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Disegno criminoso: quando non si applica il reato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato, stabilendo che la commissione di numerosi reati per necessità economica non configura un medesimo disegno criminoso. Serve una programmazione specifica e dettagliata dei reati, non un generico piano per reperire fondi.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Medesimo Disegno Criminoso: La Cassazione Chiarisce i Limiti

L’ordinanza n. 10516/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento su un concetto cardine del diritto penale: il medesimo disegno criminoso. Questa nozione, disciplinata dall’art. 81 del codice penale, permette di considerare più reati come un’unica violazione continuata, con notevoli benefici sulla determinazione della pena. Tuttavia, la Corte ribadisce che non basta un generico bisogno economico a unificare una serie di illeciti, ma è necessaria una programmazione specifica e preordinata.

Il Caso: Reati Seriati e la Tesi della Necessità

Il caso in esame riguarda un ricorso presentato da un soggetto condannato per una serie di reati contro il patrimonio. La difesa sosteneva che tutti gli illeciti, sebbene numerosi e commessi in un arco di tempo ristretto, fossero riconducibili a un medesimo disegno criminoso. L’elemento unificante, secondo il ricorrente, era l’intento di reperire risorse economiche per soddisfare le esigenze primarie di vita. In pratica, si affermava che la necessità economica avesse generato un’unica decisione di delinquere, che si era poi manifestata in più episodi.

La Visione della Corte sul Medesimo Disegno Criminoso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. I giudici hanno smontato la tesi difensiva, sottolineando come la commissione di un elevato numero di reati in un breve periodo non dimostri affatto una volizione unitaria. Al contrario, tale condotta rivela un’abitudine criminosa, una vera e propria scelta di vita finalizzata a trarre sostentamento da attività illecite. Questo stato di fatto è incompatibile con la programmazione specifica che il concetto di medesimo disegno criminoso richiede.

Le Motivazioni: Perché un Piano Generico non Basta

La motivazione della Corte si fonda su un principio consolidato in giurisprudenza, in particolare richiamando una sentenza delle Sezioni Unite (n. 28659/2017). Per configurare un medesimo disegno criminoso, non è sufficiente un programma generico e vago, come quello di “reperire denaro in modo illecito”. La legge esige qualcosa di più: è necessario che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero già stati pianificati, almeno nelle loro linee essenziali.

Il movente economico, per quanto pressante, non può essere confuso con il fine specifico che caratterizza una deliberazione unitaria. La spinta a delinquere per necessità è un movente-scopo troppo scarno per integrare la programmazione richiesta dalla norma. In altre parole, la legge distingue tra la tendenza stabile di un soggetto a risolvere i propri problemi commettendo reati e un piano concreto e preordinato che lega diverse azioni criminali in un unico progetto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione rafforza un’interpretazione rigorosa dell’istituto del reato continuato. Le implicazioni pratiche sono significative: per ottenere il beneficio della continuazione, la difesa deve fornire prove concrete di una programmazione dettagliata che preceda l’esecuzione del primo reato. Non è sufficiente invocare una generica difficoltà economica o uno stato di bisogno. Questa pronuncia serve da monito: la ripetizione di reati, anziché essere vista come un’unica azione frazionata, può essere interpretata dal giudice come indice di una più grave e radicata inclinazione a delinquere, con conseguenze ben diverse sul trattamento sanzionatorio.

Commettere tanti reati simili in poco tempo significa che c’è un medesimo disegno criminoso?
No. Secondo la Corte, la commissione di numerosi reati in un periodo contenuto non dimostra una volizione unitaria, ma può rivelare un’abitudine criminosa e una scelta di vita volta a trarre sostentamento da attività illecite.

Il bisogno di soldi per vivere può essere considerato l’elemento unificante di un medesimo disegno criminoso?
No. La giurisprudenza ritiene che un mero programma di reperire denaro in modo illecito sia un proposito troppo generico e scarno per configurare il medesimo disegno criminoso. Questo rappresenta un movente, non la programmazione specifica richiesta dalla legge.

Cosa serve per dimostrare l’esistenza di un medesimo disegno criminoso?
È necessario dimostrare che, al momento della commissione del primo reato, i reati successivi fossero già stati programmati almeno nelle loro linee essenziali. Serve quindi un piano specifico e una deliberazione unitaria che vada oltre la generica spinta a delinquere per motivi economici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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