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Disegno criminoso: il tempo tra reati lo esclude?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva il riconoscimento del disegno criminoso unitario per tre reati legati agli stupefacenti. La Corte ha confermato la decisione del giudice di merito, che aveva escluso l’unicità del piano criminoso a causa del notevole lasso di tempo intercorso tra i fatti (quasi quattro anni tra il primo e il secondo, e più di un anno tra il secondo e il terzo), ritenendo la valutazione del giudice di merito insindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso: Quanto Pesa il Fattore Tempo tra un Reato e l’Altro?

Il concetto di disegno criminoso unitario, noto nel diritto penale come “continuazione tra reati”, è cruciale per determinare la pena finale di un imputato. Ma cosa succede quando tra un reato e l’altro trascorrono diversi anni? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 23326/2024) offre un chiarimento fondamentale, sottolineando l’importanza della valutazione del giudice di merito e i limiti del sindacato di legittimità.

I Fatti del Caso: Reati Legati agli Stupefacenti a Distanza di Anni

Il caso in esame riguarda un individuo che ha presentato ricorso in Cassazione avverso un’ordinanza della Corte d’Appello. Il ricorrente chiedeva il riconoscimento di un unico disegno criminoso per tre diverse sentenze di condanna, tutte relative a violazioni della legge sugli stupefacenti.

L’elemento chiave che ha portato al rigetto della sua richiesta in primo grado era il considerevole intervallo di tempo tra i reati: quasi quattro anni separavano il primo dal secondo episodio, e più di un anno il secondo dal terzo. Secondo il Giudice dell’Esecuzione, un lasso temporale così ampio rendeva impossibile ipotizzare un’ideazione unitaria e preventiva, nonostante la natura omogenea dei reati commessi.

La Decisione della Cassazione e il Riconoscimento del disegno criminoso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: la valutazione sull’esistenza di un disegno criminoso è una questione di merito, il cui apprezzamento è riservato al giudice che valuta i fatti.

Questo significa che la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di grado inferiore, a meno che la motivazione di quest’ultimo non sia palesemente illogica, contraddittoria o basata su un travisamento dei fatti. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione dell’ordinanza impugnata fosse “adeguata e congrua”, e quindi non censurabile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha evidenziato come gli argomenti del ricorrente fossero “manifestamente infondati”. Pur in presenza di reati della stessa specie (violazione della legge sugli stupefacenti), il giudice di merito aveva logicamente concluso che il lungo intervallo temporale precludeva la possibilità di immaginare una “preventiva ideazione unitaria”.

Citando un precedente delle Sezioni Unite (sent. n. 28659/2017), la Corte ha ricordato che l’accertamento degli indici rivelatori dell’unicità del disegno criminoso (come la vicinanza temporale, l’omogeneità delle condotte, le modalità esecutive) è rimesso all’apprezzamento del giudice di merito. Il ricorso, invece, tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, operazione non consentita davanti alla Corte di Cassazione. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui il fattore tempo è un elemento determinante, anche se non l’unico, per valutare l’esistenza di un disegno criminoso. Un intervallo di anni tra i reati può essere legittimamente interpretato dal giudice come un’interruzione del piano criminoso originario, dando vita a nuove e autonome deliberazioni delittuose. La decisione sottolinea l’ampia discrezionalità del giudice di merito nell’analisi degli elementi fattuali e l’impossibilità, per l’imputato, di ottenere una rivalutazione di tali elementi in sede di legittimità, se la decisione impugnata è sorretta da una motivazione logica e coerente.

Che cos’è il disegno criminoso unitario?
È un piano criminoso unico in esecuzione del quale vengono commessi più reati. La sua esistenza dipende da vari indici, come l’omogeneità dei reati e la vicinanza temporale, e viene valutata dal giudice di merito.

Un lungo intervallo di tempo tra due reati può escludere il disegno criminoso?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un lasso temporale significativo (nel caso di specie, quasi quattro anni) può essere un elemento sufficiente per il giudice di merito a concludere che manchi un’ideazione unitaria e preventiva, escludendo così il riconoscimento del disegno criminoso.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché l’accertamento dell’esistenza di un disegno criminoso è una valutazione di fatto riservata al giudice di merito. Il ricorso tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa non permessa in sede di legittimità, dove la Corte può controllare solo la correttezza giuridica e la logicità della motivazione, che in questo caso sono state ritenute adeguate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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