LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Disegno criminoso: i criteri per la sua prova

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso volto a unificare più reati sotto un unico disegno criminoso. La Corte ha stabilito che mancava la prova di un programma delinquenziale unitario deliberato fin dall’inizio, in particolare tra reati di usura e quelli successivi in materia di stupefacenti. L’ordinanza ribadisce che per riconoscere il disegno criminoso è necessario dimostrare che tutti i reati erano parte integrante di un piano originario e non semplici episodi distinti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Disegno Criminoso: Quando Più Reati Non Fanno un Piano Unico

L’istituto del disegno criminoso rappresenta un concetto fondamentale nel diritto penale, capace di influenzare significativamente la determinazione della pena. Tuttavia, la sua sussistenza non è presunta e richiede una prova rigorosa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui criteri necessari per dimostrare l’esistenza di un piano unitario che colleghi diverse condotte illecite, chiarendo che non basta la commissione di più reati da parte della stessa persona per configurarli come parte di un unico progetto.

I Fatti del Caso

Il caso analizzato trae origine dal ricorso di un individuo condannato per una serie di reati, tra cui usura e violazioni della legge sugli stupefacenti. In sede di esecuzione della pena, il condannato aveva richiesto il riconoscimento dell’unicità del disegno criminoso, sostenendo che tutti i reati commessi fossero parte di un unico programma delinquenziale. L’obiettivo era ottenere un trattamento sanzionatorio più favorevole, previsto quando più reati sono legati dal medesimo vincolo ideativo.

La Corte d’Appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva respinto tale richiesta. Secondo i giudici di merito, non vi era alcuna prova che l’imputato, nel momento in cui aveva iniziato a commettere i reati di usura, avesse già pianificato di commettere anche i successivi reati in materia di stupefacenti e gli altri illeciti contestati.

La Decisione della Cassazione e la Prova del Disegno Criminoso

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, dichiarando il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno ribadito che il riconoscimento del disegno criminoso non può basarsi su mere congetture, ma deve fondarsi su prove concrete che dimostrino l’esistenza di un programma deliberato fin dall’inizio nelle sue linee essenziali.

Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché l’istante non è riuscito a fornire elementi sufficienti a provare che le diverse attività criminali (usura e spaccio) fossero manifestazioni di un unico, preordinato piano. La semplice successione di reati, anche se commessi dalla stessa persona, non è di per sé sufficiente a integrare questa fattispecie.

Le Motivazioni: L’Onere della Prova del Disegno Criminoso

Le motivazioni della Corte si concentrano sull’assoluta necessità di provare l’elemento psicologico che unifica le diverse condotte. Il disegno criminoso ricorre quando i singoli reati costituiscono parte integrante di un unico programma deliberato fin dall’origine per conseguire un determinato fine. A questo programma iniziale deve poi aggiungersi, di volta in volta, l’elemento volitivo specifico per la realizzazione di ogni singolo reato.

La giurisprudenza ha individuato una serie di elementi ‘sintomatici’ che possono contribuire a dimostrare l’esistenza di un piano unitario:

* Vicinanza cronologica tra i fatti.
* Unicità della causale o del movente.
* Similitudine delle condizioni di tempo e di luogo.
* Omogeneità delle modalità delle condotte.
* Tipologia dei reati e del bene giuridico tutelato.

Nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto che questi elementi non fossero presenti o, comunque, non fossero sufficienti. In particolare, mancava la prova che l’intenzione di commettere i reati legati agli stupefacenti fosse già presente al momento della commissione del primo atto di usura. L’assenza di questa prova ha reso impossibile configurare un programma delinquenziale unitario, portando alla conferma della decisione di rigetto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: chi intende ottenere il riconoscimento del vincolo della continuazione tra più reati ha l’onere di fornire prove concrete dell’esistenza di un unico disegno criminoso originario. Non è sufficiente elencare una serie di reati, ma è indispensabile dimostrare che essi erano tutti previsti, almeno nelle loro linee generali, sin dal principio. In mancanza di tale prova, i reati verranno considerati episodi autonomi, con conseguenze significative sul calcolo complessivo della pena da scontare. La decisione rafforza il principio secondo cui gli istituti di favore previsti dalla legge richiedono un accertamento rigoroso dei loro presupposti.

Cosa si intende per ‘unicità del disegno criminoso’?
Per unicità del disegno criminoso si intende un programma delinquenziale unico, deliberato fin dall’origine nelle sue linee essenziali, nel quale i singoli reati commessi ne costituiscono la concreta attuazione per il conseguimento di un determinato fine.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente non ha fornito la prova che, al momento di commettere il primo reato di usura, avesse già pianificato di commettere anche i successivi reati in materia di stupefacenti. Mancava quindi la dimostrazione di un programma criminale unitario e preordinato.

Quali sono gli elementi che la giurisprudenza valuta per accertare un medesimo disegno criminoso?
La giurisprudenza valuta una serie di elementi sintomatici, tra cui la vicinanza cronologica tra i fatti, la causale, le condizioni di tempo e di luogo, le modalità delle condotte, la tipologia dei reati, il bene tutelato e l’omogeneità delle violazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati