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Disegno criminoso: quando i reati non sono uniti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento del cosiddetto ‘disegno criminoso’ per unificare più condotte illecite. La decisione si fonda sulla valutazione del giudice di merito, che ha correttamente escluso l’unicità del piano criminale a causa del notevole intervallo temporale tra i reati e della non decisività dello stato di tossicodipendenza dell’imputato. Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: La Cassazione Nega la Continuazione tra Reati Distanti nel Tempo

Nel diritto penale, il concetto di disegno criminoso è fondamentale per stabilire se più reati, commessi anche in momenti diversi, possano essere considerati come un’unica violazione continuata. Recentemente, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27896/2025, è tornata su questo tema, chiarendo i criteri per negare tale unicità. La Corte ha stabilito che un consistente intervallo temporale tra le condotte illecite è un elemento chiave che può smontare la tesi di un piano unitario, anche in presenza di fattori personali come la tossicodipendenza.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto contro un’ordinanza del Tribunale. Quest’ultimo, in qualità di giudice dell’esecuzione, aveva negato la sussistenza di un unico disegno criminoso che legasse diverse condotte delittuose per le quali il ricorrente era stato condannato. L’imputato sosteneva che i suoi reati fossero parte di un unico progetto, chiedendo di conseguenza l’applicazione del più favorevole istituto della continuazione, che avrebbe unificato le pene. La sua difesa faceva leva anche sulla sua condizione di tossicodipendenza, presentata come il motore unificante delle sue azioni criminali.

La Valutazione del Disegno Criminoso da Parte della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, lo ha dichiarato inammissibile. I giudici hanno confermato la correttezza della valutazione effettuata dal Tribunale, sottolineando come la decisione fosse ben motivata, logica e aderente alla normativa vigente. Secondo la Corte, l’esclusione di un’anticipata e unitaria deliberazione da parte del ricorrente era un apprezzamento di fatto, insindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, adeguatamente motivato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si sono concentrate su tre punti principali:

1. L’Intervallo Temporale: Il fattore decisivo è stato il “consistente intervallo temporale” che separava le diverse condotte delittuose. Questo elemento, secondo i giudici, rivelava la natura “estemporanea” dei reati, ovvero il fatto che fossero stati commessi occasionalmente e non in esecuzione di un piano prestabilito. La distanza nel tempo tra un’azione e l’altra è stata considerata una prova contro l’esistenza di un’unica ideazione criminale.

2. L’Irrilevanza della Tossicodipendenza: La Corte ha ritenuto che lo stato di tossicodipendenza del ricorrente non avesse avuto una “non rilevante incidenza” sull’ideazione criminosa. In altre parole, la dipendenza non è stata considerata un elemento sufficiente a dimostrare che tutti i reati fossero il frutto di un unico progetto finalizzato, ad esempio, a procurarsi i mezzi per acquistare sostanze stupefacenti. La valutazione del giudice di merito, che aveva già considerato e ridimensionato questo aspetto, è stata ritenuta “congruamente apprezzata”.

3. La Logicità della Valutazione di Merito: La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui la valutazione sull’esistenza o meno di un disegno criminoso è un giudizio di fatto che spetta al giudice dell’esecuzione. Tale giudizio, se basato su una valutazione logica e aderente ai dati processuali, non può essere messo in discussione in sede di legittimità.

Le Conclusioni

In conclusione, con questa ordinanza, la Corte di Cassazione rafforza un principio consolidato: per poter parlare di disegno criminoso non è sufficiente che i reati siano dello stesso tipo o motivati da una condizione personale come la tossicodipendenza. È necessario dimostrare l’esistenza di un piano unitario e deliberato a priori. Un lungo lasso di tempo tra i reati è un forte indicatore contrario. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, confermando di fatto la separazione delle pene originarie.

Un lungo intervallo di tempo tra due reati può escludere il disegno criminoso?
Sì. Secondo la Corte, un consistente intervallo temporale è un forte indicatore della natura estemporanea e non pianificata delle condotte, rendendo difficile sostenere l’esistenza di un unico piano criminale.

Lo stato di tossicodipendenza è sufficiente per dimostrare l’esistenza di un disegno criminoso?
No. Nell’ordinanza si chiarisce che la tossicodipendenza, pur essendo un elemento da considerare, non è di per sé sufficiente a provare un’unica ideazione criminosa, specialmente se altri elementi, come il tempo trascorso tra i reati, depongono in senso contrario.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non entra nel merito della questione. La decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, a una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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