Disegno Criminoso: la Cassazione traccia i confini della continuazione
Il concetto di disegno criminoso unitario rappresenta un caposaldo del diritto penale sostanziale, consentendo di unificare sotto il vincolo della continuazione più reati commessi in esecuzione di un medesimo piano. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione rigorosa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 27916 del 2025, offre importanti chiarimenti sui criteri per escludere tale unicità, anche in presenza di fattori personali come la tossicodipendenza.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto contro un’ordinanza della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva confermato la decisione del giudice dell’esecuzione, il quale aveva escluso parzialmente l’esistenza di un unico disegno criminoso tra diverse condotte delittuose. Il ricorrente, invece, sosteneva che tutti i reati commessi fossero riconducibili a un’unica e anticipata deliberazione criminale, chiedendone il riconoscimento ai fini del trattamento sanzionatorio.
La Decisione della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha rigettato le argomentazioni del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla manifesta infondatezza delle censure mosse. Secondo gli Ermellini, la valutazione compiuta dal giudice dell’esecuzione era logica, coerente con il dato normativo e, pertanto, non sindacabile in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: i criteri per escludere il disegno criminoso
La Corte ha basato la sua decisione su alcuni punti fermi. In primo luogo, ha evidenziato come la valutazione del giudice di merito fosse saldamente ancorata a un elemento cruciale: l’estemporaneità della condotta delittuosa residua. Questa non appariva come l’attuazione di un piano preordinato, ma come una decisione autonoma e contingente.
Un secondo elemento decisivo è stata la diversità del bene giuridico offeso. Quando i reati, pur commessi dalla stessa persona, ledono interessi differenti e non sono legati da un’unica deliberazione iniziale, è difficile sostenere l’esistenza di un solo piano criminale.
La Corte ha anche affrontato la questione dello stato di tossicodipendenza del ricorrente. Sebbene tale condizione possa influenzare il comportamento di un individuo, i giudici hanno ritenuto che, nel caso di specie, la sua incidenza sull’ideazione criminosa relativa all’ultima condotta fosse stata correttamente valutata come non determinante. In altre parole, la tossicodipendenza non è di per sé sufficiente a unificare automaticamente reati distinti in un unico progetto. L’esclusione di un’anticipata e unitaria deliberazione è frutto di un apprezzamento di fatto che, se logicamente motivato come in questo caso, è incensurabile in sede di Cassazione.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’unicità del disegno criminoso non può essere presunta, ma deve essere provata attraverso l’esistenza di un’anticipata e unitaria deliberazione che abbracci tutte le condotte illecite. La valutazione deve essere condotta caso per caso, analizzando elementi oggettivi come la natura delle azioni, il tempo trascorso tra di esse e i beni giuridici lesi. La decisione sottolinea che la valutazione del giudice di merito su questi aspetti è sovrana, a meno che non sia viziata da palese illogicità. Per gli operatori del diritto, ciò significa che un ricorso basato sulla mera affermazione di un piano unitario, senza contestare specificamente le lacune logiche della decisione impugnata, è destinato all’inammissibilità.
Quando può essere escluso il riconoscimento di un unico disegno criminoso tra più reati?
Può essere escluso quando la valutazione del giudice evidenzia che una delle condotte è ‘estemporanea’, ovvero non pianificata in anticipo, e offende un bene giuridico diverso rispetto alle altre. L’assenza di un’anticipata e unitaria deliberazione è un elemento chiave per l’esclusione.
Lo stato di tossicodipendenza di una persona è sufficiente per considerare più reati come parte di un unico disegno criminoso?
No, secondo questa ordinanza, lo stato di tossicodipendenza non è di per sé sufficiente. La sua incidenza sull’ideazione criminosa deve essere valutata concretamente e, se ritenuta non rilevante per unificare tutte le condotte sotto un unico piano, non porta automaticamente al riconoscimento della continuazione.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene giudicato ‘manifestamente infondato’?
Se il ricorso è ritenuto manifestamente infondato, la Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile senza esaminarlo nel merito. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come in questo caso una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27916 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27916 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/06/2025
Composta da
– Presidente –
NOME COGNOME
CC – 05/06/2025
R.G.N. 9675/2025
ALESSANDRO CENTONZE
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a XXXXXXX il 29/10/1990 avverso l’ordinanza del 19/02/2025 della Corte d’appello di XXXXXXX Dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME Visti gli atti e l’ordinanza impugnata; esaminato il ricorso;
Ritenuto che esso Ł manifestamente infondato, in quanto inerente al tema della unicità di disegno criminoso, parzialmente esclusa dal giudice dell’esecuzione alla stregua di valutazione logica e aderente al dato normativo;
che tale valutazione Ł saldamente ancorata all’ineccepibile rilievo della ravvisata estemporaneità della residua condotta delittuosa in pretesa continuazione, offensiva di diverso bene giuridico;
che la non rilevante incidenza, sull’ideazione criminosa relativa a quest’ultima condotta, dello stato di tossicodipendenza Ł stata congruamente apprezzata;
che l’esclusione di un’anticipata e unitaria deliberazione Ł frutto di apprezzamento che, all’evidenza dunque, risulta incensurabile in sede di legittimità;
Considerato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. IN CASO DI DIFFUSIONE DEL PRESENTE PROVVEDIMENTO OMETTERE LE GENERALITA’ E GLI ALTRI DATI IDENTIFICATIVI A NORMA DELL’ART. 52 D.LGS. 196/03 E SS.MM.
Così Ł deciso, 05/06/2025
Il Consigliere estensore NOME COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME