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Disegno criminoso: quando i reati non sono collegati

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto che chiedeva di riconoscere il vincolo del disegno criminoso tra un reato associativo e una rapina successiva. La decisione si fonda sulla notevole distanza temporale tra i fatti, sulle diverse modalità esecutive e sulla differenza dei complici, elementi che escludono l’esistenza di un programma criminoso unitario e deliberato fin dall’origine.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: La Cassazione Chiarisce i Criteri per la Continuazione tra Reati

L’istituto del disegno criminoso, previsto dall’articolo 81 del codice penale, è uno strumento fondamentale per la determinazione della pena quando una persona commette più reati. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una rigorosa prova dell’esistenza di un piano unitario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i criteri per riconoscere tale vincolo, negandolo in un caso in cui i reati erano stati commessi a grande distanza di tempo e con modalità differenti.

I Fatti del Caso

Il ricorrente, già condannato con una sentenza definitiva del 2014 per associazione per delinquere, aveva subito una successiva condanna, divenuta definitiva nel 2024, per una rapina. L’interessato si era rivolto al giudice dell’esecuzione chiedendo di applicare il vincolo della continuazione tra i due reati, sostenendo che facessero parte di un medesimo disegno criminoso. L’obiettivo era ottenere un trattamento sanzionatorio più favorevole, unificando le pene. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva respinto la richiesta, spingendo il condannato a presentare ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione del giudice dell’esecuzione. Secondo gli Ermellini, l’istanza del ricorrente mancava della prova fondamentale: la sussistenza di un’unica programmazione delinquenziale deliberata fin dall’origine. La Corte ha ritenuto che i reati fossero episodi distinti e non potessero essere ricondotti a un progetto unitario.

Le Motivazioni: Perché Manca il Disegno Criminoso?

La motivazione della Corte si basa su un’analisi fattuale precisa, evidenziando l’assenza degli elementi sintomatici che la giurisprudenza consolidata ritiene necessari per provare un disegno criminoso. Nello specifico, i giudici hanno sottolineato diversi fattori cruciali:

* Distanza Temporale: I reati erano stati commessi a notevole distanza di tempo l’uno dall’altro. La sentenza per associazione a delinquere era diventata definitiva nel 2014, mentre la rapina era oggetto di una sentenza del 2023. Ancor più rilevante, la rapina era stata commessa dopo la cessazione dell’operatività del gruppo criminale.
* Modalità Esecutive Differenti: I metodi utilizzati per commettere i reati erano diversi, indicando una mancanza di omogeneità nel modus operandi.
* Diversità dei Concorrenti: La rapina era stata perpetrata con l’ausilio di complici diversi da quelli coinvolti nel reato associativo.

La Cassazione ha ricordato che, secondo un orientamento consolidato (richiamando la sentenza Bonasera, n. 12905/2010), il disegno criminoso si presume sulla base di indici concreti come la vicinanza cronologica, la causale, le condizioni di tempo e luogo, la tipologia dei reati e l’omogeneità delle violazioni. In questo caso, tutti questi elementi mancavano, rendendo la decisione del giudice dell’esecuzione logica e coerente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza rafforza un principio cardine del diritto penale: il riconoscimento della continuazione tra reati non è un automatismo, ma richiede una prova concreta e rigorosa. Non è sufficiente affermare l’esistenza di un piano, ma è necessario dimostrarlo attraverso elementi fattuali precisi che colleghino in modo inequivocabile le diverse condotte criminali. La decisione sottolinea come la distanza temporale e la diversità delle modalità operative siano ostacoli quasi insormontabili per il riconoscimento di un disegno criminoso. Infine, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende (€ 3.000,00) funge da monito: i ricorsi palesemente infondati o privi di prova comportano conseguenze economiche significative.

Che cos’è il disegno criminoso?
È un programma unitario, deliberato fin dall’inizio, per commettere una serie di reati, i quali vengono considerati come tappe di un unico progetto criminale.

Perché in questo caso è stato negato il riconoscimento del disegno criminoso?
È stato negato perché i reati erano stati commessi a notevole distanza di tempo, con modalità esecutive e complici differenti. Inoltre, la rapina era avvenuta dopo che l’associazione per delinquere aveva cessato la sua operatività, elementi che escludono un piano unitario iniziale.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso senza fondati motivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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