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Disegno criminoso: quando non si applica tra reati

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto che chiedeva di unificare due serie distinte di reati, commessi in anni e luoghi diversi, sotto un unico disegno criminoso. Secondo la Corte, la distanza temporale e spaziale, unita alla mancanza di prove di un’ideazione comune e iniziale, impedisce l’applicazione dell’istituto della continuazione tra i due gruppi di illeciti.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso Unico: La Cassazione Fissa i Paletti

L’applicazione del concetto di disegno criminoso unico, previsto dall’art. 81 del codice penale, è fondamentale per determinare il trattamento sanzionatorio di chi commette più reati. Questo istituto, noto come ‘continuazione’, permette di applicare una pena più lieve rispetto alla somma aritmetica delle pene previste per ogni singolo reato. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito i rigorosi criteri necessari per riconoscere un’unica matrice programmatica dietro a più illeciti, sottolineando come la distanza temporale e spaziale possa essere un ostacolo insormontabile.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un ricorso presentato da un individuo condannato per due distinti gruppi di reati contro il patrimonio.

* Gruppo A: Una serie di reati commessi nel 2001, giudicati dal Tribunale di Rimini e dal Gup di Pesaro.
* Gruppo B: Un’altra serie di reati commessi nell’anno successivo, il 2002, giudicati dal Tribunale di Foggia e dalla Corte di Appello di Bari.

In fase esecutiva, la Corte di Appello di L’Aquila aveva già riconosciuto la continuazione all’interno di ciascun gruppo, ma aveva negato che esistesse un unico disegno criminoso che legasse il Gruppo A al Gruppo B. Il ricorrente si è rivolto alla Cassazione sostenendo che tutti i reati, nonostante le differenze, rientrassero in un unico e complessivo piano criminoso iniziale.

La Decisione della Corte e il Concetto di Disegno Criminoso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La doglianza è stata ritenuta ‘manifestamente infondata’. Secondo gli Ermellini, il provvedimento impugnato aveva correttamente e adeguatamente motivato la sua scelta, evidenziando la totale assenza di elementi concreti da cui desumere che i due gruppi di reati fossero il frutto di una comune e originaria ideazione.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su principi consolidati nella giurisprudenza di legittimità. Per poter parlare di un unico disegno criminoso, è necessario che l’identità del piano sia rintracciabile sin dalla commissione del primo reato. Non è sufficiente che i reati siano della stessa indole o commessi con modalità simili; occorre la prova di un programma deliberato in anticipo, che abbracci tutte le violazioni successive.

Nel caso specifico, due fattori sono stati decisivi per escludere la continuazione tra i due gruppi di sentenze:

1. La distanza di tempo: Un intero anno separava i reati del primo gruppo da quelli del secondo.
2. Il diverso contesto spaziale: I reati erano stati commessi in aree geografiche distinte e lontane tra loro (Rimini/Pesaro vs. Foggia/Bari).

Questi elementi, secondo la Corte, sono forti indicatori dell’esistenza di due piani criminali separati e distinti, piuttosto che di un’unica programmazione. La Corte ha inoltre specificato che il ricorso era in parte teso a sollecitare una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio cruciale: per ottenere il beneficio della continuazione, il condannato deve fornire elementi concreti che dimostrino un’unica programmazione iniziale. La semplice somiglianza dei reati non basta. Fattori oggettivi come il tempo trascorso tra un reato e l’altro e la distanza geografica tra i luoghi di commissione assumono un peso determinante nella valutazione del giudice. La decisione conferma che l’onere della prova di un unico disegno criminoso è rigoroso e che, in sua assenza, i reati verranno considerati come espressione di deliberazioni autonome e, di conseguenza, puniti più severamente.

Quando più reati possono essere considerati parte di un unico disegno criminoso?
Perché si configuri un unico disegno criminoso, è necessario dimostrare che tutti i reati sono frutto di una comune e iniziale ideazione. Questo piano deve essere preesistente alla commissione del primo reato e non può essere semplicemente desunto a posteriori dalla somiglianza delle condotte.

La distanza di tempo e di luogo tra i reati può escludere il disegno criminoso unico?
Sì. Come stabilito in questa ordinanza, una significativa distanza temporale e la commissione dei reati in contesti spaziali diversi sono considerati elementi concreti che supportano la conclusione dell’esistenza di distinti piani criminali, escludendo quindi l’applicazione della continuazione tra di essi.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, non viene esaminato nel merito. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, qui quantificata in tremila euro, in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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