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Disegno criminoso: quando i reati non sono collegati

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva di unificare le pene per reati diversi (contraffazione ed estorsione). La Corte ha escluso l’esistenza di un unico disegno criminoso a causa della diversità dei reati, del tempo trascorso e dei complici coinvolti, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Continuazione tra Reati

L’istituto del disegno criminoso rappresenta un concetto fondamentale nel diritto penale, capace di influenzare notevolmente l’entità della pena finale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i rigidi criteri per il suo riconoscimento, dichiarando inammissibile il ricorso di un condannato che mirava a unificare le sanzioni per reati eterogenei. Analizziamo la decisione per comprendere quando più crimini possono essere considerati parte di un unico progetto.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con sentenze distinte, presentava ricorso alla Corte di Appello chiedendo il riconoscimento del vincolo della continuazione. I reati in questione erano di natura molto diversa:

* Acquisto e spendita di banconote false, commessi nel 2015 in concorso con altri soggetti.
* Estorsione e usura, commessi tra il 2008 e il 2009 in concorso con un complice diverso.

Il ricorrente sosteneva che tutti i fatti delittuosi rientrassero in un medesimo disegno criminoso, finalizzato al profitto e al mantenimento dell’egemonia sul territorio, evidenziando presunti collegamenti con organizzazioni criminali locali e l’uso di modalità intimidatorie simili.

La Corte di Appello, tuttavia, respingeva l’istanza, non ravvisando alcun elemento concreto che potesse unificare condotte così distanti nel tempo, diverse per tipologia e commesse con complici differenti.

La Decisione della Cassazione sul Disegno Criminoso

La Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, dichiarando il ricorso inammissibile. I magistrati hanno sottolineato che per riconoscere un unico disegno criminoso non è sufficiente affermare un generico fine di lucro o di controllo territoriale. È necessario, invece, provare l’esistenza di un programma criminoso unitario, deliberato fin dall’inizio, che abbracci tutte le condotte illecite.

Nel caso specifico, la Corte ha evidenziato l’assenza totale di tale programma. Gli elementi che hanno portato all’esclusione del vincolo della continuazione sono stati:

* Natura dei reati: I crimini erano eterogenei (contraffazione contro reati contro il patrimonio e la persona).
* Lasso temporale: Vi era una significativa distanza temporale tra i fatti (2008-2009 contro 2015).
* Diversità dei complici: I soggetti coinvolti nei due gruppi di reati non erano gli stessi.

La Corte ha inoltre ritenuto irrilevante il riferimento del ricorrente a una presunta associazione a delinquere, poiché risultava cessata già nel 1996, ben prima della commissione dei fatti.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di distinguere tra una generica inclinazione a delinquere e un vero e proprio disegno criminoso. Quest’ultimo richiede una programmazione iniziale che leghi finalisticamente i vari reati, i quali devono apparire come singole tappe di un progetto complessivo. La semplice reiterazione di condotte illecite, anche se motivate da un fine di guadagno, non è sufficiente a integrare la continuazione. La diversità dei fatti, dei tempi e dei partner criminali ha reso impossibile, secondo i giudici, ricondurre le condotte a una matrice unitaria e premeditata. Di conseguenza, l’appello è stato ritenuto manifestamente infondato, portando alla sua inammissibilità e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio consolidato: il riconoscimento del vincolo della continuazione è subordinato a una rigorosa verifica fattuale. Gli avvocati e i loro assistiti devono fornire elementi concreti e specifici che dimostrino l’esistenza di un unico e preordinato disegno criminoso. L’ampio divario temporale, la diversità della natura dei reati e la variazione dei complici sono ostacoli difficilmente superabili. La decisione serve come monito: l’applicazione di un istituto di favore come la continuazione non può basarsi su mere congetture o su un generico movente criminale, ma esige la prova di un progetto unitario che leghi indissolubilmente i diversi episodi delittuosi.

Che cos’è il disegno criminoso e perché è importante?
È un piano criminale unitario e preordinato che collega più reati. La sua esistenza è importante perché consente l’applicazione del ‘vincolo della continuazione’, un trattamento sanzionatorio più favorevole che prevede la pena per il reato più grave aumentata, anziché la somma delle singole pene.

Perché la Corte ha negato l’esistenza di un unico disegno criminoso in questo caso?
La Corte lo ha negato perché i reati erano troppo diversi tra loro (contraffazione di banconote contro estorsione e usura), commessi in un arco temporale molto distante (2015 contro 2008-2009) e con complici differenti. Mancava quindi un programma criminoso unitario che li collegasse.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che la Corte non esamina il merito della questione. Ai sensi dell’art. 616 c.p.p., il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro alla cassa delle ammende a causa della manifesta infondatezza dei motivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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