Disegno Criminoso: Quanto Pesa il Fattore Tempo tra un Reato e l’Altro?
Il concetto di disegno criminoso unitario, noto nel diritto penale come “continuazione tra reati”, è cruciale per determinare la pena finale di un imputato. Ma cosa succede quando tra un reato e l’altro trascorrono diversi anni? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 23326/2024) offre un chiarimento fondamentale, sottolineando l’importanza della valutazione del giudice di merito e i limiti del sindacato di legittimità.
I Fatti del Caso: Reati Legati agli Stupefacenti a Distanza di Anni
Il caso in esame riguarda un individuo che ha presentato ricorso in Cassazione avverso un’ordinanza della Corte d’Appello. Il ricorrente chiedeva il riconoscimento di un unico disegno criminoso per tre diverse sentenze di condanna, tutte relative a violazioni della legge sugli stupefacenti.
L’elemento chiave che ha portato al rigetto della sua richiesta in primo grado era il considerevole intervallo di tempo tra i reati: quasi quattro anni separavano il primo dal secondo episodio, e più di un anno il secondo dal terzo. Secondo il Giudice dell’Esecuzione, un lasso temporale così ampio rendeva impossibile ipotizzare un’ideazione unitaria e preventiva, nonostante la natura omogenea dei reati commessi.
La Decisione della Cassazione e il Riconoscimento del disegno criminoso
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: la valutazione sull’esistenza di un disegno criminoso è una questione di merito, il cui apprezzamento è riservato al giudice che valuta i fatti.
Questo significa che la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di grado inferiore, a meno che la motivazione di quest’ultimo non sia palesemente illogica, contraddittoria o basata su un travisamento dei fatti. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione dell’ordinanza impugnata fosse “adeguata e congrua”, e quindi non censurabile in sede di legittimità.
Le Motivazioni della Corte
La Corte Suprema ha evidenziato come gli argomenti del ricorrente fossero “manifestamente infondati”. Pur in presenza di reati della stessa specie (violazione della legge sugli stupefacenti), il giudice di merito aveva logicamente concluso che il lungo intervallo temporale precludeva la possibilità di immaginare una “preventiva ideazione unitaria”.
Citando un precedente delle Sezioni Unite (sent. n. 28659/2017), la Corte ha ricordato che l’accertamento degli indici rivelatori dell’unicità del disegno criminoso (come la vicinanza temporale, l’omogeneità delle condotte, le modalità esecutive) è rimesso all’apprezzamento del giudice di merito. Il ricorso, invece, tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, operazione non consentita davanti alla Corte di Cassazione. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Conclusioni
Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui il fattore tempo è un elemento determinante, anche se non l’unico, per valutare l’esistenza di un disegno criminoso. Un intervallo di anni tra i reati può essere legittimamente interpretato dal giudice come un’interruzione del piano criminoso originario, dando vita a nuove e autonome deliberazioni delittuose. La decisione sottolinea l’ampia discrezionalità del giudice di merito nell’analisi degli elementi fattuali e l’impossibilità, per l’imputato, di ottenere una rivalutazione di tali elementi in sede di legittimità, se la decisione impugnata è sorretta da una motivazione logica e coerente.
Che cos’è il disegno criminoso unitario?
È un piano criminoso unico in esecuzione del quale vengono commessi più reati. La sua esistenza dipende da vari indici, come l’omogeneità dei reati e la vicinanza temporale, e viene valutata dal giudice di merito.
Un lungo intervallo di tempo tra due reati può escludere il disegno criminoso?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un lasso temporale significativo (nel caso di specie, quasi quattro anni) può essere un elemento sufficiente per il giudice di merito a concludere che manchi un’ideazione unitaria e preventiva, escludendo così il riconoscimento del disegno criminoso.
Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l’accertamento dell’esistenza di un disegno criminoso è una valutazione di fatto riservata al giudice di merito. Il ricorso tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa non permessa in sede di legittimità, dove la Corte può controllare solo la correttezza giuridica e la logicità della motivazione, che in questo caso sono state ritenute adeguate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 23326 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 23326 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 23/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a CAGLIARI il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 02/02/2024 della CORTE APPELLO di CAGLIARI
dato avviso alle parti;
udita la relazionè svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Ritenuto che gli argomenti dedotti nel ricorso sono manifestamente infondati, in quanto in contrasto con la consolidata giurisprudenza della Corte di legittimità in punto di individuazione dei criteri da cui si può desumere l’esistenza di una volizione unitaria (cfr. Sez. U, n. 28659 del 18/05/2017, Gargiulo, Rv. 270074 – 01 ), atteso che, con motivazione affatto illogica, il G.E. ha ritenuto insussistenti gli elementi per ritener l’unitarietà della programmazione criminosa tra i fatti giudicati con le tre sentenze in istanza specificate, ed ha osservato che, nonostante l’omogeneità delle norme incriminatrici violate (violazione legge stupefacenti), il lasso temporale intercorso tra i fatti (quasi quattro anni tra la prima e la seconda sentenza, e più di un anno tra la seconda e la terza) preclude la possibilità di immaginare una preventiva ideazione unitaria: a tale riguardo appare opportuno rammentare che questa Corte – a più riprese – ha affermato che l’accertamento degli indici rilevatori dell’unicità del disegno criminoso «è rimesso all’apprezzamento del giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità, quando il convincimento del giudice sia sorretto da una motivazione adeguata e congrua, senza vizi logici e travisamento dei fatti» (Sez. 7, n. 25908 del 10/03/2022, non nnassimata).
Osservato che le censure attengono tutte al merito e invocano, sostanzialmente, una nuova valutazione in fatto, non consentita in sede di legittimità.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 23/05/2024