Disegno Criminoso: La Cassazione Chiarisce i Criteri di Esclusione
L’istituto del disegno criminoso, o reato continuato, rappresenta un concetto fondamentale nel diritto penale, capace di influenzare notevolmente la determinazione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini applicativi di tale figura, chiarendo quando la richiesta di unificazione dei reati sotto un unico piano deve essere respinta. La decisione sottolinea l’importanza di una deliberazione unitaria e anticipata, escludendola in presenza di condotte meramente estemporanee, anche se simili tra loro.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva confermato la decisione del giudice dell’esecuzione, il quale aveva negato l’esistenza di un unico disegno criminoso alla base di una serie di reati commessi dal ricorrente. La difesa sosteneva che i delitti fossero legati da un medesimo piano, chiedendo di conseguenza l’applicazione del più favorevole regime del reato continuato. Tra gli elementi portati a sostegno della tesi vi era anche lo stato di tossicodipendenza del soggetto, indicato come fattore unificante della sua condotta illecita.
La Decisione della Corte sul Disegno Criminoso
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno validato pienamente la valutazione del giudice di merito, definendola logica e aderente al dato normativo. Il fulcro della decisione risiede nella distinzione tra una serie di reati frutto di un piano preordinato e una successione di episodi delittuosi nati da decisioni estemporanee.
Le Motivazioni della Corte
Le motivazioni addotte dalla Cassazione sono chiare e si articolano su tre punti principali:
1. Estemporaneità delle Condotte: Il Collegio ha evidenziato come la valutazione del giudice dell’esecuzione fosse saldamente ancorata al rilievo della natura estemporanea dei reati. Anche se le condotte presentavano modalità di consumazione simili, mancava l’elemento essenziale di un’anticipata e unitaria deliberazione. In altre parole, i reati non erano tappe di un piano concepito in anticipo, ma piuttosto episodi occasionali e distinti.
2. Irrilevanza dello Stato di Tossicodipendenza: La Corte ha ritenuto che lo stato di tossicodipendenza del ricorrente fosse stato congruamente apprezzato dai giudici di merito come non determinante ai fini dell’ideazione criminosa. Non è sufficiente, quindi, invocare una condizione personale per dimostrare automaticamente l’esistenza di un unico disegno criminoso; è necessario provare che tale condizione abbia effettivamente generato un piano unitario e preordinato, cosa che in questo caso è stata esclusa.
3. Insindacabilità della Valutazione di Merito: Infine, la Cassazione ha ribadito un principio cardine del proprio ruolo. La valutazione sull’esistenza o meno di un piano criminoso unitario è un apprezzamento di fatto che spetta al giudice di merito. Se tale valutazione è sorretta da una motivazione logica e coerente, come nel caso di specie, essa diventa incensurabile in sede di legittimità. La Suprema Corte non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato le prove.
Le Conclusioni
Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione riafferma che per configurare il disegno criminoso non basta la semplice ripetizione di reati simili, ma è indispensabile la prova di una programmazione iniziale che abbracci tutte le condotte successive. L’occasionalità e la estemporaneità delle decisioni criminali sono elementi ostativi a tale riconoscimento. La decisione ha comportato per il ricorrente, oltre al rigetto della sua istanza, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando la solidità dell’impianto decisionale dei gradi di merito.
Quando può essere escluso il riconoscimento di un unico disegno criminoso?
Può essere escluso quando le condotte delittuose, seppur simili nelle modalità, sono considerate estemporanee, ovvero non pianificate in anticipo come parte di un’unica e unitaria deliberazione.
Lo stato di tossicodipendenza può giustificare il riconoscimento del disegno criminoso?
Secondo questa ordinanza, lo stato di tossicodipendenza non è di per sé sufficiente. La sua incidenza sull’ideazione criminosa deve essere valutata concretamente e, nel caso specifico, è stata ritenuta non rilevante per dimostrare l’esistenza di un piano unitario.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che il ricorso non viene esaminato nel merito. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, e il provvedimento impugnato diventa definitivo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27908 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27908 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 05/06/2025
Composta da
– Presidente –
NOME COGNOME
CC – 05/06/2025
R.G.N. 9290/2025
ALESSANDRO CENTONZE
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a XXXXXX il 10/12/1982
avverso l’ordinanza del 29/01/2025 della Corte d’appello di XXXXXX
Dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Visti gli atti e l’ordinanza impugnata;
esaminato il ricorso;
Ritenuto che esso Ł manifestamente infondato, in quanto inerente al tema della unicità di disegno criminoso, esclusa dal giudice dell’esecuzione alla stregua di valutazione logica e aderente al dato normativo;
che tale valutazione Ł saldamente ancorata all’ineccepibile rilievo della ravvisata estemporaneità delle condotte delittuose in pretesa continuazione, ancorchØ connotate da similari modalità di consumazione;
che la non rilevante incidenza, sull’ideazione criminosa, dello stato di tossicodipendenza Ł stata congruamente apprezzata;
che l’esclusione di un’anticipata e unitaria deliberazione Ł frutto di apprezzamento che, all’evidenza dunque, risulta incensurabile in sede di legittimità;
Considerato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. IN CASO DI DIFFUSIONE DEL PRESENTE PROVVEDIMENTO OMETTERE LE GENERALITA’ E GLI ALTRI DATI IDENTIFICATIVI A NORMA DELL’ART. 52 D.LGS. 196/03 E SS.MM.
Così Ł deciso, 05/06/2025
Il Consigliere estensore NOME COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME