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Disegno criminoso: quando non c’è continuazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva di riconoscere il vincolo della continuazione tra il reato di esercizio abusivo della professione e quello di possesso di documento falso. Secondo la Corte, la mancanza di prove su un unico disegno criminoso, la distanza temporale e le diverse modalità dei reati escludono tale vincolo.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: Due Reati Distinti Non Sempre Fanno un Unico Piano

Nel diritto penale, il concetto di disegno criminoso è fondamentale per stabilire se più reati possano essere considerati come un’unica azione continuata, con importanti conseguenze sul calcolo della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui criteri necessari per dimostrare l’esistenza di questo vincolo, sottolineando che la semplice commissione di più illeciti non basta. Il caso analizzato riguarda un soggetto condannato per esercizio abusivo della professione e, a distanza di anni, per possesso di un documento d’identità falso.

I Fatti del Caso: Due Reati Distinti nel Tempo

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di un condannato di vedere riconosciuto il cosiddetto ‘reato continuato’ tra due diverse condanne definitive. La prima, per esercizio abusivo della professione, risaliva al 2014. La seconda, per il possesso di una carta d’identità contraffatta, era stata accertata nel 2018. La difesa sosteneva che il documento falso fosse stato procurato per poter continuare a svolgere l’attività professionale illecita, tentando così di collegare i due episodi in un unico disegno criminoso.

Il Rigetto del Concetto di Unico Disegno Criminoso

Il giudice dell’esecuzione, prima, e la Corte di Cassazione, poi, hanno respinto questa tesi. La decisione si è basata sulla totale assenza di prove che collegassero i due reati. Dalle sentenze di merito non emergeva alcun elemento che confermasse l’ipotesi difensiva. Anzi, le circostanze del secondo reato erano del tutto slegate dal primo: il documento falso era stato trovato durante una perquisizione veicolare all’interno di un night club, un contesto che non suggeriva alcun collegamento con un’attività professionale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha confermato la decisione del giudice dell’esecuzione, ritenendo il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito che per configurare un unico disegno criminoso sono necessari elementi sintomatici precisi, come la vicinanza temporale tra i fatti, l’identità della causale, la somiglianza nelle modalità di esecuzione e l’omogeneità delle violazioni. Nel caso di specie, tutti questi elementi mancavano. I reati erano stati commessi a quattro anni di distanza, con modalità completamente diverse e senza alcun collegamento logico o fattuale. La Corte ha sottolineato che non basta una generica affermazione per provare l’esistenza di un programma delinquenziale unitario; è necessario che tale piano sia deliberato fin dall’origine nelle sue linee essenziali. La decisione del giudice dell’esecuzione è stata quindi definita logica, coerente e basata su una corretta interpretazione dell’art. 81 del codice penale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: il beneficio del reato continuato non è automatico ma richiede una prova rigorosa dell’esistenza di un unico disegno criminoso. Non è sufficiente che un soggetto commetta più reati nel tempo. È indispensabile dimostrare che tali reati siano tessere di un medesimo mosaico, pianificato in anticipo. In assenza di prove concrete come la vicinanza cronologica, la coerenza nel movente e nelle modalità operative, i reati restano episodi distinti e separati, da sanzionare autonomamente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a conferma che un ricorso privo di fondamento giuridico comporta conseguenze economiche negative.

Quando si può parlare di un unico disegno criminoso tra più reati?
Secondo la giurisprudenza citata dalla Corte, si può parlare di unico disegno criminoso quando i singoli reati sono parte di un programma deliberato fin dall’origine e sono presenti elementi sintomatici come la vicinanza cronologica, una causale comune, condizioni di tempo e luogo simili, modalità di condotta analoghe e omogeneità delle violazioni.

Perché in questo caso è stato escluso il reato continuato?
Il reato continuato è stato escluso perché i due illeciti (esercizio abusivo della professione e possesso di documento falso) sono stati commessi a distanza di tempo (2014 e 2018), con modalità differenti e in contesti non collegati. Non è emersa alcuna prova che il documento falso fosse stato acquisito per portare avanti l’attività professionale illecita.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile, come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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