LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Disegno criminoso: quando si esclude la continuazione

La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso volto a riconoscere un unico disegno criminoso tra plurimi reati di riciclaggio e falso. La Corte ha stabilito che la significativa diversità nel modus operandi e nei complici coinvolti è sufficiente per escludere la continuazione, anche se i reati sono stati commessi in un arco temporale ravvicinato e in un contesto simile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso e Continuazione: No al Beneficio se Cambiano Complici e Modalità

L’istituto della continuazione nel diritto penale, che presuppone l’esistenza di un unico disegno criminoso, rappresenta un tema di cruciale importanza per la determinazione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8090 del 2024, offre un’analisi dettagliata dei criteri necessari per riconoscerlo, chiarendo come la diversità dei complici e del modus operandi possa essere decisiva per escludere tale beneficio.

I Fatti del Caso: Il Ricorso contro il Diniego della Continuazione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un imprenditore, condannato con due distinte sentenze per reati di riciclaggio, ricettazione e falso, commessi tra il 2009 e il 2010. L’imputato, titolare di un salone di vendita auto, aveva richiesto al giudice dell’esecuzione, in questo caso la Corte di Appello di Milano, di riconoscere il vincolo della continuazione tra i vari reati, sostenendo che fossero tutti parte di un medesimo disegno criminoso.

La Corte di Appello aveva rigettato l’istanza. Pur riconoscendo alcune analogie, come il settore di attività e l’arco temporale ristretto, i giudici avevano evidenziato elementi di discontinuità. In particolare, i reati erano stati commessi con modalità operative diverse e, soprattutto, con la partecipazione di complici differenti, inseriti in contesti criminali eterogenei. Questa diversità, secondo la Corte territoriale, indicava non un piano unitario, ma piuttosto una generica inclinazione a delinquere, sfruttando le opportunità illecite che si presentavano.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una motivazione carente e illogica.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di disegno criminoso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la decisione della Corte di Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito che la valutazione sull’esistenza di un unico disegno criminoso non può basarsi solo su elementi generici come l’omogeneità dei reati o la vicinanza temporale, ma richiede una verifica approfondita di indicatori concreti.

Analisi degli Indici Rivelatori del Disegno Criminoso

La giurisprudenza consolidata, richiamata nella sentenza, elenca una serie di elementi da considerare per accertare la continuazione:

* Unitarietà del contesto: I reati si inseriscono in una situazione omogenea.
* Brevità del lasso temporale: Gli episodi criminali sono ravvicinati nel tempo.
* Identica natura dei reati: I delitti violano la stessa tipologia di norma penale.
* Analogia del modus operandi: Le modalità di esecuzione sono simili.
* Costante compartecipazione dei medesimi soggetti: Gli stessi complici partecipano alle diverse azioni.

Nel caso di specie, la Corte ha sottolineato che la presenza di alcuni di questi indici non è sufficiente se altri, di peso significativo, depongono in senso contrario.

La Diversità del Modus Operandi come Elemento Decisivo

L’elemento che la Cassazione ha ritenuto cruciale è stata la diversità delle modalità operative e, di conseguenza, dei complici. I reati erano stati commessi con tecniche differenti che richiedevano l’intervento di persone con capacità specifiche e diverse tra loro (ad esempio, l’impiegata di un’agenzia di pratiche auto per i falsi). Questa circostanza dimostra, secondo la Corte, non un mero cambio di complici, ma l’inserimento in contesti criminali distinti, incompatibili con l’idea di un programma delinquenziale unitario e predeterminato.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Cassazione si fonda sul principio che per riconoscere un unico disegno criminoso è necessario dimostrare che i reati successivi al primo fossero già programmati, almeno nelle loro linee essenziali, al momento della commissione del primo. Se invece i reati appaiono come frutto di determinazioni estemporanee, seppur favorite da una generale propensione al crimine, la continuazione deve essere esclusa.

La Corte ha ritenuto logica e ben argomentata la conclusione dei giudici di merito, secondo cui le condotte dell’imputato erano espressione di un generico programma di attività delinquenziale e non l’esecuzione di un piano specifico. La diversità del contesto criminale, provata dalla differente composizione dei gruppi di complici e dalle diverse modalità operative, è stata considerata un indice oggettivamente significativo, sufficiente a superare gli elementi a favore della continuazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’applicazione dell’istituto della continuazione richiede un’analisi rigorosa e non superficiale. Non basta che i reati siano simili e commessi a breve distanza di tempo. È indispensabile provare, attraverso elementi concreti, che essi discendono da una programmazione unitaria iniziale. La diversità del modus operandi e dei complici non è un dettaglio trascurabile, ma un potente indicatore che può svelare l’assenza di un vero e proprio disegno criminoso, riconducendo i fatti a una serie di episodi criminali distinti e autonomi.

La diversità dei complici è sufficiente a escludere la continuazione tra reati?
Non da sola, ma è un indice molto significativo. La Corte ha chiarito che la diversità dei complici, se deriva da una differente modalità operativa (modus operandi) che richiede competenze specifiche e diverse per ogni reato, diventa un elemento forte per escludere un unico disegno criminoso.

Quali sono gli elementi chiave per riconoscere un unico disegno criminoso?
Gli elementi indizianti includono l’unitarietà del contesto, la brevità del lasso temporale tra i reati, l’identica natura dei reati, l’analogia del modus operandi e la costante partecipazione dei medesimi soggetti. La mancanza di alcuni di questi, specialmente la diversità di modalità e complici, può portare al rigetto della richiesta.

Cosa distingue un unico disegno criminoso da una semplice “inclinazione a delinquere”?
Un unico disegno criminoso implica una programmazione iniziale, almeno nelle linee generali, di tutti i reati successivi. Una semplice inclinazione a delinquere, invece, si manifesta in reati che, sebbene simili, sono frutto di determinazioni estemporanee e non di un piano unitario preesistente, come ritenuto dalla Corte nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati