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Disegno criminoso: quando si applica la continuazione?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22281/2024, ha annullato una condanna per la parte relativa all’applicazione della continuazione tra reati. La Corte ha stabilito che per riconoscere un unico disegno criminoso non è sufficiente la somiglianza dei reati e la loro vicinanza nel tempo. È necessaria la prova di un programma criminale unitario, ideato in precedenza. Il caso riguardava due episodi di resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza ha anche chiarito l’ammissibilità del ricorso del Procuratore Generale per sentenze inappellabili emesse in rito abbreviato.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno criminoso: non basta la vicinanza temporale per la continuazione

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 22281 del 2024, è intervenuta per chiarire i presupposti applicativi dell’istituto della continuazione nel reato, con un focus specifico sul concetto di disegno criminoso. Questa pronuncia stabilisce che la semplice identità della tipologia di reato e la vicinanza temporale tra gli episodi non sono sufficienti a dimostrare l’esistenza di un unico programma criminale. La decisione offre anche importanti delucidazioni procedurali sull’ammissibilità del ricorso del Procuratore Generale.

Il caso: due reati di resistenza e il vincolo della continuazione

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Trieste per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il Tribunale aveva applicato un aumento di pena riconoscendo il vincolo della continuazione con un precedente reato della stessa natura, commesso a pochi mesi di distanza. In sostanza, i due episodi criminosi sono stati considerati parte di un unico progetto.

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato questa decisione, ricorrendo direttamente in Cassazione. Il motivo del ricorso era l’erronea applicazione dell’articolo 81 del codice penale, sostenendo che il Tribunale non avesse fornito una motivazione adeguata a giustificare l’esistenza di un medesimo disegno criminoso, limitandosi a evidenziare la somiglianza dei reati e il breve intervallo temporale tra essi.

L’ammissibilità del ricorso del Procuratore Generale

Prima di esaminare il merito, la Corte ha affrontato una complessa questione procedurale. La sentenza impugnata era stata emessa a seguito di un giudizio abbreviato. Secondo l’articolo 443 del codice di procedura penale, le sentenze di condanna in rito abbreviato non sono appellabili dal pubblico ministero, se non in casi specifici che qui non ricorrevano. Si trattava, quindi, di una sentenza oggettivamente inappellabile.

Nonostante ciò, la Cassazione ha dichiarato ammissibile il ricorso, non come ‘ricorso per saltum’ (che presuppone il diritto di appello), ma come ricorso ordinario. Citando un precedente delle Sezioni Unite, la Corte ha chiarito che, di fronte a un’inappellabilità ‘oggettiva’, il Procuratore Generale è legittimato a proporre direttamente ricorso per cassazione per denunciare vizi di legge.

Il Disegno Criminoso secondo la Cassazione: una motivazione apparente

Nel merito, la Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo la motivazione del Tribunale ‘viziata, ai limiti della mera apparenza’. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale: per poter applicare l’istituto della continuazione, non basta constatare elementi generici come la stessa indole dei reati e la loro contiguità temporale.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che il riconoscimento di un unico disegno criminoso presuppone l’esistenza di un programma delinquenziale unitario, ideato e voluto in anticipo, almeno nelle sue linee essenziali. Questo concetto non deve essere confuso con la semplice estrinsecazione di un ‘genere di vita incline al reato’ o con una generica propensione a delinquere che si manifesta in base alle occasioni. Il giudice di merito deve individuare e specificare gli elementi concreti che dimostrino che i vari reati sono stati concepiti come parte di un unico piano. Nel caso di specie, il Tribunale non ha compiuto questa analisi, rendendo la sua motivazione insufficiente e apparente. La decisione di annullare la sentenza su questo punto sottolinea la necessità di un’analisi rigorosa e specifica da parte dei giudici di merito quando applicano l’istituto della continuazione.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al riconoscimento della continuazione, rinviando il caso al Tribunale di Trieste per una nuova valutazione sul punto. La pronuncia di responsabilità per il reato è invece divenuta irrevocabile. Questa sentenza rafforza i requisiti per l’applicazione del disegno criminoso, assicurando che non venga utilizzato come una scorciatoia senza una prova sostanziale di un piano criminale unificato. Inoltre, consolida un importante principio procedurale sull’ambito dei poteri di impugnazione del Procuratore Generale.

Per applicare la continuazione tra reati, è sufficiente che siano dello stesso tipo e commessi a breve distanza di tempo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questi elementi da soli non bastano. È necessario dimostrare l’esistenza di un programma criminoso unitario, ideato e voluto in anticipo, almeno nelle sue linee essenziali.

Che cos’è un ‘disegno criminoso unitario’?
È un piano preordinato per commettere una serie di reati. Non si identifica con una generica inclinazione a delinquere o con uno stile di vita criminale, ma richiede una deliberazione unitaria che precede l’esecuzione dei singoli reati.

Il Procuratore Generale può ricorrere in Cassazione contro una sentenza di condanna emessa con rito abbreviato che non è appellabile?
Sì. La sentenza chiarisce che, nei casi di inappellabilità ‘oggettiva’ della sentenza (come previsto dall’art. 443, comma 3, c.p.p. per il rito abbreviato), il Procuratore Generale è legittimato a proporre ricorso ordinario per cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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