Disegno Criminoso Unico: La Cassazione Fissa i Paletti
L’applicazione del concetto di disegno criminoso unico, previsto dall’art. 81 del codice penale, è fondamentale per determinare il trattamento sanzionatorio di chi commette più reati. Questo istituto, noto come ‘continuazione’, permette di applicare una pena più lieve rispetto alla somma aritmetica delle pene previste per ogni singolo reato. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i rigorosi criteri necessari per riconoscere un’unica matrice programmatica dietro a più illeciti, sottolineando come la distanza temporale e spaziale possa essere un ostacolo insormontabile.
I Fatti di Causa
Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un ricorso presentato da un individuo condannato per due distinti gruppi di reati contro il patrimonio.
* Gruppo A: Una serie di reati commessi nel 2001, giudicati dal Tribunale di Rimini e dal Gup di Pesaro.
* Gruppo B: Un’altra serie di reati commessi nell’anno successivo, il 2002, giudicati dal Tribunale di Foggia e dalla Corte di Appello di Bari.
In fase esecutiva, la Corte di Appello di L’Aquila aveva già riconosciuto la continuazione all’interno di ciascun gruppo, ma aveva negato che esistesse un unico disegno criminoso che legasse il Gruppo A al Gruppo B. Il ricorrente si è rivolto alla Cassazione sostenendo che tutti i reati, nonostante le differenze, rientrassero in un unico e complessivo piano criminoso iniziale.
La Decisione della Corte e il Concetto di Disegno Criminoso
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La doglianza è stata ritenuta ‘manifestamente infondata’. Secondo gli Ermellini, il provvedimento impugnato aveva correttamente e adeguatamente motivato la sua scelta, evidenziando la totale assenza di elementi concreti da cui desumere che i due gruppi di reati fossero il frutto di una comune e originaria ideazione.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte si fonda su principi consolidati nella giurisprudenza di legittimità. Per poter parlare di un unico disegno criminoso, è necessario che l’identità del piano sia rintracciabile sin dalla commissione del primo reato. Non è sufficiente che i reati siano della stessa indole o commessi con modalità simili; occorre la prova di un programma deliberato in anticipo, che abbracci tutte le violazioni successive.
Nel caso specifico, due fattori sono stati decisivi per escludere la continuazione tra i due gruppi di sentenze:
1. La distanza di tempo: Un intero anno separava i reati del primo gruppo da quelli del secondo.
2. Il diverso contesto spaziale: I reati erano stati commessi in aree geografiche distinte e lontane tra loro (Rimini/Pesaro vs. Foggia/Bari).
Questi elementi, secondo la Corte, sono forti indicatori dell’esistenza di due piani criminali separati e distinti, piuttosto che di un’unica programmazione. La Corte ha inoltre specificato che il ricorso era in parte teso a sollecitare una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.
Le Conclusioni
L’ordinanza ribadisce un principio cruciale: per ottenere il beneficio della continuazione, il condannato deve fornire elementi concreti che dimostrino un’unica programmazione iniziale. La semplice somiglianza dei reati non basta. Fattori oggettivi come il tempo trascorso tra un reato e l’altro e la distanza geografica tra i luoghi di commissione assumono un peso determinante nella valutazione del giudice. La decisione conferma che l’onere della prova di un unico disegno criminoso è rigoroso e che, in sua assenza, i reati verranno considerati come espressione di deliberazioni autonome e, di conseguenza, puniti più severamente.
Quando più reati possono essere considerati parte di un unico disegno criminoso?
Perché si configuri un unico disegno criminoso, è necessario dimostrare che tutti i reati sono frutto di una comune e iniziale ideazione. Questo piano deve essere preesistente alla commissione del primo reato e non può essere semplicemente desunto a posteriori dalla somiglianza delle condotte.
La distanza di tempo e di luogo tra i reati può escludere il disegno criminoso unico?
Sì. Come stabilito in questa ordinanza, una significativa distanza temporale e la commissione dei reati in contesti spaziali diversi sono considerati elementi concreti che supportano la conclusione dell’esistenza di distinti piani criminali, escludendo quindi l’applicazione della continuazione tra di essi.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, non viene esaminato nel merito. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, qui quantificata in tremila euro, in favore della cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5421 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5421 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CERIGNOLA il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 15/09/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME;
Rilevato che LA Corte di Appello di L’Aquila, quale giudice dell’esecuzione, ha accolto la richiesta di NOME di applicare la disciplina di cui all’art. 81 cod. pen. tra i reati oggetto delle sentenze del gruppo A), pronunciate dal Tribunale di Rimini e dal Gup di Pesaro per reati contro il patrimonio commessi nell’anno 2001, e quelle del gruppo B), pronunciate dal Tribunale di Foggia e dalla Corte di Appello di Bari, per reati contro il patrimonio commessi nell’anno 2002, e ha rigettato di applicare la medesima disciplina tra tutte le sentenze del gruppo A) e tutte quelle del gruppo B);
Rilevato che con il ricorso si denunciano la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione all’art. 81 cod. pen. evidenziando che la conclusione sarebbe errata in quanto il giudice non avrebbe tenuto nel dovuto conto che le violazioni rientravano comunque in un unico complessivo disegno criminoso;
Rilevato che la doglianza oggetto del ricorso è manifestamente infondata in quanto il provvedimento impugnato ha adeguatamente motivato quanto alla mancanza di elementi concreti dai quali poter desumere che i reati oggetto dei due distinti gruppi di sentenze reati fossero il frutto di una comune e iniziale ideazione, ciò anche considerata la distanza di tempo e il diverso contesto spaziale in cui i reati sono stati commessi;
Ritenuto pertanto che il Tribunale si è correttamente conformato alla pacifica giurisprudenza di legittimità per la quale è necessario che l’identità del disegno criminoso sia rintracciabile sin dalla commissione del primo reato e come questo non sia desumibile dagli atti (cfr. Sez. U, n. 28659 del 18/05/2017, COGNOME, Rv. 270074 – 01; Sez. 1, n. 13971 del 30/3/2021, COGNOME, n.m.; Sez. 1, n. 39222 del 26/02/2014, B, Rv. 260896 – 01);
Ritenuto pertanto che il ricorso è inammissibile in quanto le doglianze sono manifestamente infondate e in parte tese a sollecitare una diversa e alternativa lettura che non è consentita in questa sede (cfr. Sez. 6, n. 5465 del 04/11/2020, dep. 2021, F., Rv 280601);
Considerato che alla inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché – valutato il contenuto del ricorso e in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità – al versamento della somma, ritenuta congrua, di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 25/1/2024