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Discrezionalità del giudice: quando il ricorso è out

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la presunta eccessività della pena e la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, se adeguatamente motivata, e che il diniego delle attenuanti era giustificato dalla condotta e dai precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Discrezionalità del Giudice e i Limiti del Ricorso in Cassazione

Quando una sentenza di condanna viene emessa, una delle questioni più delicate riguarda l’entità della pena. La legge affida al magistrato un potere fondamentale: la discrezionalità del giudice nel determinare una sanzione equa, all’interno dei limiti edittali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Sez. 7, n. 178/2024) ci offre l’occasione per chiarire i confini di questo potere e i limiti entro cui è possibile contestarlo in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato dalla Corte di Appello di Bari, ha presentato ricorso per Cassazione lamentando due aspetti principali della sentenza: l’eccessività della pena inflitta e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. Secondo la difesa, la Corte territoriale non avrebbe valutato correttamente gli elementi a favore dell’imputato per ridurre la sanzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto le doglianze, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione, sebbene netta, non è affatto sorprendente e si inserisce in un solco giurisprudenziale consolidato. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: La Discrezionalità del Giudice non è Sindacabile nel Merito

Il primo punto affrontato dai giudici riguarda la presunta eccessività della pena. La Cassazione ha ribadito un principio cardine del nostro ordinamento: la graduazione della pena è espressione della discrezionalità del giudice di merito. Questo potere, esercitato in base ai criteri stabiliti dagli articoli 132 e 133 del codice penale (gravità del danno, intensità del dolo, capacità a delinquere, etc.), non può essere riesaminato dalla Corte di Cassazione, se non in caso di motivazione mancante, palesemente illogica o contraddittoria. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano fornito una giustificazione congrua per la pena applicata, rendendo la censura inammissibile in sede di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non rivalutare i fatti.

Le Motivazioni: Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha sottolineato che la decisione del giudice di merito era supportata da elementi concreti: la ‘pervicacia della condotta’, l’assenza di ‘resipiscenza’ (pentimento) e i ‘significativi precedenti penali’ dell’imputato. La Cassazione ha inoltre ricordato che, nel motivare il diniego delle attenuanti, il giudice non è tenuto ad analizzare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi per la sua valutazione. Anche in questo caso, la motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata esente da vizi logici.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la discrezionalità del giudice nella commisurazione della pena è un potere ampio e difficilmente attaccabile in Cassazione. Il ricorso in sede di legittimità può avere successo solo se si dimostra un vizio di legge o un’illogicità manifesta nella motivazione, non se ci si limita a proporre una diversa valutazione del merito. Questa pronuncia serve da monito: le strategie difensive devono concentrarsi, fin dai primi gradi di giudizio, nel fornire al giudice tutti gli elementi concreti per orientare la sua discrezionalità, poiché le possibilità di rimettere in discussione la quantificazione della pena in Cassazione sono estremamente limitate.

È possibile contestare in Cassazione una pena ritenuta troppo alta?
No, non è possibile se la critica riguarda solo la quantità della pena. La graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non può essere riesaminata dalla Corte di Cassazione, a meno che la motivazione sia completamente mancante o palesemente illogica.

Perché al ricorrente non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa di elementi negativi ritenuti decisivi dal giudice, quali la pervicacia della condotta, l’assenza di pentimento e i significativi precedenti penali dell’imputato. Il giudice non è tenuto a considerare tutti gli elementi, ma solo quelli ritenuti più rilevanti.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito dalla Corte. Questo avviene quando l’impugnazione non rispetta i requisiti di legge, ad esempio perché solleva questioni di fatto (come la quantificazione della pena) che non possono essere trattate in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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