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Disegno criminoso: quando è escluso? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento del disegno criminoso per una serie di reati. La Corte ha confermato la decisione del giudice dell’esecuzione, sottolineando che la natura eterogenea dei reati e la notevole distanza temporale tra le condotte impediscono di ricondurli a un’unica programmazione criminosa.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: i Criteri per Escluderlo secondo la Cassazione

L’istituto del disegno criminoso, che sta alla base del reato continuato, rappresenta una questione centrale nel diritto penale, con importanti riflessi sulla determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i criteri rigorosi per il suo riconoscimento, chiarendo in quali circostanze debba essere escluso. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio i principi applicati dai giudici.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto contro un’ordinanza del Tribunale. Il ricorrente chiedeva che una serie di reati, per i quali aveva riportato diverse condanne, fossero unificati sotto il vincolo della continuazione, sostenendo che fossero tutti parte di un unico disegno criminoso. Il giudice dell’esecuzione, tuttavia, aveva respinto tale richiesta. Di conseguenza, l’interessato ha proposto ricorso per cassazione, contestando la valutazione del giudice di merito.

La Decisione della Corte e l’Esclusione del Disegno Criminoso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La Corte ha confermato pienamente l’analisi del giudice precedente, il quale aveva negato l’esistenza di un unico disegno criminoso. La decisione si fonda su due elementi chiave: la diversità dei reati e la loro distanza nel tempo.

I giudici hanno evidenziato che la valutazione del giudice dell’esecuzione era stata logica, coerente e aderente ai principi normativi. Il ricorso, al contrario, è stato giudicato privo di legittimità nelle sue censure. La Corte ha inoltre rilevato un vizio procedurale: le note conclusive a sostegno del ricorso erano state depositate oltre il termine di quindici giorni liberi previsto dall’art. 611 del codice di procedura penale, rendendole di per sé irricevibili.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione sono nette e precise. La Cassazione ha stabilito che la valutazione del giudice dell’esecuzione era “saldamente ancorata all’ineccepibile rilievo delle eterogenee caratteristiche” delle condotte delittuose. In altre parole, i reati commessi erano troppo diversi tra loro per poter essere considerati come l’attuazione di un singolo piano prestabilito. A questo si aggiunge la notevole distanza temporale tra un episodio e l’altro, un fattore che indebolisce ulteriormente l’ipotesi di un programma criminoso unitario.

Quando le condotte illecite sono di natura diversa e si collocano in momenti temporali distanti, è logicamente difficile, se non impossibile, sostenere che derivino da una medesima deliberazione iniziale. Questa eterogeneità e la distanza temporale sono, secondo la Corte, elementi sufficienti per escludere il disegno criminoso. Di conseguenza, le argomentazioni del ricorrente sono state ritenute prive di qualsiasi fondamento giuridico, portando alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: il riconoscimento del reato continuato non è automatico ma richiede una rigorosa prova dell’esistenza di un’unica programmazione criminosa iniziale. La Corte di Cassazione sottolinea che la diversità sostanziale dei reati commessi e un ampio lasso di tempo tra gli stessi sono indicatori forti contro l’esistenza di un disegno criminoso. Questa decisione serve da monito: per ottenere il beneficio della continuazione, non è sufficiente affermare l’esistenza di un piano, ma è necessario che le circostanze concrete (natura dei reati, modalità di esecuzione, contesto temporale) siano coerenti con tale ipotesi. In caso contrario, come avvenuto in questa vicenda, il ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando può essere escluso il riconoscimento di un unico disegno criminoso?
Secondo la Corte, il disegno criminoso va escluso quando i reati presentano caratteristiche eterogenee e sono stati commessi a notevole distanza temporale l’uno dall’altro, poiché questi elementi sono incompatibili con un piano criminoso unitario.

Perché il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché le censure del ricorrente erano prive di legittimità e si opponevano a una valutazione del giudice dell’esecuzione considerata logica, aderente ai dati normativi e basata sulla diversità dei reati e sulla loro distanza nel tempo.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente in caso di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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