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Discrezionalità del giudice: pena inappellabile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34835/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che lamentava l’eccessività della pena inflittagli dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: la valutazione e la quantificazione della pena rientrano nella discrezionalità del giudice di merito e non possono essere oggetto di riesame in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia mancante o manifestamente illogica. In questo caso, la motivazione è stata ritenuta adeguata, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Discrezionalità del Giudice nella Pena: Quando il Ricorso è Inammissibile

L’ordinanza n. 34835 del 2024 della Corte di Cassazione ribadisce un caposaldo del nostro sistema penale: la discrezionalità del giudice nella commisurazione della pena. Questo principio, sancito dagli articoli 132 e 133 del Codice Penale, affida al giudice di merito il compito di adeguare la sanzione alla gravità del reato e alla personalità del colpevole. La Suprema Corte, con questa pronuncia, chiarisce i confini entro cui tale potere può essere esercitato e i limiti delle possibili impugnazioni.

Il Caso in Esame: Un Ricorso per Pena Eccessiva

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’unico motivo di doglianza era l’eccessività della pena inflitta. Il ricorrente, in sostanza, chiedeva alla Corte di Cassazione di rivalutare la decisione dei giudici di secondo grado, ritenendo la sanzione sproporzionata rispetto ai fatti commessi.

La Decisione della Cassazione e la Discrezionalità del Giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La decisione si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza: la graduazione della pena, inclusa la valutazione delle circostanze aggravanti e attenuanti, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Il giudizio di legittimità, proprio della Cassazione, non è una terza istanza di merito. Il suo ruolo non è quello di ricalcolare la pena, ma di verificare che il giudice precedente abbia applicato correttamente la legge e abbia fornito una motivazione logica e coerente per la sua decisione.

Le Motivazioni dell’Inammissibilità

La Corte ha specificato che il ricorso proponeva questioni non consentite in sede di legittimità. Contestare l’eccessività della pena significa, infatti, chiedere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Cassazione. I giudici hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse adempiuto al proprio onere motivazionale, facendo riferimento a elementi concreti e rilevanti presenti agli atti del processo per giustificare la quantificazione della pena. Poiché la motivazione esisteva ed era congrua, non c’era spazio per un intervento della Suprema Corte.

Le Conclusioni: Limiti all’Impugnazione della Pena e Conseguenze Pratiche

Questa ordinanza conferma che un ricorso in Cassazione incentrato unicamente sulla presunta eccessività della pena ha scarsissime probabilità di successo. Affinché la Suprema Corte possa intervenire, è necessario dimostrare un vizio di legge o un’illogicità manifesta e palese nella motivazione del giudice di merito, non una semplice divergenza di valutazione. La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è stata, come previsto dalla legge, la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei presupposti di ammissibilità.

È possibile fare ricorso in Cassazione sostenendo che la pena decisa da un giudice è troppo alta?
No, in linea di principio. La Corte di Cassazione ha stabilito che la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Un ricorso basato solo sull’eccessività della pena è inammissibile se il giudice ha motivato la sua scelta in modo adeguato e logico, basandosi sugli elementi del caso.

Cosa significa che un ricorso è ‘inammissibile’ in questo contesto?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito dalla Corte. Questo accade perché solleva questioni, come la valutazione dell’entità della pena, che non sono di competenza della Corte di Cassazione, la quale si occupa solo della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione.

Quali sono le conseguenze se un ricorso penale in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso (il ricorrente) viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro a titolo di sanzione a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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