LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Disegno criminoso: quando non si applica la continuazione

Un soggetto condannato con undici sentenze per reati contro il patrimonio ha richiesto l’applicazione della continuazione, basata su un unico disegno criminoso. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la sola somiglianza dei reati non è sufficiente. La presenza di modalità esecutive diverse, un lungo arco temporale e interruzioni come arresti e detenzioni, indicano piuttosto uno ‘stile di vita delinquenziale’ e non un programma unitario, escludendo così l’esistenza di un unico disegno criminoso.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: La Cassazione chiarisce i limiti della continuazione

L’istituto della continuazione, disciplinato dall’art. 81 del codice penale, permette di unificare più reati sotto un’unica pena, più mite rispetto alla somma delle singole pene. Il presupposto fondamentale è l’esistenza di un medesimo disegno criminoso, ovvero un programma delinquenziale unitario ideato prima della commissione del primo reato. Con la sentenza n. 8096/2024, la Corte di Cassazione torna su questo tema cruciale, chiarendo quali elementi escludono tale unicità programmatica.

I Fatti di Causa e la Decisione del Giudice dell’Esecuzione

Il caso riguarda un individuo, già condannato con undici sentenze definitive per reati contro il patrimonio, che aveva presentato istanza al Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Mantova per ottenere il riconoscimento del vincolo della continuazione tra tutti i reati giudicati. L’obiettivo era ottenere una rideterminazione della pena complessiva in senso più favorevole.

Il Giudice dell’esecuzione, tuttavia, ha respinto l’istanza. La motivazione del rigetto si basava su una serie di considerazioni:

1. Omogeneità non sufficiente: La sola natura comune dei reati (tutti contro il patrimonio) non è un elemento sufficiente a dimostrare un unico piano.
2. Modalità diverse: I reati erano stati commessi con modalità sempre differenti: a volte in concorso con soggetti diversi, altre volte con violenza sulle cose o sulle persone.
3. Lungo arco temporale: Le condotte si erano protratte per un lungo periodo.
4. Eventi interruttivi: Questo lasso di tempo era stato intervallato da arresti in flagranza e periodi di detenzione.

Secondo il giudice, queste circostanze rendevano inverosimile che un unico programma criminoso fosse rimasto invariato per anni. La reiterazione dei crimini non era espressione di un’unica volontà, ma di una generica ‘inclinazione a delinquere’, uno stile di vita basato sul ricorso al crimine.

Il Ricorso in Cassazione

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando la manifesta illogicità della motivazione. Secondo la difesa, il giudice avrebbe errato nel considerare gli arresti e la detenzione come eventi interruttivi del programma criminoso, sostenendo che questi rappresentassero al massimo una ‘sospensione necessitata’ del piano, non dipendente dalla volontà del reo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul disegno criminoso

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, confermando in toto l’impostazione del giudice di merito. La motivazione della Cassazione è un’importante lezione sui requisiti del disegno criminoso.

La Corte ribadisce che per riconoscere la continuazione è necessaria una verifica approfondita di indicatori concreti. Non basta l’omogeneità dei reati, ma occorrono elementi come la contiguità spazio-temporale, le modalità della condotta, la sistematicità e le abitudini di vita. Fondamentale è provare che, al momento del primo reato, i successivi fossero già stati programmati, almeno nelle loro linee essenziali.

Nel caso specifico, la Corte sottolinea come l’ordinanza impugnata abbia correttamente evidenziato l’assenza di elementi positivi (come modalità operative analoghe) e la presenza di un elemento negativo cruciale: la non plausibilità del permanere di un unico piano criminoso per un arco temporale così lungo e frammentato da arresti e detenzioni.

Citando un proprio precedente consolidato (Sez. 1, n. 44988 del 2018), la Corte afferma che è legittimo escludere la continuazione quando un notevole lasso di tempo e frequenti periodi di detenzione rendono inconcepibile che ‘un disegno delittuoso includa anche gli arresti, l’espiazione delle pene e le riprese del fantomatico progetto esecutivo’.

Le Conclusioni: Distinzione tra Piano Unitario e Stile di Vita Criminale

In conclusione, la sentenza riafferma un principio fondamentale: l’identità del disegno criminoso non si identifica con la semplice ‘estrinsecazione di un genere di vita incline al reato’. La continuazione postula un programma specifico e preventivamente ideato, non una generica propensione a delinquere che si manifesta in modo estemporaneo ogni volta che se ne presenta l’occasione.

La prosecuzione di un’attività criminale, ripresa dopo eventi interruttivi significativi come la detenzione, è logicamente indicativa di uno stile di vita delinquenziale, ma non di quella programmazione unitaria che la legge richiede per l’applicazione del più favorevole istituto della continuazione. La decisione della Corte, pertanto, respinge il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

La somiglianza tra più reati è sufficiente per riconoscere il disegno criminoso e la continuazione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sola omogeneità delle violazioni (ad esempio, tutti reati contro il patrimonio) non è un elemento sufficiente. Per dimostrare un unico disegno criminoso, tale indice deve essere accompagnato da altri elementi sintomatici, come modalità operative analoghe.

Gli arresti e i periodi di detenzione possono interrompere un disegno criminoso?
Sì. La Corte ritiene che un lungo arco temporale, intervallato da arresti e periodi di detenzione, rende inverosimile che un unico disegno criminoso sia rimasto inalterato. Questi eventi sono considerati interruttivi di un eventuale programma criminoso unitario.

Qual è la differenza tra ‘disegno criminoso’ e ‘stile di vita delinquenziale’?
Il ‘disegno criminoso’, ai fini della continuazione, postula un programma di condotte illecite previamente ideato e voluto. Lo ‘stile di vita delinquenziale’, invece, è una generica inclinazione al reato, una programmaticità nel ricorrere al crimine che non si identifica con un singolo e unitario piano e che, pertanto, non è sufficiente per applicare l’istituto della continuazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati