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Disegno criminoso: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per il riconoscimento del disegno criminoso. Il giudice ha ritenuto che la richiesta fosse aspecifica e che mancassero prove di una programmazione unitaria dei reati, i quali apparivano legati a circostanze occasionali e contingenti.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: La Cassazione Chiarisce i Limiti per l’Unificazione delle Pene

L’istituto del disegno criminoso, disciplinato dall’articolo 81 del codice penale, rappresenta un cardine del nostro sistema sanzionatorio, consentendo di mitigare la pena per chi commette più reati in esecuzione di un medesimo piano. Tuttavia, la sua applicazione in fase esecutiva non è automatica e richiede una dimostrazione rigorosa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i criteri per il suo riconoscimento e le ragioni che possono portare a dichiarare inammissibile un ricorso.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato per diversi reati, presentava un’istanza al Tribunale competente, in qualità di Giudice dell’esecuzione, per ottenere l’applicazione del vincolo della continuazione. La richiesta mirava a unificare le pene inflitte, sostenendo che tutti i reati fossero frutto di un’unica e preventiva ideazione criminosa. Il Tribunale, tuttavia, rigettava la richiesta. La motivazione del rigetto si basava su due elementi chiave: i reati erano stati commessi in contesti temporali distanti tra loro e concernevano l’aggressione a beni giuridici di natura diversa. Secondo il giudice, mancava la prova di un piano unitario, prevalendo piuttosto il carattere occasionale e contingente delle singole condotte.

La Decisione della Corte di Cassazione

Contro l’ordinanza del Tribunale, la difesa del condannato proponeva ricorso per cassazione, lamentando la violazione degli articoli 81 c.p. e 671 c.p.p., nonché un vizio di manifesta illogicità della motivazione. La tesi difensiva sosteneva che il giudice non avesse adeguatamente considerato la natura omogenea dei reati e il breve lasso di tempo in cui erano stati realizzati, elementi che avrebbero dovuto far propendere per il riconoscimento di un disegno criminoso unitario.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione conferma la correttezza dell’operato del Giudice dell’esecuzione e cristallizza importanti principi procedurali e sostanziali.

Le Motivazioni sul mancato riconoscimento del disegno criminoso

Il cuore della pronuncia della Suprema Corte risiede nelle motivazioni che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile. Innanzitutto, i giudici di legittimità hanno ritenuto che la motivazione del provvedimento impugnato fosse adeguata e priva di vizi logici. Il Tribunale aveva correttamente evidenziato l’assenza di elementi concreti da cui desumere una programmazione unitaria dei reati. Al contrario, le circostanze di fatto suggerivano che le azioni criminali fossero state determinate da esigenze occasionali e contingenti, e non da un piano prestabilito.

In secondo luogo, la Corte ha qualificato il ricorso come ‘manifestamente aspecifico’. Questo significa che le doglianze presentate dalla difesa non denunciavano reali difetti di motivazione, ma si limitavano a sollecitare una diversa e alternativa lettura delle prove e delle argomentazioni. Tale operazione, che consiste in una rivalutazione del merito della vicenda, è preclusa in sede di legittimità. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un giudice della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione. Di conseguenza, un ricorso che non individua specifici errori giuridici o palesi illogicità nel ragionamento del giudice precedente, ma si limita a riproporre la propria tesi, è destinato all’inammissibilità.

Le Conclusioni

La decisione in commento offre due importanti insegnamenti. Sul piano sostanziale, riafferma che per il riconoscimento del disegno criminoso non è sufficiente la semplice vicinanza temporale o l’omogeneità dei reati, ma è necessaria la prova di un’unica ideazione originaria che abbracci tutte le condotte illecite. Sul piano processuale, sottolinea il rigore con cui devono essere formulati i motivi di ricorso per cassazione: essi devono essere specifici e mirare a censurare vizi di legittimità, non a ottenere una nuova valutazione dei fatti. La declaratoria di inammissibilità comporta, come nel caso di specie, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a testimonianza della serietà del filtro di accesso al giudizio di legittimità.

Quando può essere riconosciuto il disegno criminoso tra più reati?
Per riconoscere il disegno criminoso è necessario che vi sia la prova di una programmazione unitaria dei reati, non essendo sufficiente che questi siano semplicemente determinati da circostanze ed esigenze occasionali e contingenti.

Perché il ricorso per il riconoscimento del disegno criminoso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘manifestamente aspecifico’. Le doglianze non evidenziavano reali difetti di motivazione nel provvedimento impugnato, ma si limitavano a sollecitare una diversa interpretazione dei fatti, non consentita in sede di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato inammissibile?
Se un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e, salvo ipotesi di esonero, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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