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Disegno criminoso: no alla continuazione a due anni

La Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso che chiedeva il riconoscimento del medesimo disegno criminoso tra reati commessi a oltre due anni di distanza. La Corte ha ribadito che un notevole lasso di tempo esclude la preordinazione unitaria delle condotte, distinguendo il disegno criminoso dalla generica propensione a delinquere.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: la Cassazione Fa Chiarezza sul Vincolo della Continuazione

L’ordinanza n. 12449/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla differenza tra un disegno criminoso unitario e una semplice tendenza a delinquere. La Corte ha escluso la possibilità di applicare il beneficio della continuazione tra reati commessi a più di due anni di distanza, sottolineando come il fattore tempo sia un elemento cruciale per valutare l’unicità del piano delittuoso. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Continuazione

Il caso trae origine dal ricorso di un individuo condannato per un reato commesso nel 2022. L’imputato chiedeva ai giudici di riconoscere il cosiddetto ‘vincolo della continuazione’ con altri reati da lui commessi nel 2020 e già definiti con una precedente sentenza. Riconoscere tale vincolo avrebbe significato considerare tutti i reati come parte di un unico piano, con conseguente applicazione di una pena complessivamente più lieve. La difesa sosteneva, infatti, che tutti i fatti delittuosi fossero riconducibili a un medesimo disegno criminoso.

La Decisione della Corte: Il Fattore Tempo Esclude il Disegno Criminoso

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, la quale aveva già negato la sussistenza di un unico disegno criminoso. L’elemento decisivo è stato il considerevole lasso di tempo, superiore a due anni, intercorso tra i diversi episodi criminali. Secondo la Corte, una tale distanza temporale rende implausibile l’esistenza di un’originaria e unitaria deliberazione criminosa che abbracci tutti i reati.

Le Motivazioni: La Differenza tra Disegno Criminoso e Propensione a Delinquere

La Corte Suprema ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale del diritto penale. L’identità del disegno criminoso presuppone che l’agente si sia rappresentato fin dall’inizio e abbia deliberato unitariamente una serie di condotte criminali collegate tra loro da un fine comune. Non è necessario che ogni dettaglio sia pianificato, ma le linee essenziali del progetto devono essere state tracciate a priori.
Questa situazione è nettamente diversa dal ‘programma di vita delinquenziale’. Quest’ultimo si verifica quando un soggetto compie un numero indeterminato di reati, anche dello stesso tipo, senza una deliberazione preventiva, ma cogliendo le varie occasioni che si presentano. In questo caso, non emerge un piano unitario, ma piuttosto una generale propensione alla devianza e all’illegalità, che si manifesta di volta in volta. La distanza temporale tra i fatti, in questo contesto, è un forte indicatore che si tratta di episodi distinti e non delle tappe di un unico piano.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione in esame chiarisce che il beneficio della continuazione non può essere concesso in modo automatico solo perché i reati sono simili. È necessario dimostrare, con elementi concreti, che essi sono frutto di una programmazione unitaria iniziale. Un lungo intervallo di tempo tra un reato e l’altro costituisce un ostacolo quasi insormontabile per tale dimostrazione, facendo propendere i giudici per l’ipotesi di reati autonomi, frutto di decisioni separate. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, vedendo sfumare la possibilità di uno sconto di pena.

Perché è stato respinto il ricorso per il riconoscimento del disegno criminoso?
Il ricorso è stato respinto perché la Corte ha ritenuto che l’assenza di elementi a sostegno di un’originaria deliberazione criminosa e il notevole lasso di tempo (oltre due anni) tra i reati escludessero l’esistenza di un unico disegno criminoso.

Qual è la differenza tra ‘disegno criminoso’ e ‘programma di vita delinquenziale’ secondo la Corte?
Il ‘disegno criminoso’ implica che l’agente abbia preventivamente pianificato e deliberato una serie di reati teleologicamente connessi. Il ‘programma di vita delinquenziale’, invece, si ha quando una persona commette un numero indeterminato di reati non previamente deliberati, rivelando una generale propensione alla devianza che si concretizza nelle varie occasioni.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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