pienamente questa valutazione, rigettando le argomentazioni della difesa.

L’Occasionalità dell’Estorsione come Elemento di Rottura

Il punto focale della decisione risiede nella natura del reato di estorsione. Dalle sentenze di condanna emergeva che tale condotta era stata originata dalla scoperta casuale che la vittima, oltre a gestire scommesse clandestine, produceva false polizze assicurative, un’attività concorrente a quella svolta in passato dallo stesso ricorrente. L’estorsione, quindi, non era frutto di un piano preordinato, ma di una determinazione estemporanea, nata da un’opportunità imprevista. Questo carattere occasionale è stato ritenuto sufficiente per escludere che il reato fosse stato programmato sin dall’inizio insieme ai delitti legati alle scommesse, commessi solo mesi dopo.

Il Finanziamento al Clan Non è un Fattore Unificante sufficiente per il disegno criminoso

La Corte ha inoltre precisato che la comune finalità di finanziare un clan mafioso non costituisce, di per sé, un fattore unificante. Il semplice fatto di devolvere parte dei proventi illeciti a un’associazione criminale non è sufficiente a dimostrare l’esistenza di un unico disegno criminoso originario, specialmente quando, come nel caso di specie, il soggetto non è mai stato ritenuto un partecipe organico del clan. Le sue attività, piuttosto, rappresentavano il modo scelto per procurarsi profitti illeciti, con l’obbligo di versarne una parte al clan.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la propria decisione su consolidati principi giurisprudenziali. Richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite (n. 28659/2017), ribadisce che il riconoscimento della continuazione richiede una verifica approfondita di specifici indicatori: l’omogeneità delle violazioni, la contiguità spazio-temporale, le modalità della condotta e, soprattutto, la prova che al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero già programmati, almeno nelle loro linee essenziali. Non è sufficiente un generico programma di vita delinquenziale o la mera strumentalità delle condotte al finanziamento di un clan. La motivazione sottolinea che l’estemporaneità di uno dei delitti, come l’estorsione nata da una scoperta casuale, è un elemento decisivo che esclude la sussistenza di un’invocata unicità del disegno criminoso.

Le Conclusioni

La sentenza n. 8085/2024 riafferma con chiarezza la rigorosità dei criteri per l’applicazione dell’istituto della continuazione. Per unificare più reati sotto un unico disegno criminoso, non basta che essi condividano il movente (es. il profitto) o una finalità esterna (es. finanziare un clan). È indispensabile dimostrare l’esistenza di un’ideazione e programmazione unitaria che preceda la commissione del primo reato. Un reato che nasce da circostanze occasionali e imprevedibili, anche se vicino nel tempo e nello spazio ad altri, rimane una determinazione criminosa autonoma, spezzando quel legame psicologico che costituisce il fondamento della continuazione.

Quando si può parlare di ‘disegno criminoso’ unico tra più reati?
Si può parlare di disegno criminoso unico solo quando vi è la prova che, al momento della commissione del primo reato, i reati successivi fossero già stati programmati almeno nelle loro linee essenziali, come parte di un piano unitario.

Il fatto che più reati servano a finanziare lo stesso clan mafioso è sufficiente a dimostrare un unico disegno criminoso?
No. Secondo la sentenza, il mero fatto di destinare i proventi di più reati a un clan non è di per sé sufficiente a provare l’esistenza di un unico disegno criminoso, specialmente se l’autore non è un membro organico del clan stesso. Non dimostra una programmazione unitaria iniziale.

Un reato commesso occasionalmente può rientrare in un disegno criminoso con altri reati programmati?
No. La sentenza chiarisce che il carattere estemporaneo e occasionale di un reato, nato da una circostanza imprevista, è sufficiente per escludere che esso faccia parte di un unico disegno criminoso preordinato con altri delitti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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