Disegno Criminoso: La Sospensione della Patente Interrompe la Continuazione tra Reati
L’istituto della continuazione nel diritto penale permette di mitigare la pena quando più reati sono commessi in esecuzione di un unico disegno criminoso. Ma cosa succede se un evento esterno, come la sospensione della patente, interviene tra una violazione e l’altra? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come tale evento possa interrompere il legame tra i reati, escludendo l’applicazione di questo beneficio.
I Fatti del Caso
Un automobilista veniva condannato in primo grado e in appello per una violazione del Codice della Strada, specificamente per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La condanna prevedeva una pena di quattro mesi di arresto e mille euro di ammenda. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, non per contestare la sua colpevolezza, ma per un motivo prettamente giuridico: chiedeva il riconoscimento della continuazione con un altro reato simile, per il quale era già stato giudicato con una sentenza precedente. In pratica, sosteneva che entrambe le violazioni facessero parte di un unico piano.
La Decisione della Cassazione: Ricorso Inammissibile
La Corte Suprema ha respinto la richiesta, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’assenza dei presupposti per poter configurare un medesimo disegno criminoso tra i due episodi contestati. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché Manca il Disegno Criminoso?
La Corte di Cassazione ha articolato il proprio ragionamento su alcuni punti cardine, seguendo un orientamento giurisprudenziale consolidato. Per aversi continuazione, è necessario che l’agente abbia concepito un piano unitario prima di iniziare l’attività criminale e che tale piano sia rimasto invariato durante l’esecuzione dei vari reati.
Nel caso specifico, i giudici hanno evidenziato due elementi cruciali che escludevano questa possibilità:
1. La distanza temporale: Un significativo lasso di tempo separava i due episodi di guida illecita.
2. La ‘cesura fattuale’ della sospensione della patente: Questo è l’elemento decisivo. Dopo la prima violazione, all’imputato era stata sospesa la patente di guida. Questo provvedimento amministrativo ha creato una vera e propria interruzione, non solo giuridica ma anche pratica. L’impossibilità di guidare legalmente ha spezzato qualsiasi potenziale continuità nel comportamento illecito. Secondo la Corte, non era possibile prefigurare una “programmazione anticipata” delle condotte, poiché l’imputato non poteva legalmente continuare a guidare.
Di conseguenza, la seconda violazione non può essere vista come la prosecuzione del piano originario, ma deve essere considerata come il frutto di una “nuova e diversa deliberazione criminosa”, nata dopo la sospensione della patente e quindi del tutto autonoma dalla precedente.
Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il disegno criminoso non è un concetto astratto, ma deve essere ancorato a una programmazione concreta e realizzabile. Un evento esterno e ostativo, come la sospensione di un’autorizzazione necessaria a commettere il reato (in questo caso, la patente), è in grado di interrompere il nesso psicologico e programmatico tra le diverse condotte. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, ciò significa che non si può invocare la continuazione per reati commessi dopo che un intervento dell’autorità ha reso materialmente o giuridicamente impossibile proseguire il piano iniziale. Ogni nuova violazione, in un simile contesto, verrà giudicata come un fatto a sé stante, con le relative conseguenze sanzionatorie.
Quando si può applicare la continuazione tra reati?
La continuazione si applica quando si accerta concretamente l’esistenza di un medesimo disegno criminoso, ovvero un piano unitario concepito prima dell’inizio dell’attività illecita e rimasto fermo durante tutto il suo svolgimento.
Perché la sospensione della patente ha impedito il riconoscimento del disegno criminoso?
Perché ha creato una ‘cesura fattuale’ tra i due episodi. La sospensione ha reso impossibile per l’imputato continuare a guidare, interrompendo così qualsiasi programma anticipato. La seconda violazione è stata quindi considerata il risultato di una nuova e autonoma decisione criminale, non la prosecuzione della prima.
Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non viene esaminato nel merito dalla Corte perché manca dei presupposti richiesti dalla legge. In questo caso, la motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta congrua ed esaustiva, rendendo il ricorso alla Corte di Cassazione non accoglibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7203 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 7203 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 22/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a OSTUNI il 05/07/1999
avverso la sentenza del 22/03/2024 della CORTE APPELLO di LECCE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Lecce ha confermato la sentenza del Tribunale di Brindisi del 12 gennaio 2022, con la quale COGNOME NOME era stato condannato alla pena di mesi quattro di arresto ed euro mille di ammenda in relazione al reato di cui all’art. 187, co. 8, C.d.S.
L’imputato ricorre per Cassazione avverso la sentenza della Corte di appello per violazione di legge, rilevando il mancato riconoscimento della continuazione con altro reato giudicato con sentenza del 2021.
3. Il ricorso è inammissibile.
Va premesso che, in base alla consolidata giurisprudenza di questa Corte, è ammissibile il vincolo della continuazione quando venga accertata, in concreto, l’esistenza di un medesimo disegno criminoso, concepito anteriormente all’attività antigiuridica e rimasto fermo durante tutto lo svolgimento di essa (Sez. 4, n. 2624 del 10/03/1986, COGNOME, Rv. 172321; Sez. 4, n. 12004 del 01/07/1975, COGNOME, Rv. 131435). La Corte di appello ha evidenziato come nella fattispecie non era possibile prefigurare una programmazione anticipata delle diverse condotte da parte dell’imputato, tenendo anche conto della distanza temporale tra i due episodi e dal fatto che il predetto imputato, in conseguenza della sospensione della patente disposta a seguito della prima violazione, non aveva potuto continuare a guidare, con evidente cesura anche fattuale tra un episodio e l’altro, dal che deve desumersi l’esistenza di una nuova e diversa deliberazione criminosa.
Si tratta di motivazione congrua, esaustiva e pienamente rispettosa dei principi sopra esposti.
Per le ragioni che precedono, il ricorso va dichiarato inammissibile con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – non ricorrendo ragioni di esonero – al versamento della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila alla Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 22 gennaio 2025 r OÈPOS 1M 1.
Ah.