LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Disegno criminoso: quando non c’è continuazione

La Cassazione ha confermato la decisione di un Tribunale che negava l’esistenza di un unico disegno criminoso tra due reati di bancarotta fraudolenta. Nonostante il modus operandi simile, la distanza temporale e l’assenza di legami tra le società coinvolte hanno escluso la continuazione del reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso Unico: Non Basta Ripetere lo Stesso Reato

Nel diritto penale, il concetto di disegno criminoso unico è fondamentale per l’applicazione dell’istituto della continuazione tra reati, che può portare a una pena complessiva più mite. Tuttavia, cosa succede quando un individuo commette lo stesso tipo di reato a distanza di anni e a danno di soggetti diversi? Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce che la semplice ripetizione di un modus operandi non è sufficiente a provare l’esistenza di un piano unitario concepito sin dall’inizio. Analizziamo la decisione per comprendere i criteri distintivi applicati dai giudici.

I Fatti del Caso: Due Bancarotte a Distanza di Anni

Il caso esaminato riguarda un imprenditore condannato per due distinti episodi di bancarotta fraudolenta per distrazione.
Il primo reato era stato commesso tra il 2005 e il 2006 ai danni di una prima società, il cui fallimento era stato dichiarato nel 2009.
Il secondo episodio, invece, si era verificato anni dopo, nel 2012 e 2013, e aveva coinvolto una seconda società, del tutto estranea alla prima, il cui fallimento risaliva al 2015. Non esisteva alcun tipo di rapporto tra le due compagini sociali danneggiate.

La Richiesta di Riconoscimento del Disegno Criminoso

L’imprenditore, tramite il suo legale, aveva richiesto al giudice dell’esecuzione di riconoscere il vincolo della continuazione tra i due reati, sostenendo che entrambi fossero frutto di un unico disegno criminoso. A suo avviso, l’identità del modus operandi utilizzato in entrambe le occasioni era la prova di un piano premeditato.
Il Tribunale di Milano, tuttavia, aveva respinto l’istanza. Secondo il giudice, l’assenza di qualsiasi collegamento tra i due fatti, la notevole distanza temporale e la diversità delle società coinvolte erano elementi che escludevano la possibilità di un programma criminoso unitario.

La Decisione della Cassazione e il Concetto di Disegno Criminoso

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale. I giudici supremi hanno colto l’occasione per ribadire i principi consolidati in materia di disegno criminoso.

Gli Indici Rivelatori e la Loro Valutazione

Perché si possa parlare di continuazione, non basta che i reati siano dello stesso tipo. È necessario dimostrare che l’agente avesse progettato, sin dal principio, una serie ben definita di illeciti. Gli elementi da valutare sono molteplici:
* L’omogeneità delle violazioni e del bene giuridico protetto.
* La contiguità spazio-temporale tra le condotte.
Le modalità della condotta (modus operandi*).
* La sistematicità e le abitudini di vita dell’imputato.

La Corte ha sottolineato che, sebbene non sia necessaria la presenza di tutti questi indicatori, quelli presenti devono essere sufficientemente significativi da provare che i reati successivi erano stati programmati, almeno nelle loro linee essenziali, già al momento della commissione del primo.

Differenza tra Disegno Criminoso e Programma di Vita Delinquenziale

Un punto cruciale della sentenza è la distinzione tra un disegno criminoso e un generico ‘programma di vita delinquenziale’. Il primo implica un piano specifico per commettere determinati reati. Il secondo, invece, riflette una semplice propensione a delinquere, che si manifesta cogliendo le occasioni che si presentano di volta in volta. Nel caso di specie, la commissione di una seconda bancarotta a distanza di molti anni è stata interpretata come frutto di una determinazione estemporanea, non come l’attuazione di un piano originario.

le motivazioni

La Corte ha ritenuto le argomentazioni del ricorrente generiche e confutative. L’imprenditore si era limitato a criticare la valutazione del Tribunale, senza indicare quale elemento concreto fosse stato trascurato. Secondo la Cassazione, il giudice di merito aveva correttamente analizzato tutti i dati a disposizione, concludendo in modo logico e coerente che l’unico elemento in comune tra i due episodi – il tipo di reato – non era sufficiente a configurare la continuazione.
L’identità del modus operandi e la distanza cronologica sono solo alcuni degli indici da considerare. Nel caso specifico, la totale assenza di collegamento tra le società fallite e il lungo intervallo di tempo tra i fatti sono stati ritenuti decisivi per escludere che la seconda bancarotta facesse parte di un piano concepito già nel 2005.

le conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cardine: per ottenere il riconoscimento della continuazione in sede esecutiva, è necessario fornire prove concrete di un’ideazione unitaria e preventiva dei reati. Un modus operandi identico può essere un indizio, ma da solo non basta, specialmente se altri elementi, come la distanza temporale e la diversità dei contesti, depongono in senso contrario. La decisione distingue nettamente la pianificazione criminale dalla semplice reiterazione di condotte illecite, che esprime piuttosto una scelta di vita orientata al crimine, non tutelata dall’istituto della continuazione.

Quando si può parlare di unico disegno criminoso tra più reati?
Si può parlare di unico disegno criminoso quando l’agente ha deliberato unitariamente e in anticipo una serie di condotte criminose, concepite almeno nelle loro caratteristiche essenziali prima della commissione del primo reato. Non è sufficiente una generica propensione a delinquere.

Un modus operandi identico è sufficiente a dimostrare l’esistenza di un disegno criminoso?
No. Secondo la sentenza, l’identità del modus operandi è solo uno degli indici da valutare. Da solo non è sufficiente a provare un disegno criminoso, specialmente in assenza di altri elementi di collegamento, come la contiguità temporale o la connessione tra i contesti in cui i reati sono stati commessi.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in questo caso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni del ricorrente erano meramente confutative e non indicavano elementi concreti trascurati dal giudice di merito. La valutazione del Tribunale, che aveva escluso la continuazione basandosi sulla distanza temporale e sull’assenza di rapporti tra le società coinvolte, è stata ritenuta logica, congrua e priva di vizi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati