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Disegno criminoso: Cassazione su continuazione

Un soggetto, condannato per truffa, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un errore nella notifica e chiedendo il riconoscimento del vincolo della continuazione tra i reati. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la notifica al difensore era legittima dopo un tentativo fallito al domicilio eletto. Inoltre, ha ribadito che per configurare un unico disegno criminoso non è sufficiente una generica propensione al crimine, ma serve un programma deliberato e unitario, la cui valutazione spetta al giudice di merito.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Disegno Criminoso e Stile di Vita: La Cassazione Traccia i Confini

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 12624 del 2024, offre un’importante occasione per approfondire il concetto di disegno criminoso e la sua distinzione da una mera scelta di vita dedita all’illecito. Questo tema è cruciale per l’applicazione dell’istituto della continuazione, previsto dall’art. 81 del codice penale, che può comportare un trattamento sanzionatorio più favorevole per l’imputato. La Corte, nel dichiarare un ricorso inammissibile, ha tracciato con precisione i criteri che il giudice di merito deve seguire per accertare l’esistenza di un programma criminale unitario.

I Fatti del Caso: Ricorso contro una Condanna per Truffa

Il caso trae origine da una condanna per truffa emessa dalla Corte d’Appello di Genova. L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due motivi principali. Il primo, di natura procedurale, riguardava una presunta violazione delle norme sulla notificazione del decreto di citazione a giudizio, che a suo dire non sarebbe avvenuta presso il domicilio eletto. Il secondo motivo, di carattere sostanziale, contestava il mancato riconoscimento da parte della Corte territoriale del vincolo della continuazione tra i reati, negando così l’esistenza di un unico disegno criminoso.

La Decisione della Cassazione: Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile in quanto generico e manifestamente infondato su entrambi i fronti. La decisione non solo risolve il caso specifico ma fornisce anche chiarimenti fondamentali sull’interpretazione delle norme procedurali e sostanziali invocate dal ricorrente.

Le Motivazioni: Analisi sul Disegno Criminoso e Notifiche

La sentenza si articola su due punti cardine, corrispondenti ai motivi del ricorso, offrendo una disamina dettagliata e rigorosa.

La Correttezza della Notifica all’Imputato

Sul primo motivo, la Corte ha smontato la tesi difensiva chiarendo che la notifica in questione non riguardava la citazione a giudizio, bensì il verbale di rinvio di un’udienza. I giudici hanno accertato che era stato effettuato un primo tentativo di notifica presso il domicilio eletto dall’imputato. Solo a seguito dell’esito negativo di tale tentativo, la notifica è stata correttamente eseguita, come previsto dall’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale, presso il difensore. La procedura seguita è stata quindi ritenuta pienamente legittima, rendendo il motivo di ricorso manifestamente infondato.

Disegno Criminoso vs. Scelta di Vita Illecita

Il cuore della pronuncia risiede nell’analisi del secondo motivo. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: l’indagine sull’esistenza di un disegno criminoso deve essere approfondita e non può basarsi su mere asserzioni. Il giudice deve valutare tre elementi essenziali:

1. Credibilità intrinseca: Verificare la logicità dell’asserita esistenza di un unico e originario programma criminale.
2. Analisi dei comportamenti: Esaminare i singoli reati per individuare le finalità specifiche perseguite dall’agente.
3. Contesto e modalità: Valutare se le modalità, le circostanze e le finalità dei reati possano essere considerate come l’attuazione, diluita nel tempo, di un unico piano originario.

La Corte ha sottolineato che questo tipo di accertamento è un giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se la motivazione dei giudici di grado inferiore è priva di vizi logici. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente concluso che l’attività illecita del ricorrente non era contenibile in un unico programma. Le singole condotte, pur orientate a produrre reddito, derivavano da scelte e convinzioni estemporanee, configurando più una scelta di vita dedita all’illecito che l’esecuzione di un piano preordinato. Di conseguenza, il mancato riconoscimento della continuazione è stato ritenuto legittimo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame riafferma con forza che per ottenere il beneficio della continuazione non basta dimostrare di aver commesso più reati dello stesso tipo. È necessario provare l’esistenza di un programma criminoso unitario, concepito prima dell’inizio della serie di reati. Una generica propensione a delinquere o una “scelta di vita” basata sull’illecito non sono sufficienti a integrare il requisito del medesimo disegno criminoso. La decisione consolida inoltre l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare tale presupposto, limitando la possibilità di censura in Cassazione ai soli casi di motivazione manifestamente illogica o contraddittoria.

Quando una notifica all’imputato è considerata valida se non avviene al domicilio eletto?
Secondo la sentenza, la notifica è valida se viene prima tentata senza successo presso il domicilio eletto dall’imputato e, solo successivamente, viene eseguita presso il difensore d’ufficio, in conformità con quanto previsto dall’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale.

Qual è la differenza tra un “disegno criminoso” e una “scelta di vita” criminale secondo la Cassazione?
Un “disegno criminoso” implica un programma unitario e preordinato, deliberato prima di commettere una serie di reati, che ne costituiscono l’attuazione. Una “scelta di vita” criminale, invece, si riferisce a una generica propensione a commettere reati, le cui singole condotte nascono da decisioni estemporanee e non da un piano unico originario. Solo la prima condizione permette di applicare l’istituto della continuazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché entrambi i motivi sono stati ritenuti manifestamente infondati e generici. La Corte ha verificato che la procedura di notifica era stata rispettata e che la valutazione dei giudici di merito sull’assenza di un unico disegno criminoso era logica e ben motivata, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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